Medici senza frontiere, più garanzie occupazionali per gli operatori

Savona / Roma | Più garanzie occupazionali per gli operatori impiegati in ciascun ambito organizzativo e nelle missioni umanitarie nazionali ed internazionali realizzate dalla più grande associazione medico-umanitaria del mondo Medici Senza Frontiere. A diversi anni dalla sottoscrizione dell’intesa che ha sancito l’applicazione del contratto collettivo nazionale del terziario distribuzione e servizi e dalle intese siglate lo scorso anno, la Fisascat Cisl nazionale, insieme alla Fisascat Cisl Roma Capitale Rieti, ha rinnovato con la direzione della onlus non governativa l’intesa sulla disciplina delle assunzioni a tempo determinato a titolo temporaneo e per non più di 24 mesi. Ai lavoratori che nell’esecuzione di uno o più contratti a tempo determinato presteranno la propria attività lavorativa per un periodo superiore a 3 mesi, sarà riconosciuto il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate nei successivi 24 mesi. L’accordo contempla anche specifiche sessioni di confronto per monitorare in fase applicativa le dinamiche assunzionali che ne scaturiranno, anche considerato l’impatto occupazionale delle intese raggiunte ad oggi con circa 600 assunzioni dal 2017.


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Positivo il commento del segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. Il sindacalista ha in particolare sottolineato il valore dell’accordo che «contribuisce da una parte al rafforzamento delle relazioni sindacali fra la Fisascat Cisl e questa importante associazione umanitaria e dall’altra opera il definitivo superamento di forme contrattuali parasubordinate ed autonome portando nell’alveo della subordinazione la generalità dei rapporti di lavoro in corso ed attivabili in futuro». «La soluzione individuata dalle parti – ha aggiunto – dimostra che l’autonomia collettiva, per le proprie peculiari potenzialità e intrinseche caratteristiche di flessibilità, che non possono, peraltro, essere replicate dagli interventi normativi, è un’opzione in grado di adattare flessibilmente le regole prodotte da un legislatore non sempre attento o più spesso del tutto disinteressato a cogliere le indubbie differenze esistenti fra i vari datori di lavoro». «L’accordo, che contribuisce significativamente alla continuità occupazionale degli operatori impegnati in missioni umanitarie ed impiegati in ciascun ambito organizzativo della Onlus – ha concluso Dell’Orefice – supera un’ipocrisia e spezza una visione omologata che pretende di imporre le stesse regole ad ambiti lavorativi assai diversi, a chi opera nel mercato e a chi è attivo in contesti a questo del tutto estranei».