Cosa rimane delle piste ciclabili albenganesi?

di Mario Mesiano – Circa quattro anni fa elogiavo sulle pagine del “compianto” giornale cartaceo, ma pur sempre esistente (il fascino del giornale su carta, scusate, ma per me rimane tale) “Il Ponente”, la brillante idea di offrire ai cittadini albenganesi la possibilità di servirsi di una pista ciclabile. Del resto, in altre nazioni europee – anche molto più fredde della nostra – questa attenzione per i ciclisti esiste da tempi remoti. Pensavo che con la realizzazione di corsie preferenziali per i ciclisti ci sarebbe stato più rispetto e attenzione alle regole, e già vedevo le famiglie la domenica mattina usufruire, in tutta sicurezza, di questa gradita e buona iniziativa.

Dalla buona idea, purtroppo, non si può dire che ne sia uscita una buona realizzazione. Infatti, a distanza di quattro anni, non tutti i cittadini di Albenga, se non la maggior parte, hanno veramente capito che quelle strisce gialle che si protraggono lungo i bordi di Via Trieste, Viale Martiri della Libertà, Viale Italia, servono, o servirebbero, solo ed esclusivamente come pista ciclabile, in modo che i “guidatori” dei mezzi meno inquinanti della terra possano pedalare in assoluta tranquillità in compagnia, magari, di figli e nipoti, e non come parcheggio selvaggio di automobilisti “forse ignari” di occupare gli spazi riservati alle biciclette.

La nostra attenzione, però, si è soffermata maggiormente sulla “cosiddetta” pista ciclabile di viale Italia, quella in cui la “presunta” pista dovrebbe essere delineata da una striscia gialla che corre lungo tutto il marciapiede, per intenderci. Considerando il fatto che gli spazi dedicati ai ciclisti non sono quasi mai stati rispettati dai pedoni albenganesi (infastiditi a volte dallo scampanellio di un ciclista che chiede pista) neanche ai tempi in cui la sopracitata linea gialla era ancora integra e di un colore vivo, come potranno gli ignari turisti e visitatori capire il significato di quella striscia discontinua di colore giallo opaco incollata alla meno peggio sui “San Pietrini” del marciapiede di Viale Italia?

Consapevoli del fatto che ad Albenga gli spazi sono quelli che sono, e, sapendo che non si possono spostare i palazzi per realizzare le piste ciclabili, rimaniamo dell’idea che sarebbe forse il caso di dare una “risistemata” alle piste ciclabili albenganesi, magari trovando anche un (difficile, ma non irrealizzabile) sistema di segnalazione più adeguato.