Liguria, bilancio e previsioni giunta Toti: le critiche dei consiglieri di minoranza

Regione Liguria - Sede Palazzo De Ferrari

Genova / Regione Liguria. Si è tenuto oggi in consiglio regionale la discussione generale sulla manovra di bilancio e il dibattito sui provvedimenti economico-finanziari fissati dalla Giunta Toti per Regione Liguria. Nella seduta consigliare, che riprenderà domani, sono intervenuti o cosiglieri dei gruppi di minoranza.

Alice Salvatore (Mov5Stelle) ha presentato una delle due relazioni del gruppo in cui ha criticato, in particolare la politica degli investimenti della giunta: «Il presidente ha ampiamente utilizzato la legge di bilancio, soprattutto in sede di previsione, per fornire la sua rappresentazione dei fatti finanziari dell’Ente. Una versione – ha esordito – che appare ottimistica in attesa del ricorrente ridimensionamento durante la rendicontazione estiva. Al fine di proseguire la politica di investimenti prevista dal “Growth Act” viene autorizzato il ricorso al debito per ben 40 milioni e 700 mila euro. Da tempo – ha aggiunto – denunciamo questa smisurata tendenza della Giunta a contrarre mutui invece di cominciare un percorso di ottimizzazione della spesa mediante un uso ragionevole e mirato delle risorse che potrebbe permettere di risparmiare sui costosi interessi». Il consigliere ha sottolineato alcuni aspetti della politica regionale: «La nostra sanità, pur avendo costi importanti, continua a non avere una qualità e un’attenzione al paziente pari a quelle di altre regioni vicine e questo emerge chiaramente dall’esame degli allarmanti dati relativi alla mobilità passiva della nostra regione, che mostrano come i liguri preferiscano uscire fuori dal nostro territorio per curarsi. Dati freschi del DEFR ci mostrano come la percentuale di “liguri in buone condizioni di salute” risulti inferiore sia alla media del nord-ovest italiano, sia alla media nazionale». Secondo Salvatore occorre intensificare l’informazione e la prevenzione investendo sul personale, «invece di spendere milioni di euro per infrastrutture “super – fatturate” oltre ogni ragionevole capacità di spesa». Analizzando i numeri del bilancio il consigliere ha rilevato: «I Servizi istituzionali, generali e di gestione sono passati dai 106 milioni del Rendiconto 2017 ai preventivati 294 milioni per il 2019. A fronte di questo ingiustificato rialzo – ha aggiunto – altri capitoli di spesa chiave hanno subìto pesanti e drastiche riduzioni come lo “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, le “Politiche per il Lavoro e la Formazione professionale”, le “Energie e diversificazione delle fonti energetiche” e, infine, le relazioni internazionali per il “rilancio del brand Liguria nel mondo”, che sono al minimo storico di soli 13 milioni mentre nel 2017, insieme alle Relazioni con le altre autonomie locali, erano destinati ben oltre i 110 milioni».

Sergio Rossetti (Pd) ha illustrato la relazione di minoranza del gruppo: «Siamo in presenza di buoni intenti, ma con un impatto di governo debole o inesistente, la crisi del commercio e la stagnazione del turismo ligure non sono state scalfite dalle misure adottate dalla giunta». Secondo Rossetti «le azioni discrezionali di materia fiscale della Giunta non sono state efficaci, seppur meritorie negli intenti. Tanto è vero che la Liguria non ha agganciato la crescita del nord. Tre leve erano a disposizione del presidente Toti per provare a invertire la rotta e dare impulso alla crescita economica: riqualificare la spesa corrente, creare un forte impatto di crescita con i fondi europei e sostenere una politica di investimenti, liberata dal fardello dei derivati venduti dalla precedente amministrazione regionale per 420 milioni».  Il consigliere ha rilevato, inoltre, che nella partita corrente c’è una «gestione ordinaria o tecnica» mentre «per il prossimo anno le spese di rappresentanza della Giunta sono aumentate rispetto al preventivo dell’anno 2018 di 400 mila euro, passando da 1,1 milioni a 1,5 milioni, a cui si aggiungono le spese di rappresentanza e promozione dell’attività regionale di diversi enti del settore regionale allargato». Rossetti ha sottolineato che i Fondi Europei non vengono utilizzati in modo da sostenere la crescita socio economica della Liguria. «Nelle strategie di investimento – ha aggiunto – riscontriamo nel triennio 2016/18, il classico metodo di “finanziamento a pioggia”, modalità che aiuta a tenere alto il consenso, ma che non determina una strategia compiuta di sistema». Rossetti ha quindi illustrato gli emendamenti presentati dal Pd, «che non sono semplici correttivi a un testo insufficiente, ma rappresentano una vera e propria “contro manovra”» e gli ordini del giorno presentati dal gruppo. Il consigliere, infine, ha criticato la politica regionale in campo sanitario: «Dal 2015 al 2019 si è applicata l’Irpef ai redditi maggiori ai 16 mila euro, il gettito è aumentato per anno di circa 40 milioni. Il centro sinistra applica l’aliquota regionale ai redditi sopra i 28.000 euro. Dal 2015 al 2017 abbiamo avuto un incremento delle fughe che passano dai 39 milioni di euro del 2016 (dato relativo al 2014) ai 52 milioni dal bilancio 2018 (dato relativo al 2016). Il ripiano del disavanzo – ha aggiunto – viene posticipato dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2022, gli oneri conseguenti – ha avvertito – sono quantificati in 60 milioni per il 2019, 65 milioni per il 2020 in 50 milioni per il 2021».

