Fotografia… “Pseudomorphica”: alla Galleria Artender di Alassio una mostra della fotografa genovese Giusi Lorelli

La fotografa genovese Giusi Lorelli inaugura sabato 21 maggio, alle ore 18.30, con il patrocinio del Comune di Alassio, la sua mostra personale alla galleria Artender. “Pseudomorphica” è il titolo della personale, a cura della critica d’arte Claudia Andreotta: le opere rimarranno in mostra sino al 4 giugno, con apertura nei giorni venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 19. 


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Dopo una carriera come operatrice di ripresa e montatrice televisiva per diverse trasmissioni nazionali, Giusi Lorelli, fotografa professionista autodidatta, si dedica al reportage e alla street photography. Tiene corsi di fotografia: nel 2016 cura la rubrica “La foto sulla schiena” per il bimestrale “Art&Art”, dal 2011 espone a Barcellona, Nizza, Modena, Firenze, Torino, Venezia, Como e nella città natale, Genova, dove apre la sua prima personale nel 2016. In questi anni affronta un complesso percorso teso alla ricerca di un linguaggio proprio attraverso la sperimentazione con le tecniche di postproduzione e manipolazione digitale che andrà facendosi via via sempre più raffinato.

«L’aspetto tecnico, controllatissimo, evidente, ma mai preponderante, è sicuramente uno degli elementi di maggiore interesse di queste opere fotografiche, che raggiungono squisiti esiti di suggestione pittorica, dalla sericità dei tessuti alla levigatezza delle carni. I lavori esposti provengono da due serie, “Rivoluzionario passo zero” e la più recente “Ka”, che compongono il progetto Pseudomorphika: il termine pseudomorfismo deriva dalla mineralogia e indica come un minerale possa trasformarsi in altro mantenendo la propria composizione chimica. Come scrive l’artista così possono essere definite le sue opere che possiedono la “composizione della fotografia” senza esserlo, ne hanno la tecnologia, ma non il linguaggio e le figure umane che ritraggono esistono, ma in maniera differente da come appaiono. Considerando ancora vitali gli interrogativi archetipi sull’esistenza, il mistero dell’essere vivi e del morire e l’ambiguità sostanziale di ogni fenomeno, ho deciso di provare a piegare il mezzo fotografico a queste istanze.”»

«La tecnica si fa dunque strumento narrativo del profondo, arduo processo di ricerca interiore verso la consapevolezza del sé: i lavori, caratterizzati da una densa tensione emotiva trasfigurata in una rarefatta, ma lucida poesia, uniscono echi orientali e barocchi e trovano fondamento ideologico in un sorprendente florilegio di riferimenti artistici e letterari, da Pasolini a Picasso. Proprio all’importanza di questi ultimi nella ricerca di Giusi Lorelli è dedicata un’opera video, con dialoghi e musiche scritti dalla stessa artista, che viene presentata in anteprima assoluta e che chiude il percorso espositivo.»