Albenga, emergenza coronavirus: controlli della Polizia Locale per il rispetto dell’ordinanza regionale

Polizia Locale di Albenga

Albenga | Facendo seguito all’ordinanza n. 4 del 2020 del Presidente della Regione Liguria avente ad oggetto “ulteriori misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, “il Comune di Albenga ha iniziato un’attività di informazione capillare attraverso i suoi canali social, comunicazioni dirette alle associazioni di categoria e attraverso l’inoltro di e-mail informative alle attività commerciali e ricettive, circa le norme e le disposizioni alle quali attenersi”.

A partire dalle ore 14,00, orario di entrata in vigore del provvedimento, inizierà l’attività di controllo ad opera della Polizia Locale di Albenga volto a fare rispettare le disposizioni previste (Leggi QUI Liguria, prevenzione coronavirus: ordinanza per chi proviene dalla Lombardia o dalle province in “zona rossa”).

Il sindaco Riccardo Tomatis ricorda che “tutti i non residenti in Liguria che arrivano dalle zone segnalate dal Decreto del Governo, cioè la Lombardia più 14 province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola e Alessandria), hanno l’obbligo di applicare, anche se sono qui in Liguria, le stesse regole che avrebbero dovuto seguire nei loro comuni, ovvero restare a casa, non uscire e dichiarare la propria presenza sul nostro territorio”.

Advertisements

Secondo quanto prescrive l’ordinanza regionale, dalle 14 di oggi – lunedì 9 marzo – occorre dichiarare la propria presenza telefonicamente ai numeri: 010 5485767, 010 5488679 (dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16) o via mail sonoinliguria@regione.liguria.it Inoltre gli albergatori hanno il divieto di ospitare le persone che arrivano da quelle zone, a meno che non si trovino qui per ragioni di lavoro. La polizia locale di Albenga, inoltre, ha già iniziato un monitoraggio delle attività commerciali per verificare il corretto adempimento delle direttive ministeriali e regionali in vigore per il Coronavirus (Leggi QUI Dpcm Coronavirus, le misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale) .

Anche le attività commerciali, sono chiamate a contribuire attivamente all’impegno comune, ponendo in essere misure organizzative idonee allo scopo.Afferma il sindaco Riccardo Tomatis: “Chiedo a tutti di dare attuazione alle misure di tutela disposte e di rispettare sempre le indicazioni fornite dalle Autorità competenti”.

La prima condizione da evitare nelle attività commerciali, comprese eventuali occupazioni esterne, è l’affollamento di persone, avendo cura che i clienti mantengano stabilmente fra loro una distanza di sicurezza pari ad almeno un metro. La verificata impossibilità di garantire l’indicata misura di precauzione, fosse anche solo temporaneamente, dovrà essere risolta – a cura del gestore – sospendendo l’attività. Per i casi di mancata osservanza delle disposizioni di ultima approvazione sono previste sanzioni particolarmente severe, di natura penale e civile.

Le condizioni di esercizio delle principali attività, che saranno verificate in occasione dei controlli già pianificati per la settimana e sino al termine dell’emergenza sanitaria in atto:

  • a) sono sospese le attività di cinematografo e teatro;
  • b) sono sospese le attività di sala giochi, sale scommesse, sale bingo, discoteche e locali assimilati in caso di accertata violazione, oltre le conseguenze di carattere penale per il titolare/gestore, è prevista la sospensione dell’attività;
  • c) l’attività di bar e ristorante, compresi i dehor, è consentita con obbligo – a carico del gestore – di fare rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro fra le persone presenti nel pubblico esercizio, in caso di accertata violazione, oltre le conseguenze di carattere penale per il titolare/gestore, è prevista la sospensione dell’attività;
  • d) esercizi commerciali diversi da quelli di cui alla lettera c), è raccomandata – a cura del gestore – l’adozione di misure organizzative tali da consentire accesso ai locali in modalità contingentate, e comunque tali da consentire la richiamata distanza interpersonale di almeno un metro, individuata dall’istituto Superiore di Sanità come soglia di sicurezza.

In generale, per tutti, si suggerisce di evitare formule commerciali per loro natura idonee a costituire particolare richiamo per la clientela e/o generare affollamento nei locali e all’esterno di essi.