Corruzione: un appello di ANPI e Fischia il Vento

Fischia il vento stele a Casanova Lerrone

LETTERE&INTERVENTI. (di ANPI e Fischia il Vento) Savona / Albenga. «La nostra stessa ragion d’essere è mantenere viva l’essenza di ciò che fu la Resistenza e della sua figlia prediletta, la Costituzione. Non possiamo farlo solo nelle commemorazioni, siamo chiamati a vigilare ed intervenire se e quando appare evidente che lo Spirito Costituente è violato o tradito perché la qualità della nostra Costituzione è essere Carta di Diritti e di Responsabilità. Essa nacque dal bisogno di regole umane, certe e condivise. L’arroganza, la violenza, l’ingiustizia si alimentano con l’assenza di regole: ma le regole non bastano, servono arbitri autorevoli e giocatori corretti. Ecco perché il nodo è la questione morale, che è poi il bisogno di regole giuste , condivise e rispettate, ecco perché il nodo è la corruzione: perché non bastano le regole se l’arbitro è corrotto e i giocatori corruttibili o ignavi.


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La corruzione è un abito mentale che ha incancrenito questo paese. Oggi si parla di ciò che accade nella Magistratura, ma è opportuno avere il coraggio di un ragionamento più profondo, che parta dalla natura dei singoli comportamenti perché ogni volta che rubiamo il diritto di un altro avviliamo noi stessi, picconiamo il futuro dei nostri figli, infanghiamo la memoria dei nostri padri e dei nostri nonni che hanno conquistato per noi un sistema di regole che si chiama Costituzione e senza un sistema di regole siamo tutti perduti.

Il sistema di regole si chiama politica. È ragionevole sostenere che tra chi fa politica la tentazione del malaffare è diffusa e trasversale. Il motivo è semplice : finché il sottogoverno sarà nelle mani dei politici il rischio sarà fortissimo e l’intero sistema resterà malato. Anzi, la democrazia si ammalerà sempre più gravemente, perché i cittadini perderanno fiducia, e la perdita di fiducia è l’anticamera della deriva autoritaria. La politica deve recuperare autorevolezza, e il primo passo è l’assoluta trasparenza etica. Il primo passo è abbandonare il sottogoverno: lo diceva già Enrico Berlinguer che indicò “nella degenerazione dei partiti l’origine dei malanni dell’Italia”. Come fare? Iniziando a rivedere radicalmente i meccanismi di selezione della classe dirigente dei Partiti. Il metro di misura ritorni ad essere ciò che è eticamente opportuno, e non solo ciò che è lecito. Avanziamo perciò la proposta che i Politici chiamati dal voto al governo della Cosa Pubblica costituiscano Albi pubblici e trasparenti incardinati su graduatorie e competenze legate alla professionalità e non alla tessera, nei quali scegliere gli Amministratori di banche, sanità, trasposti, rifiuti ed in genere ciò che dipende direttamente o indirettamente da nomine di tipo politico. Lo facciano le strutture nazionali dei Partiti dandosi per prime regole più ferree in questa direzione, lo facciano gli Organismi locali , lo facciano le singole persone, sopratutto quando hanno già avuto tanto dal loro impegno politico. Ma questo processo rigenerativo parta dai territori, a partire dalla Liguria.

È fisiologico quanto discutibile che dove lo stesso partito governa per decenni si creino situazioni opache, ma in Liguria e nel savonese in particolare la situazione è più complessa. Savona fu il luogo dove venne alla luce la prima Tangentopoli italiana, conosciuta come caso Teardo. Quanto conta ancora il teardismo, ovvero sia un modo di fare politica spregiudicato e finalizzato esclusivamente all’occupazione del potere sia la presenza fisica di persone che in quel periodo hanno iniziato o consolidato il proprio potere personale? Quanto ha contato negli ultimi decenni? Ciò che era mezzo – la gestione del potere- è diventato fine, ma la politica ha ancora un’occasione, la colga prima che sia troppo tardi. Anche nodi vecchi di quarant’anni prima o poi vengono al pettine e si devono sciogliere, o la corda si spezza. Il problema è che quella corda si chiama Democrazia.». Associazioni Anpi e Fischia il Vento.