Arnasco ha ricordato Chiara “Luce” Badano

di Claudio AlmanziArnasco. Si è svolta ieri ad Arnasco, dove il suo ricordo rimane sempre vivo fra i fedeli, la commemorazione della luminosa figura della Beata sassellese Chiara “Luce” Badano. La Festa liturgica si è svolta in due diversi momenti, animati dal Coro parrocchiale e dal Coro del Movimento del Focolarini.


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Domenica nella Chiesa di San Pantaleo è stata celebrata una prima Messa in ricordo della Beata, officiata da Monsignor Ivo Raimondo, cui sono seguiti vari interventi e la Processione fino alla Edicola votiva detta “La Fontana”, dedicata dagli arnaschesi alla Beata. Il giorno seguente la Messa è stata celebrata da Monsignor Giorgio Brancaleoni, nell’ Oratorio di San Pantaleo, sempre nella frazione arnaschese di Menosio. Chiara “Luce” Badano era nata a Sassello, nel paese dell’entroterra savonese, dove è cresciuta ed ha conosciuto il movimento dei Focolari. Ad Albisola ed a Genova ha svolto attività nel movimento, occupandosi di bambini e di anziani.

A Savona ha iniziato gli studi superiori, ma presto è stata colpita da un tremendo osteosarcoma osseo, che l’ha portata alla morte, a soli 19 anni, il 7 ottobre 1990. Un lungo processo di canonizzazione ha portato poi Chiara a Roma ad essere dichiarata Beata, il 25 settembre 2010, da Papa Benedetto XVI. Questa ragazza ha testimoniato fino a quanto la sofferenza accolta per amore della croce, possa trasformare una terribile malattia dalla tragedia più oscura alle vette dell’unione con Dio. “La cittadina di Arnasco – ha detto durante il discorso ufficiale il sindaco Alfredino Gallizia- è legata da grande affetto verso la Beata Chiara che vi trascorreva i mesi estivi ospite dell’amica carissima Marita e la sua famiglia”. Ad introdurre le celebrazioni e guidare le due giornate in ricordo di Chiara è stato il Parroco di Arnasco don Italo Arrigoni.

“A chi legge la biografia di Chiara – ha scritto Monsignor Livio Maritano, Promotore della Causa di canonizzazione della beata- appare evidente la continuità dei valori che ha vissuto dalla fanciullezza all’adolescenza, alla maturità giovanile. Ed è palese la salda unità che riesce a stabilire tra le convinzioni di fede e i desideri, i sentimenti, le decisioni e gli atti. Vi riesce facendo in modo che, come insegna San Paolo (Gal.5,6), la sua fede si rende operosa per mezzo dell’amore. Tutto è radicato su una certezza irremovibile: quella di essere immensamente amata da Dio”.