Centrale TP, Ferraro : “l’azienda e i suoi manager rispondano ai cittadini della loro negligenza”

"i dirigenti di Tirreno Power avevano bollato questa ricerca come 'inconsistente' poco più di un anno fa, a dimostrazione di quanto sia ancora oggi difficile per loro ammettere le loro colpe”

Nella foto: Fabrizio Ferraro, Segretario Provinciale a Savona di Rifondazione Comunista

Savona | “È giunta l’ora che l’azienda e i suoi manager rispondano ai cittadini della loro negligenza e del loro vergognoso tentativo di utilizzare il tema del lavoro e delle difficoltà dei lavoratori per continuare a produrre profitti sulla pelle delle persone coinvolte da problemi di salute in ben oltre i 12 anni di rilevazioni” sostiene Fabrizio Ferraro, segretario provinciale di Rifondazione Comunista.


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“La ricerca dell’Istituto di Fisiologia clinica del CNR ha messo nero su bianco, e in maniera scientifica, quanto già si sapeva sui danni alla salute che la centrale Tirreno Power di Vado Ligure ha portato almeno negli ultimi 12 anni di attività, prima che la magistratura chiudesse lo stabilimento per disastro ambientale doloso nel 2014. Purtroppo i dirigenti di Tirreno Power avevano bollato questa ricerca come ‘inconsistente’ poco più di un anno fa, a dimostrazione di quanto sia ancora oggi difficile per loro ammettere le loro colpe”, prosegue Ferraro: “Anche senza essere scienziati, siamo ben consapevoli di quanto possa essere dannoso seminare polveri di carbone nell’aria dei centri cittadini. E siamo ben consapevoli di quanto la dirigenza di TP abbia “lavorato” per ridicolizzare le accuse mosse dai movimenti civici-ambientalisti e dalle forze politiche sensibili al tema in tanti e tanti anni di richieste e di lotta, mettendo gli uni contro gli altri i cittadini vadesi, contrapponendo il lavoro contro salute e ambiente, alzando la tensione sociale e facendo ricadere infine le colpe della chiusura della centrale su chi semplicemente rivendicava il diritto alla salute. Il tutto mentre nemmeno l’Autorizzazione Integrata Ambientale veniva rispettata e le ciminiere funzionavano senza veri controlli sulle emissioni”.