A.Li.Sa. cesserà le funzioni di Centrale regionale d’acquisto

Volto punto interrogativo

Tra le polemiche, oggi in Consiglio regionale con 17 voti a favore (maggioranza) e 12 contrari (minoranza) è stato approvato il disegno di legge 57 “Razionalizzazione e potenziamento del sistema regionale di centralizzazione degli acquisti di forniture e servizi e dell’affidamento di lavori pubblici”. I gruppi di minoranza (Partito Democratico – Lista Sansa – Movimento Cinque Stelle – Linea Condivisa) hanno contestato il disegno di legge ritenendolo immotivato, estemporaneo e non ben articolato, come evidenziato anche dai numerosi emendamenti presentati dalla stessa maggioranza. Il presidente della giunta, con delega al bilancio e alla sanità, Giovanni Toti ha replicato: «L’opposizione è legittima, ma è possibile se non c’è un dibattito pregiudiziale, che nega alcuni punti di partenza». «Forse abbiamo messo mano tardivamente mano alla materia» il presidente ha ammesso aggiungendo però che «Chi vuole giocare sul fatto che stiamo smantellando ALiSa dico che non è affatto così»: «Stiamo riorganizzando razionalmente un mondo che non ha a che fare con la programmazione sanitaria, che resta nelle mani di ALisa». Il presidente ha poi specificato il senso della legge: «Stiamo distribuendo in modo diverso le competenze su vari organi della Regione. Non trovo nulla di stravagante che una centrale acquisti – ha aggiunto – sia direttamente sotto la Regione, sarebbe semmai stravagante accorpare la SUAR della Regione ad Alisa, che è una struttura esterna alla Regione». Toti non ha escluso il confronto con le forze sindacali una volta che il disegno di legge sarà trasformato in legge e ha concluso: «Riuscire a intervenire per migliorare una legge regionale è un compito apprezzabile delle opposizioni, ma partire dicendo che tutto non va perché è fatto troppo in fretta, troppo tardi, troppo o troppo poco, non stimola un dibattito in aula che possa portare da una sintesi».

Il provvedimento interviene sul sistema degli acquisti da parte della Regione. La Regione, in quanto “centrale di committenza”, si configura già come Stazione Unica Appaltante, ma il sistema di centralizzazione secondo la Giunta Toti “richiedeva un’azione ancora più coordinata e tempestiva, con un’ulteriore riduzione dei centri di acquisto del sistema regionale per aumentare la concorrenza ed aiutare la professionalizzazione della commessa pubblica”. La SUAR, così riorganizzata, definirà il fabbisogno, individuerà le priorità operative, svolgerà le procedure di scelta del contraente e il monitoraggio dei consumi. La SUAR potrà operare direttamente ma si articolerà anche in centrali di committenza che potranno stipulare convenzioni per l’acquisto di forniture e servizi (Liguria Digitale, Consorzio Energia Liguria) o per l’affidamento di lavori e di opere pubbliche strategiche (IRE).

A.Li.Sa. cesserà le funzioni di Centrale regionale d’acquisto e il personale addetto alla Centrale sarà trasferito alla Regione per un costo annuale di 994 mila 294 euro nel 2021, 2022 e 2023 a cui l’Ente farà fronte con le risorse già stanziate per la spesa del personale. La legge prevede che gli Enti Parco, gli Enti Regionali, il cui funzionamento dipende dal contributo regionale, le Aziende sanitarie, gli Enti ospedalieri, gli IRCCS, l’ente ospedaliero Galliera e l’Evangelico, le società in house della Regione debbano approvvigionarsi aderendo alle convenzioni stipulate dalla SUAR. Gli altri Enti pubblici, incluse le Autorità di Sistema Portuale e le Aziende di Servizio alla Persona, possono aderire, volontariamente, alle convenzioni.