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Fabio Tosi (Mov5Stelle) nella sua relazione ha denunciato «la pratica dei cosiddetti mutui a pareggio, che non è consentita dal nostro ordinamento giuridico. Già dal 2000 è previsto che le somme iscritte nello stato di previsione dell’entrata in relazione ad operazioni di indebitamento autorizzate, ma non perfezionate entro il termine dell’esercizio, costituiscono minori entrate rispetto alle previsioni, vietando, quindi, la formazione di residui attivi non veritieri, il cosiddetto “debito potenziale”, ed è un’operazione illegittima che è stata fatta da Regione Liguria e che, in sede di parifica nell’estate 2018, la Corte dei Conti ha condannato». Secondo Tosi «prevedere una spesa e, contestualmente, autorizzare un mutuo per quella determinata e, dopo mesi, alterarne più volte la destinazione, non ci pare il modus operandi di una Giunta lungimirante e che tiene alla parola data. La formulazione delle previsioni di bilancio richiede – ha concluso – una veritiera valutazione economica delle poste iscritte e delle previsioni verosimili mentre negli ultimi anni questo non è avvenuto e il previsionale di spesa è spesso connotato da messaggi propagandistici della Giunta».

Luca Garibaldi (Pd) ha esordito: «Oggi avviamo una discussione alla cieca rispetto alla manovra nazionale», che è ancora da definire. Garibaldi ha quindi ricordato il forte impatto negativo sull’economia ligure del crollo del Ponte Morandi e dell’ondata di maltempo, avvenuta a ottobre, e la lenta ripresa della Liguria rispetto ad altre regioni. «Questa è la terza manovra piena di questa amministrazione ha aggiunto – e mi sarei aspettato un’iniziativa più forte su alcuni temi» e ha citato, fra gli altri, la politica socio sanitaria, la sostenibilità ambientale e la prevenzione idrogeologica: «Su queste materie – ha detto – non c’è un pensiero di lungo periodo». Garibaldi ha, dunque, illustrato alcuni degli emendamenti che il gruppo presenterà nel corso delle votazioni dei provvedimenti economico-finanziari fra i quali uno prevede una prima riduzione del superticket sanitario. «Sono proposte avanzate con spirito costruttivo – ha concluso – anche perché ci troviamo in una situazione di emergenza».

Andrea Melis (Mov5Stelle) è intervenuto soprattutto sulla politica sanitaria e sulla privatizzazione dei tre ospedali a Ponente: «Trovo difficile pensare che con questa operazione si possa avere un contenimento dei costi perché difficilmente la necessità di un profitto può coincidere con la programmazione sanitaria». Melis, inoltre, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno per chiedere una rimodulazione del super ticket sanitario. Il consigliere ha espresso perplessità sul nuovo assetto di Ligurcapital e sul suo utilizzo di fondi pubblici senza adeguati controlli. «Va bene un coordinamento sui fondi europei indiretti – ha aggiunto – ma lascia perplessi la fase di controllo sugli effetti dell’impiego di queste risorse». Rispetto al turismo il consigliere ha rilevato la necessità di potenziare i servizi e che la quota di fondi previsti nel bilancio dovrebbe essere aumentata. Melis si è dichiarato d’accordo alla proroga delle concessioni demaniali di 15 anni per gli stabilimenti balneari, ma ha avanzato perplessità sull’iniziativa regionale contenuta nel bilancio: «Mi domando se sta in piedi da un punto di vista tecnico e se non rischia l’impugnazione».

