Conad/Aauchan, domani il tavolo al Ministero dello sviluppo economico

Savona / Roma | Anche le lavoratrici e i lavoratori dell’ex Gruppo Auchan – ora Margherita Distribuzione Spa – scenderanno in piazza domani a Roma con Cgil Cgil Uil, in concomitanza del previsto incontro convocato al ministero dello Sviluppo Economico per dirimere i nodi della maxi operazione di acquisizione avviata dal Consorzio di Dettaglianti Conad. La mobilitazione, indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, culminerà il 23 dicembre con 8 ore di sciopero proclamate al livello nazionale ed altrettante 8 ore al livello territoriale anche con lo svolgimento di presidi davanti i punti vendita Conad.

La complicata vertenza conta circa 6mila esuberi in assenza di un piano di salvaguardia occupazionale, 1.300 esuberi causati dalla riduzione di superficie e 4.700 motivati dall’incidenza del costo del lavoro. Alla base della protesta indetta dai sindacati la disdetta della contrattazione integrativa di Sgd SpA e la mancanza di una assunzione di responsabilità delle sei Cooperative del sistema Conad sulla ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori addetti alle funzioni centrali e delle sedi logistiche di Rozzano, Calcinate, Grantorto, Truccazzano, Osimo, Offagna, Santa Palomba, Melfi, Cagliari e Fiumicino.

Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «la svolta positiva per questa vertenza è alla portata delle parti coinvolte se non si tenterà per l’ennesima volta di eludere le tre richieste che potrebbero consentirci di raggiungere un apprezzabile equilibrio negoziale». Il sindacalista sollecita «un impegno finalizzato a ricollocare le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nei punti vendita che subiranno riduzioni di superficie da parte della rete Conad; la messa a disposizione delle 6 Cooperative di sistema per il personale delle sedi e delle unità logistiche di posizioni lavorative, che oggi si stringono direttamente dal mercato del lavoro esterno, per profili professionali compatibili; e infine il confronto sulle ineludibili riorganizzazioni dei punti vendita oggetto di passaggio non ex ante e con chi quei negozi cederà, ma con chi li dovrà gestire e rendere davvero performanti».

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La partita è tutt’altro che scontata e le variabili in campo sono molte, senza dimenticare pronunciamento dell’Antitrust, con le sovrapposizioni rilevate in ben 147 mercati locali; l’Agcom dovrebbe giungere ad emettere un provvedimento finale entro il 20 gennaio 2020. Sono nel frattempo intercorsi già due incontri tra i rappresentanti di Margherita Distribuzione SpA e la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nei quali il management di BDC Italia SpA avrebbe reso informazioni di dettaglio sulla complessa operazione di acquisizione e sulla cessione dei singoli negozi a imprese del sistema Conad od a altri soggetti commerciali. Inizia a intanto a prendere forma il piano di dismissioni a terzi: sarà Carrefour Italia ad acquisire – entro i primi mesi del 2020 – 28 punti vendita in Lombardia del formato di prossimità con superficie compresa tra 150 e 600 metri quadrati mentre altri 9 negozi sarebbero stati acquisiti da Esselunga.

«La notizia che il piano di cessione a terzi si stia avviando, sia pure con un notevole ritardo rispetto alle iniziali  prospettazioni della BDC Italia SpA è senz’altro positiva – ha dichiarato Dell’Orefice – ma ancor di più ripropone nella sua drammatica attualità una delle questioni centrali di questa particolarissima e delicata vertenza da sempre denunciata dalle organizzazioni sindacali: operare per tempo affinché la progressiva riduzione del perimetro commerciale di Margherita Distribuzione e, a regime, vale a dire per la metà dell’anno prossimo, la sua totale dismissione non producano sacche di esuberi irrecuperabili».

«È evidente, infatti, che se, contestualmente alla comprensione della rete di vendita e, a maggior ragione, preventivamente alla sua totale ricollocazione presso soggetti diversi da Margherita Distribuzione non si riuscirà a trovare soluzioni occupazionali per il personale eccedente dei pdv, nonché per quello delle sedi amministrative e dei depositi logistici – ha stigmatizzato Dell’Orefice – l’epilogo di questa importantissima operazione societaria sarà drammatico per svariate migliaia di lavoratrici e lavoratori, oltre che per le loro famiglie». «All’incontro di domani presso il MiSE  – ha concluso il sindacalista – auspichiamo che i nostri interlocutori di parte aziendale portino risposte convincenti e, soprattutto, che abbiano l’umiltà quantomeno di non far cadere inascoltate le richieste sindacali».