Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione Comunista, critica la gestione delle concessioni balneari in Italia, sottolineando che il suo partito è stato l’unico a opporsi alla direttiva Bolkestein: “trovo ridicolo – afferma Acerbo – che da anni quelli che l’hanno votata diano colpa a una cattiva Europa per nascondere le loro responsabilità”.
Il segretario di Rifondazione accusa i balneari di vittimismo, evidenziando che hanno beneficiato di un sistema di rinnovo automatico delle concessioni a canoni molto bassi, creando un mercato che ha portato a una cementificazione delle spiagge e alla riduzione delle aree libere. “Se sai che la tua concessione è eterna investi un sacco di soldi per costruire sempre nuove strutture”, dice Acerbo, “Che ora si lamentino degli investimenti come se fosse stata la comunità a chiedergli di costruire a più non posso è davvero fuori luogo.”
Acerbo denuncia la complicità bipartisan “dei legislatori e degli amministratori di comuni e regioni che si sono per anni contesi il voto della loro lobby”, e chiede una gestione del demanio marittimo che tuteli l’interesse pubblico e l’ambiente, piuttosto che favorire rendite private. “Chi lo ha detto che a scadenza delle concessioni debbano semplicemente andare a gara? È possibile un modello di gestione pubblico diverso” sostiene il segretario del PRC che al claim “La spiaggia è di tutti, riprendiamocela!” pensa invece a un piano per la rinaturalizzazione delle spiagge, l’aumento dei canoni e la creazione di più spiagge libere, affermando che la spiaggia è un bene comune da riprendere in mano.