PD: è maretta per l’accordo con l’Udc nell’estremo ponente

di Mary Caridi – Mal di pancia e richiesta di coerenza è l’appello del Pd laiguegliese che vede nell’alleanza con l’Udc nelle imminenti regionali un caso di trasformismo. Può il partito di Bersani accogliere l’invito a votare in modo schizofrenico? A Laigueglia gli elettori del Pd hanno detto No. Con molte ragioni, considerato che il Sindaco del partito di Casini Franco Maglione ha come vice Sindaco nientedimeno che Silvano Montaldo, esponente di spicco del Pdl, designato a districare la matassa ingarbugliata del partito nella più popolosa e importante cittadina del ponente: Albenga. Far digerire un accordo mentre in casa propria si è accaniti avversari è effetto della disinvoltura dell’Udc che in tutta Italia stringe alleanze a macchia di leopardo, sia con il Pdl che con il Pd.

Assemblea infuocata, quella di stasera ad Andora, che vedrà la presenza non solo degli “ammutinati” di Laigueglia, Andora, Alassio, Villanova d’Albenga in cerca di chiarimenti e risposte, ma lo faranno con i tre auteroveli esponenti del Pd in corsa per le regionali, Carlo Ruggeri, Michele Boffa, Nino Miceli. Un atto di coerenza a Maglione è la richiesta che faranno gli iscritti e che i tre big del Partito Democratico non potranno ignorare. Maglione dovrebbe trarre le conseguenze e ascoltare le rimostranze e far propria questo disagio. Un cambio di maggioranza nel paesino ligure potrebbe ristabilire la pax e consentire una campagna elettorale chiara e senza polemiche.

Ma sono scettici e perplessi sull’accordo con l’Udc anche altre sezioni, circoli come Alassio che non vedono di buon occhio l’alleanza. Situazione differente invece ad Albenga, dove la presenza di Antonello Tabbò come candidato potrebbe consentire un accordo con buone probabilità di successo. Le tensioni innescate dal caso Laigueglia è occasione per dare un segnale contro il trasformismo e costringere a scelte meno pasticciate e di convenienza un partito come l’Udc che piazzandosi ai confini dei partiti, al centro, rende meno omogenee le alleanze. Decisioni che devono essere prese in fretta, poiché siamo in piena campagna elettorale e ancora non sono noti neppure tutti i candidati dei partiti, ma i giochi sono in corso e sapere con chi sta l’Udc non è cosa di poco conto. I sondaggi dicono però che gli elettori decidono in base ai nomi dei candidati e che si sentono liberi dai vincoli di partito e molti lo fanno solo nella cabina elettorale a dimostrazione di un distacco e una scollatura tra politica e cittadini.