Inflazione, Coldiretti: a tavola i rincari costano 650 euro in più a famiglia

Presidente Coldiretti Liguria Gianluca Boeri

I rincari della spesa alimentare costeranno alle famiglie italiane 650 euro in più durante l’anno. La causa, secondo quanto stimato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a settembre (che evidenziano un aumento dell’11,4% per i beni alimentari), è da imputare ancora una volta all’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare.

A causa dei rincari, più di un italiano su due (51%) è costretto a tagliare la spesa nel carrello, mentre un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese. Solo un 31% non ha modificato le abitudini della propria spesa.

“Gli italiani – sottolineano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo “slalom” nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 e ai punti a premio, inoltre, si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene, per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti”. Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto gli oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare, con i pacchi dono o nelle mense di carità: queste rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero sempre crescente di famiglie a causa dell’inflazione, spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari. “Una situazione che colpisce una filiera agroalimentare dal valore di 575 miliardi di euro – continuano Boeri e Rivarossa – che rappresenta quasi un quarto del Pil nazionale e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”.

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In agricoltura si registrano, infatti, aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, fino ad arrivare a un +129% per il gasolio e al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma gli aumenti riguardano anche il vetro, che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il +15% del tetrapack, il 35% delle etichette, il +45% del cartone, il +60% dei barattoli di banda stagnata e il +70% della plastica.