Elezioni Albenga, M5S replica alle liste Calleri e Tomatis: “rispettiamo la ‘spazzacorrotti’”

Nella foto: i quattro candidati Sindaco alle Elezioni Amministrative di Albenga 2019 – (da sx a dx) Gerolamo Calleri, Riccardo Tomatis, Fausto Icardo e Diego Distilo.

Albenga. Amministrative, candidati e polemiche elettorali. Nessuna mistificazione della realtà, dichiara il MoVimento 5 Stelle Albenga: “I nostri avversari forse dovrebbero imparare a leggere e comprendere le norme prima di millantare che non sia vero ciò che affermiamo” scrive in una nota la segreteria del M5S respingendo l’accusa delle liste Calleri di aver diffuso “una notizia totalmente falsa”.


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Secondo il M5S e il suo candidato Sindaco Fausto Icardo si fa ulteriore confusione, ignorando “le differenze tra i vari certificati del casellario giudiziale” e scambiando il Certificato Elettorale per quello Penale, che è invece quello esplicitamente richiesto dalla cosiddetta legge “spazzacorrotti” (vedi Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019, con riferimento ad Art. 1, comma 14 della legge 3/2019). «Grazie allo Spazzacorrotti i cittadini possono sapere quali sono le liste pulite, quindi adempiere alla norme, oltre ad evitare loro pesanti sanzioni, significa garantire la più ampia trasparenza agli albenganesi” prosegue il M5S: «Nel merito la norma prevede la pubblicazione del Certificato Penale, molti invece hanno pubblicato il Certificato Elettorale, tale certificato contiene solo le condanne che incidono sul diritto di voto, quindi NON idoneo al rispetto della norma. Consigliamo a Calleri prima di accusarci di falsità di verificare meglio i documenti della lista Albenga Vince dove 15 candidati su 16 hanno pubblicato il Certificato Elettorale invece del Certificato Penale previsto dalla norma».

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Per quanto riguarda le liste di altri candidati Sindaco, aggiungono i pentastellati ingauni, «Ci piacerebbe invece che Tomatis spiegasse, non a noi ma agli albenganesi, come possa sostenere che i documenti fossero tutti pubblicati entro il termine del 12 Maggio previsto dalla norma (14 giorni prima delle elezioni). Le bugie non si dicono a prescindere, raccontarle agli elettori è un insulto alla loro intelligenza, oltre che una clamorosa caduta di stile». «Infine – conclude la nota del M5S – consigliamo a CentroDestra e CentroSinistra, invece di sostenere di essere in regola, di correre ai ripari al più presto visto che gli sarà sfuggito che le sanzioni per chi non ottempera agli obblighi di pubblicazione vanno da un minimo di 12mila Euro ad un massimo di 120mila Euro per lista». (effe)

Cosa prescrive alla lettera l’Art. 1, comma 14, della Legge 9 gennaio 2019, n. 3 (cosiddetta “spazzacorrotti”) inerente le “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”: Comma «14. Entro il quattordicesimo giorno antecedente la data delle competizioni elettorali di qualunque genere, escluse quelle relative a comuni con meno di 15.000 abitanti, i partiti e i movimenti politici, nonché le liste di cui al comma 11, primo periodo, hanno l’obbligo di pubblicare nel proprio sito internet il curriculum vitae fornito dai loro candidati e il relativo certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale non oltre novanta giorni prima della data fissata per la consultazione elettorale. Ai fini dell’ottemperanza agli obblighi di pubblicazione nel sito internet di cui al presente comma non è richiesto il consenso espresso degli interessati. Nel caso in cui il certificato penale sia richiesto da coloro che intendono candidarsi alle elezioni di cui al presente comma, per le quali sono stati convocati i comizi elettorali, dichiarando contestualmente, sotto la propria responsabilità ai sensi dell’articolo 47 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che la richiesta di tali certificati è finalizzata a rendere pubblici i dati ivi contenuti in occasione della propria candidatura, le imposte di bollo e ogni altra spesa, imposta e diritto dovuti ai pubblici uffici sono ridotti della metà.» (dalla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019)