Giovanni Boitano (Liguri con Paita) ha invitato la giunta a prestare maggiore attenzione ai servizi sanitari sul territorio. «Anche il lavoro richiede attenzione – ha aggiunto – perché il disagio giovanile è alto e dobbiamo cercare di fare incontrare la domanda e l’offerta». Boitano ha sottolineato l’importanza di mantenere il trasporto pubblico, soprattutto nell’entroterra, e ha rilevato l’importanza della manutenzione dell’Edilizia residenziale pubblica e dell’ampliamento e qualificazione degli alloggi per gli studenti universitari. Il consigliere ha ribadito l’importanza del Terzo Valico e ha rilevato che l’ipotesi, riemersa dopo il crollo del Ponete Morandi, di una “gronda bassa”, ritarderebbe la realizzazione dell’opera.

Francesco Battistini (Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria) ha sottolineato la necessità, sia nella manovra nazionale che regionale, di investimenti che creino posti di lavoro e sviluppo. «Dobbiamo investire in settori chiave come quelli del lavoro e in Liguria – ha aggiunto – in questo campo ci sono nodi da risolvere come le crisi occupazionali della Bombardier e di Oto Melara». Secondo il consigliere «ci sono settori chiave come il turismo e la miticoltura, su cui occorre una visione strategica». Battistini ha rilevato la necessità «di una visione strategica anche nel recupero di vecchi siti produttivi, sarebbe importante creare – ha detto – una cabina di regia per ridare vita a queste aree». Il consigliere, inoltre, ha rilevato la necessità dell’amministrazione regionale di perseguire una politica rivolta alla tutela del territorio e alla prevenzione contro il dissesto e ha espresso perplessità sulla nascita e sulle funzioni di «ALISA e ALFA E ALISEO, che sono fonti drenanti di capitale, ma non producono risultati».

Marco De Ferrari (Mov5Stelle) ha dichiarato: «Le leggi di bilancio della Regione ogni anno sono dichiarazioni di indebitamento e solo grazie all’impegno del nostro gruppo questi sono stati ridotti». Secondo il consigliere «gli investimenti effettuati non hanno finora avuto un ritorno economico e nemmeno di profitto per la Regione» e ha citato, in questo senso, alcuni interventi come quello sul molo genovese di Nervi. De Ferrari, inoltre, ha criticato «la politica regionale sulla gestione e sullo smaltimento dei rifiuti, che non ha creato un ciclo ecosostenibile e di smaltimento all’interno della regione». De Ferrari ha denunciato «l’assenza di una logistica sul trasporto pubblico per gli insediamenti a Erzelli». «E’ preoccupante – ha concluso – che nel bilancio ci siano poche risorse destinate ai parchi».

Gianni Pastorino (Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria), rispetto alla relazione di bilancio del presidente della giunta Giovanni Toti (presentata nella seduta di lunedì scorso, ndr), ha rilevato «una contraddizione rispetto ai dati relativi all’occupazione» e ha illustrato nel merito le sue perplessità. Pastorino ha aggiunto: «Si vede in questa manovra un impianto come fosse stata fatta prima del crollo del Ponte Morandi». Secondo il consigliere, infatti, nel bilancio «non si vedono misure di sviluppo, mentre ci sarebbe voluto maggiore coraggio perché il bilancio non può essere solo un’operazione ragionieristica». Pastorino ha concluso: «Le categorie economiche non troveranno soddisfazione da questa manovra, che non propone veri elementi di sviluppo»

Giovanni Lunardon (Pd) ha dichiarato: «Siamo preoccupati da questa manovra perché vogliamo troppo bene a questa terra e ci aspettavamo un’azione più ambiziosa e all’altezza delle sfide che ci sono davanti». Secondo il consigliere «nella manovra non c’è nessun elemento di svolta, nessun contenuto. Solo se l’avesse fatto un commissario prefettizio – ha detto – sarebbe un buon bilancio». Lunardon ha aggiunto: «Sarebbe servita una manovra di svolta perché la Liguria si trovava in una situazione drammatica già prima del crollo del ponte, contrariamente alla retorica ottimistica di questa amministrazione». Lunardon ha rilevato che le proiezioni fino al 2021 fotografano una economia stagnante: «L’occupazione è precaria e instabile perché – ha detto – è costruita su contratti a tempo determinato, di apprendistato e partite IVA». Secondo il consigliere, infine, «nei documenti di bilancio manca la percezione di quello che succederà dopo il crollo del ponte Morandi». Il consigliere ha quindi illustrato nel merito i limiti della manovra e gli emendamenti proposti dal gruppo in campo economico.