Ospedali di Albenga e Cairo, affidamento definitivo a istituto Galeazzi

La gestione per una durata di sette anni (prorogabili per ulteriori cinque) era stata vinta dall’Istituto Ortopedico Galeazzi, superando l’unico concorrente presente, appunto il Policlinico che aveva presentato ricorso al Tar

Ospedale Albenga

Albenga / Genova | È definitivo l’affidamento all’Istituto Galeazzi della gestione degli ospedali Santa Maria di Misericordia di Albenga e San Giuseppe di Cairo: sul sito di Regione Liguria è stata pubblicata l’aggiudicazione definitiva del bando di gara.

La gestione per una durata di sette anni (prorogabili per ulteriori cinque) era stata vinta dall’Istituto Ortopedico Galeazzi, superando l’unico concorrente presente, appunto il Policlinico che aveva presentato ricorso al Tar. Nel luglio scorso il Tar ha accolto il ricorso. Alla luce del pronunciamento del Tribunale amministrativo, la Commissione di gara ha quindi riesaminato con attenzione tutta la documentazione per stabilire quale fosse la migliore offerta: l’esito della procedura ha confermato l’affidamento della gestione di questi due ospedali all’Istituto Galeazzi (gruppo San Donato di Milano). Il bando di gara era diviso in due lotti: per il primo lotto, relativo all’affidamento ai privati della gestione dell’ospedale Saint Charles di Bordighera, la procedura si è conclusa nel febbraio scorso con l’affidamento al Gruppo Maria Cecilia Hospital e Iclas di Rapallo, entrambe del gruppo Villa Maria.

“Avevamo detto che entro Natale avremmo avuto una parola definitiva su questa vicenda – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – ed è stato così. Quindi siamo molto soddisfatti perché da oggi abbiamo la certezza su chi gestirà questi due ospedali: ora si deve procedere con la massima celerità nella stipula del contratto tra il privato e la Asl2 per poter restituire ai cittadini di Cairo e Albenga e dei rispettivi comprensori i due pronto soccorso che, insieme a quello del Saint Charles di Bordighera, erano stati declassati in punti di primo intervento dalla precedente amministrazione di centrosinistra, potenziando l’offerta sanitaria di quei territori. E tutto questo avverrà mantenendo pubblici i due ospedali, tutelando i lavoratori e offrendo ai cittadini servizi migliori, senza alcun costo aggiuntivo per le loro tasche. Spero che questo sia davvero il fischio finale della partita burocratica e quello di inizio di un percorso che migliorerà la vita dei pazienti”. “Il ricorso al Tar ha allungato i tempi che ci eravamo prefissi di circa sei mesi – ha aggiunto la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale – ma quello di oggi rimane un risultato storico per la Liguria che garantisce la messa in sicurezza di questi ospedali, altrimenti destinati progressivamente alla chiusura”.

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I commenti

Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis: “Ho espresso in diverse occasioni la mia opinione circa l’affidamento di un Ospedale come quello di Albenga alla gestione privata, opinione che resta invariata. Detto questo mi auguro che adesso si possa iniziare a lavorare realmente e senza ulteriori intoppi al fine di recuperare un ospedale che oggi è quasi allo stato di abbandono. Continueremo a vigilare affinché le prescrizioni di legge e quelle previste dal bando vengano rispettate, affinché vengano mantenuti tutti quei reparti che sono di primaria importanza per i pazienti e per una realtà come quella del comprensorio ingauno e affinché i lavoratori (medici, infermieri ecc.) vengano tutelati”.


Sulla privatizzazione degli ospedali del San Maria della Misericordia di Albenga e del San Giuseppe di Cairo Montenotte, intervengono anche i consiglieri regionali del PD Giovanni Lunardon e Mauro Righello: “Continuiamo a ritenere errato questo processo di privatizzazione, di cui abbiamo chiesto la revoca nel recente Consiglio regionale straordinario sulla sanità presentando quattro ordini di ragioni. Non si può privatizzare senza una regia e senza avere obiettivi chiari. Non è possibile trasformare i punti di primo intervento in pronto soccorso funzionanti a parità di budget. Per reperire risorse aggiuntive, oltre a quelle (in aumento) in arrivo dal Ministero, abbiamo chiesto la chiusura di Alisa: la superagenzia voluta da Toti e Viale che, di fatto, produce solo burocrazia che ci costa 12 milioni di euro all’anno. Inoltre questo processo di privatizzazione si fa sulle spalle dei cittadini e degli operatori, visto che il privato arriva a gestire l’ospedale senza un accordo sul personale. Per Cairo e la Valbormida serve un ospedale di area disagiata, a favore del quale erano raccolte migliaia firme, anche di consiglieri regionali che ora siedono in maggioranza, ma che probabilmente hanno la memoria corta. Insomma a nostro avviso – concludono Lunardon e Righello – siamo di fronte a processo di privatizzazione sbagliato, pasticciato, oggetto di ricorsi al Tar e tardivo i cui effetti negativi si vedranno nella prossima legislatura”.