Depuratore ingauno: Vaccarezza e Marson dichiarano la posizione della Provincia

Conferenza stampa questa mattina a Savona per illustrare le “ragioni” dell’attuale amministrazione provinciale sulla questione del depuratore di Villanova d’Albenga.

In relazione – riporta una lunga nota della provincia di Savona – alle recenti notizie apparse sul prosieguo della procedura per la selezione del socio privato della Società Depuratore Ingauno S.c.a.r.l. finalizzata alla realizzazione di un impianto a servizio dei comuni di Albenga, Andora, Cisano sul Neva, Garlenda, Laigueglia, Ortovero, Stellanello, Testico e Villanova d’Albenga si ritiene opportuno precisare quanto segue.

A partire dal mese di novembre 2009, con più atti formali rimasti – ad oggi – senza soddisfacente riscontro, l’Amministrazione Provinciale – che ha visto l’incedere di tale procedimento con grande preoccupazione sia per gli effetti in termini di spesa, che per le previsioni di carico tariffario sull’utenza – ha provveduto a richiedere alla Società Depuratore Ingauno S.c.a.r.l. chiarimenti ed approfondimenti relativi allo stato di attuazione della procedura di gara, ai meccanismi di finanziamento, ai costi dell’opera e agli strumenti di remunerazione del socio privato operativo.

Questa richiesta trovava la sua giustificazione nelle perplessità suscitate dalla decisione della Società Depuratore Ingauno S.c.a.r.l. di aprire un procedimento per l’individuazione dell’attuatore di tale progetto che prevedeva:

a) l’affidamento della gestione dell’impianto ad un soggetto privato per un lunghissimo periodo di tempo (trent’anni) in totale dissonanza dal modello a gestione pubblica presente in tutto il territorio provinciale;

b) il sostegno finanziario di una parte minoritaria dei costi di costruzione dell’opera con fondi pubblici di ingente importo (circa € 12.000.000) di cui non era stata ancora acquisita la certa disponibilità;

c) la remunerazione della residua spesa di costruzione e gestione dell’opera (circa € 57.286.000 + 17.500.000 + 67.635.000 = 142.421.000) mediante pesanti aggravi tariffari destinati a colpire l’intera collettività provinciale e, quindi, anche comunità che avevano già sostenuto o stavano sostenendo l’onere di costruzione di propri impianti (e, quindi, oggi autonomi nella depurazione delle acque);

d) l’assenza di atti formali di approvazione delle previsioni tariffarie di cui al punto c), costituite da ipotesi di tariffa determinate solo dalla segreteria dell’ATO, ma mai approvata dall’Assemblea dei comuni, come invece inderogabilmente previsto.

e) Il conseguente rischio che, pertanto, i costi dell’impianto vadano a gravare i soli comuni dell’area di servizio della Depuratore Ingauno S.c.a.r.l., con aumenti tariffari stimabili in incrementi non inferiori al 100% dell’attuale costo tariffario complessivo;

f) l’apparente sovradimensionamento dell’impianto in termini sia di capacità di funzionamento, sia di caratteristiche tecniche, sia, infine, di dotazioni a beneficio esclusivo di talune amministrazioni non correlate alle effettive esigenze di normale funzionamento.

In assenza di adeguati e soddisfacenti riscontri, la Provincia di Savona, in qualità di socio di minoranza del Depuratore e di ente di riferimento delle attività di settore, ha dato corso – nel dicembre 2009 – ad un’autonoma verifica dei presupposti tecnici, economici e finanziari previsti per la realizzazione dell’opera, dei criteri di determinazione della quota di tariffa che si andrebbe ad applicare ai consumi del Comparto di Ponente e della quota del contributo di allaccio per le seconde case e dell’effettiva congruità dei costi e della sostenibilità finanziaria dell’intera opera.

La conclusione di tale verifica – intervenuta alla fine di gennaio 2010 ed opportunamente trasmessa alla Depuratore Ingauno S.c.a.r.l. – ha evidenziato come siano presenti almeno due alternative praticabili e, tutte, con risparmio di non meno di € 12.000.000-15.000.000 sul costo di costruzione e altri € 500.000/anno sul costo d’esercizio (corrispondenti a non meno di 15.000.000 – 20.000.000 su base periodo), rispetto alla soluzione ideata dalla società del Depuratore Ingauno, ossia:

a) la realizzazione del medesimo impianto, in versione maggiormente adeguata alle reali esigenze del territorio con costi decisamente più contenuti;

b) la possibilità di “collegare” l’intera area interessata al già esistente depuratore di Borghetto, Santo Spirito adeguatamente potenziato;

c) la possibilità di risolvere, contestualmente e a costi accettabili, anche la questione della depurazione del comune di Alassio.

