Sicurezza nei porti, FILT-CGIL Genova: “riavviare il confronto”

di FILT-CGIL Genova – Ancora un lavoratore portuale che non ritorna nella propria casa e dalla propria famiglia. Il lavoro portuale non conosce stagioni né feste, conosce solo l’impegno di uomini che sono disponibili 24 ore su 24 a esercitare un mestiere da sempre difficile, ma negli ultimi anni quasi impossibile.

Queste poche righe sono scritte da quel che rimane di una struttura nata nel 2007 dopo la morte di Formenti, formata da lavoratori portuali con il compito di far prevenzione, di comunicare e interagire con le istituzioni di vigilanza, oggi a questa struttura smembrata e indebolita sul monte ore ne è ostacolato il suo adeguato funzionamento, sempre attiva se non per volontà degli stessi appartenenti e delle segreterie sindacali. Ci si chiede perché non si riesce ad avere risposte alle richieste, alle segnalazioni, alle proposte che nel corso di questi 2 anni, travagliati, abbiamo trasmesso agli enti preposti.

Rimaniamo attoniti di fronte alle briglie burocratiche che i lavoratori portuali e la nostra struttura devono subire per far si che si possa lavorare in modo sicuro. Ribadiamo da anni il concetto che la sicurezza oltre che sui tavoli va creata sulle banchine tra la gente, assieme a quei lavoratori che più di chiunque altro conoscono i rischi del lavoro portuale tra cui l’ufficio prevenzione e sicurezza dell’Autorità che dovrebbe avere maggiori poteri. Viviamo in una realtà privatizzata dove le leggi pur esistenti non sono uguali per tutti.

Il lavoratore portuale può solo proteggersi con una pettorina e un caschetto antinfortunistico, ma è evidente che c’è bisogno molto di più per proteggere i lavoratori da organizzazioni del lavoro, modalità e tempistiche operative sempre più ristrette che mettono a rischio i lavoratori, come in questo tragico caso.

Non si dica più che è stata una fatalità: lo è stata solo nella scelta della vittima perché deve essere chiaro che questo tipo di incidente poteva e può capitare a tutti i lavoratori portuali, fatalità è un fulmine che colpisce una persona che cammina per strada, qui il rischio era evidente, era stato segnalato decine di volte da noi e dai lavoratori alle autorità competenti e non si è fatto nulla per poter impedire l’ennesima morte.

Come RLS di Sito della FILT CGIL e come Segreteria FILT CGIL del porto di Genova vogliamo esprimere, ancora una volta, la nostra amarezza verso chi ritiene la nostra struttura sindacale un freno per il lavoro portuale e non una risorsa, impedendole di esercitare a pieno il proprio ruolo. A fronte di quanto sopra invitiamo tutte le istituzioni ad un confronto tempestivo e sentito e non per proforma di lutto al fine di individuare il soggetto terzo competente, di cui tanto si parla in questi giorni, che possa avere il potere di decidere, nel caso in cui ci sia una controversia tra lavoratori e terminalisti sulle condizioni di sicurezza, sulla possibilità o meno di poter lavorare.

* Rlss di Sito FILT CGIL – Segreteria FILT CGIL GENOVA PORTO