Alle soglie del 2010 di lavoro si muore sempre

di Furio Mocco – Lo stato di funzionamento delle infrastrutture di trasporto italiane al tempo delle privatizzazioni sta tutto nelle immagini di questi giorni. Immagini di una gravità assoluta a cominciare dall’ennesima vittima sul lavoro avvenuta a Genova, Giammarco Desana. Continuando con il tecnico di Rete Ferroviaria Italiana Mauro Moretti (Gruppo FS) che è stato investito dall’Espresso 1940 Palermo – Torino mentre operava lungo la linea Roma-Cassino. Continuando con la morte del macchinista di Sassari il cui treno ha deragliato contro alcuni massi caduti sui binari.

Mentre procede la privatizzazione di Tirrenia, che come al solito genererà alcune migliaia di esuberi, che andranno ad infoltire le file dei cassintegrati, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti, le autostrade registrano situazioni che non trovano riscontro in nessun paese civilizzato.

Nonostante i regali pubblici alle imprese private del trasporto, dai Benetton, a Trenitalia, nonostante i fiumi di denaro pubblico che queste società ricevono per manutenzione e ammodernamento, nonostante la grancassa mediatica su freccia-rossa ed alta velocità, questi sono i risultati. Passeggeri insultati dall’arroganza di Moretti, che si permette di dire che tutto è normale, basta che i viaggiatori si muniscano di coperte, panini, e una bottiglietta di acqua prima di intraprendere il viaggio. Ma quale viaggio, con quale treno, in che condizioni,l’amministratore delegato di Trenitalia non lo dice. Moretti come altri manager pubblici hanno preso soldi pubblici e con questi sono profumatamente pagati per aver ridotto in queste condizioni il trasporto pubblico, o collettivo secondo la più corretta terminologia neoliberista, poiché privatizzato.

Questo stato di cose non preoccupa minimamente né il governo italiano né il ministro Mattioli, né purtroppo l’opposizione parlamentare, la quale è più interessata al dialogo sulle riforme. Di quali riforme si tratti pare ormai chiaro, certamente non quelle che interessano la maggior parte dei cittadini italiani.

Questa impostazione risulta palese anche dalle parole del neo segretario PD Bersani, che dal salotto mediatico italiano di Porta a Porta, sembra aver dimenticato le politiche scellerate attuate ormai da tempo dal suo dicastero e dal suo partito in tema di precarizzazione. Egli ha la sfrontatezza di dirsi preoccupato del futuro dei giovani, dei precari, ai quali le politiche neoliberiste di cui il suo partito e il suo dicastero si sono fatti paladini, in nome della modernizzazione, hanno rubato ogni possibilità di certezza.

Si chiude un 2009 in cui si è attuato un massacro sociale senza precedenti, in cui i morti sul lavoro hanno toccato quote insostenibili; che ormai non fanno neppure più notizia e non sono neppure più stigmatizzate dalle parole di circostanza da parte delle più alte cariche dello stato. Si chiude un anno in cui si è preso a pretesto la crisi finanziaria al fine di concretizzare precarizzazione, licenziamenti di massa, chiusure produttive, contro riforme strutturali in tema di diritti globali senza precedenti.

La rinascita di una nuova sinistra capace di interagire con le nuove povertà (economiche sociali, di condizione, di libertà) è più che mai urgente e necessaria! Il miglior augurio che ci sentiamo di fare è che il 2010 porti a questo risultato!

* Furio Mocco – Responsabile Lavoro e Politiche economiche Federazione provinciale PRC Savona