In ragione di quanto sopra, la Provincia di Savona ha inteso suggerire alla società Depuratore Ingauno di voler riconsiderare i termini dell’operazione e di soprassedere dal proseguire la procedura di gara.

Allo stato attuale delle cose, e preso atto che la Depuratore Ingauno ha volontariamente e deliberatamente ignorato quanto prescritto dall’Ente, la Provincia di Savona non può che limitarsi a ribadire fermamente l’indisponibilità a ripianare l’eventuale insostenibilità finanziaria dell’operazione e a porre in essere qualsiasi atto che possa porre a carico della collettività e degli utenti questi maggiori costi ed oneri.

“La vicenda del Depuratore Ingauno – ha detto l’assessore all’ambiente della Provincia di Savona, Paolo Marson – costituisce l’ennesimo esempio di come le amministrazioni di centro-sinistra interpretino il loro rapporto con l’utenza, i cittadini e la spesa pubblica.

Da un lato, si sostiene a parole e nelle dichiarazioni propagandistiche un modello di gestione pubblica dei servizi, ma in concreto non si è capaci di gestire ed amministrare questi modelli e, quindi, si preferisce sempre a delegarne la conduzione ad operatori privati con tutti i maggiori oneri (depurazione delle acque ai privati ad Albenga e Andora; acquedotti ad imprese private a Savona, Pietra Ligure, Albenga, ecc., aziende di trasporto ai privati a Genova).

Da altro lato, non si assumono le scelte improntandole all’esigenza di contenere i costi e di rispettare le esigenze dell’utenza, ma si risponde sempre solo a logiche di potere o di interesse o, peggio di propaganda, elaborando o realizzando progetti e opere a prescindere dalla loro oggettiva utilità e convenienza, scaricandone l’onere collettività: costi quello che costi.

L’operazione della Depuratore Ingauno – ideata e voluta dalle Amministrazioni di sinistra della precedente Provincia e dei comuni di Albenga ed Andora – si risolverà o nell’aggravamento del costo dell’acqua di tutte le famiglie della nostra provincia per non meno di € 0,50/mc. O nell’incremento dello stesso costo per i cittadini di Albenga, Andora, Villanova, ecc. per non meno del doppio dell’attuale tariffa (circa 2,50 €/mc).

Con chiarezza se ciascuna amministrazione desidera costruirsi il proprio impianto di depurazione è – compatibilmente con l’esigenza di una gestione coordinata ed unitaria – libera di farlo, ma certo non può pretendere che a pagarselo siano i cittadini delle altre comunità.”

“Chiedevamo soltanto un ragionevolissimo approfondimento – ha detto il Presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza – , senza alcun pregiudizio, ma ci è stata negata la possibilità di sapere di più. Abbiamo chiesto di rallentare il processo di affidamento al fine di poter effettuare una perizia tecnica di analisi relativa ad una più completa valutazione degli aspetti economici, territoriali e di sistema, ma la risposta a questa legittima richiesta è stata un’improvvisa accelerata delle fasi di gara.

Richieste non solo ragionevoli e legittime, visto che la Provincia di Savona è un azionista di riferimento della società Depuratore Ingauno, ma anche essenziali per riscontrare le effettive occorrenze del territorio ed appurare la reale entità dell’investimento necessario. È una follia, infatti, pensare di costruire nell’area di Ponente addirittura due nuovi impianti di depurazione quando ne basterebbe, evidentemente, uno solo se non addirittura nessuno qualora il già esistente depuratore di Borghetto venisse adeguatamente potenziato.

A questo punto invito tutti i cittadini della provincia, ed in particolar modo quelli di Albenga, a conservare questa pagina di giornale in modo che, qualora le cose dovessero andare come da noi previsto, possano avere immediatamente sottomano un puntuale riscontro delle indicazioni e delle prescrizioni date dalla Provincia e puntualmente disattese”.