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La giunta emanerà le misure necessarie per garantire la legalità e la trasparenza anticrimine e viene introdotto, infine, il mercato elettronico regionale. Ma su questo i gruppi di minoranza (Partito Democratico – Lista Sansa – Movimento Cinque Stelle – Linea Condivisa) hanno contestato il fatto che siano state respinte “tutte le proposte di coinvolgimento della Commissione Antimafia e la creazione di istituti di vigilanza per la trasparenza degli appalti, al fine di porre una particolare attenzione al tema delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio, soprattutto su un tema, come quello delle sanità, che è diventato in questi mesi, uno dei principali settori su cui le mafie operano e lucrano”.

Polemica respinta dal presidente Toti: “Trovo francamente piuttosto offensivo – ha affermato – quello che ho sentito in quest’aula, per quel tono strisciante di accusa nei confronti della maggioranza politica, non di sottovalutazione di un fenomeno rispetto al quale chiedete un passaggio in più in una Commissione che per altro non ha poteri ispettivi e per questo ritengo che sarebbe, in ragione di quello che vogliamo ottenere con questa legge, un passaggio che, in una logica di costo-beneficio, non aggiunge molto al controllo di legalità, su cui gravano già numerosi istituti ad esso preposti all’interno del processo di spesa della pubblica amministrazione. Il fatto che le opposizioni chiedano un passaggio in più è una valutazione di opportunità, precedenze, necessità di una riflessione in più. Questo rientra nel dibattito politico e non trovo strano si abbiano pareri differenti. Il dibattito politico prevede che le opposizioni possano chiedere tutti i passaggi in Commissione che ritengano e che la maggioranza, in un disegno di legge che intende razionalizzare e snellire, migliorare la velocità, la qualità e l’incisività della spesa pubblica, ritenga che vi siano sufficienti sistemi e organismi e autorità di controllo, specificamente preposti a questo per garantire la legalità. Non credo che nessuno in quest’aula possa alzarsi ritenendo che la struttura di controllo sugli appalti pubblici sia deficitaria di controlli e di regole nel nostro Paese. Possiamo anche divergere sul fatto che sia meglio un controllo in più o uno in meno e io ritengo che sia meglio un controllo in più utile e qualche passaggio inutile e meramente formale in meno che fa solo perdere tempo. Ma questo fa parte del dibattito politico”.

Sono stati approvati tutti gli emendamenti presentati dalla giunta. Fra questi, è stato approvato un emendamento che prevede l’istituzione, da parte del presidente della giunta con un apposito atto, che ne de definisce compiti e obbiettivi, l’istituzione di “strutture di missione” di durata temporanea e comunque non superiore alla durata della legislatura. La “struttura di missione” può essere costituita da personale regionale o anche da uno o più componenti esterni con adeguate competenze professionali a cui l’incarico è attribuito con le procedure ordinarie. Per ogni “struttura di missione” gli oneri relativi ai compensi dei componenti esterni non possono eccedere il costo di una unità di categoria D (funzionario). Agli oneri derivanti dall’emendamento per gli incarichi esterni sono 123 mila 289 euro. Approvato un altro emendamento della giunta che stabilisce come, per la progettazione e l’espletamento di gare di lavori e per la fornitura di beni e servizi, le Arte possono avvalersi della SUAR.

Fra gli emendamenti presentati dal Pd – Articolo Uno, è stata approvata una modifica di natura tecnica. Rispetto all’istituzione delle “Strutture di missione” sono stati approvati altri due emendamenti del gruppo Pd-Articolo Uno: il primo prevede il coinvolgimento della competente commissione consiliare per avere un confronto sull’istituzione di ciascuna “struttura di missione” per un confronto sulle funzioni e gli obbiettivi della stessa struttura prima della sua attivazione; il secondo introduce un monitoraggio annuale sull’attività delle “strutture di missione” da parte della competente commissione consiliare per verificare l’efficacia delle misure organizzative messe in campo.