Scuola, sciopero per 16mila lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici

Il 19 novembre incroceranno le braccia i 16mila lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane. Lo sciopero è stato indetto congiuntamente dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti per protestare contro la mancata convocazione del tavolo politico previsto dalle intese governative e sul quale il ministero dell’Istruzione aveva confermato la disponibilità in occasione della manifestazione nazionale promossa dai sindacati a Roma davanti la sede del Miur lo scorso 11 settembre.


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In tale sede il dicastero si era impegnato ad avviare entro tre settimane un confronto specifico finalizzato ad individuare le soluzioni da adottare per la stabilizzazione dei 16mila lavoratori coinvolti, tra cui l’ipotesi della internalizzazione del servizio annunciata da esponenti del Governo nei mesi scorsi e recentemente diffusa sul web con video e notizie sui social media ed oggetto della risoluzione approvata nei giorni scorsi in Commissione Cultura che impegna Governo a stabilizzare 12mila lavoratori precari che hanno prestato servizio nel settore.

Nella nota unitaria trasmessa al ministero del Lavoro, alla Commissione di Garanzia e alle associazioni imprenditoriali di settore Anip Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative e Agci Servizi nonchè alle imprese consortili Ciclat, Manital, Manutencoop, Dussmann Service, Team Service e Maca Servizi Generali Smeraldo, i sindacati stigmatizzano “la condizione di precarietà” in cui versano i lavoratori del settore oltre che “lo stato di gravità della situazione attuale, che vede gran parte delle aziende oggi impegnate nella convenzione Consip Scuole, non pagare od essere in costante ritardo nell’erogazione degli stipendi”.

Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari ha espresso l’auspicio sulla convocazione del tavolo governativo e sulla definizione di «una soluzione di continuità dell’occupazione e del reddito di tutti i lavoratori, prevalentemente del Mezzogiorno d’Italia, che da oltre 20anni vivono in uno stato di precarietà e oggi sono in situazioni ai limiti della sostenibilità, coinvolti dal ritardo dei pagamenti dei salari ai limiti della sostenibilità». «Rimaniamo in attesa della convocazione da parte del Miur anche per ufficializzare le notizie diffuse sui social web e sui blog del settore. L’annunciato processo di internalizzazione – ha concluso il sindacalista – dovrà inderogabilmente coinvolgere tutti i 16mila addetti, non uno di meno».