di Dario Tiengo – Riccardo Alemanno, tributarista e revisore legale, Presidente dellโAssociazione ย INT (Istituto Nazionale Tributaristi) e Vicepresidente vicario di Confassociazioni ha una lunga esperienza costruita โsul campoโ. ย Attento osservatore delle dinamiche che riguardano lโimpresa e i professionisti รจ un esperto di ย partite iva. Abbiamo chiesto a lui di chiarire i vantaggi del regime forfettario. Accompagnati da alcuni preziosi consigli.
Regime dei minimi e regime forfettario. A chi conviene sceglierlo?
Attualmente,ย relativamente ai regimi agevolati, ย si puรฒ utilizzare solo il regime forfettario che รจ un regime naturale, perchรฉ quello dei minimi รจ utilizzabile solo da chi lo aveva lo scorso anno. La legge di stabilitร 2016 lo ha mantenuto esclusivamente per chi era giร in quel regime, quindi per 5 anni o fino al raggiungimento del 35mo anno di etร .
Perchรฉ scegliere il regime forfettario
Ci sono sicuramente elementi a favore, come lโalleggerimento degli adempimenti contabili e la riduzione dei costi da tassazione. Chi inizia unโattivitร nel regime forfettario ha, per i primi 5 anni, il 5% come imposta sostitutiva. Comparato anche solo con le aliquote Irpef, la differenza รจ evidente.
Conviene a tutti?
Come con gli altri regimi contabili, รจ necessario fare dei calcoli misurati sulla singola persona e attivitร . Essendo unโimposta sostitutiva, non cโรจ la possibilitร di andare a detrarre i carichi di famiglia o gli oneri deducibili. Quindi, se un soggetto ha degli importanti oneri deducibili o dei familiari a carico, applicando il regime forfettario dovrร rinunciare a quelle detrazioni di imposta. Si devono, poi, fare le valutazioni in base al tipo di attivitร . Se si tratta di unโattivitร che prevede costi importanti, รจ evidente che si debba compararli a quelle che sono le percentuali di forfettizzazione dei ricavi, che variano a seconda della tipologia dellโattivitร stessa.
Non รจ una scelta automatica, quindi?
Chiaramente, per chi inizia unโattivitร , in linea di massima sono a favore del forfettario, quantomeno per il primo anno. Poi, se si superano le soglie di limite di reddito o altri paletti che impediscono di proseguire quel tipo di regime, evidentemente si applicherร il regime ordinario o normale che dir si voglia. La questione riguarda anche chi volesse svolgere una nuova attivitร e svolga giร unโattivitร di lavoro dipendente o abbia un assegno pensionistico. Cโรจ un primo limite: il reddito derivante da lavoro o pensione non deve superare i 30 mila euro annui lordi, perchรฉ se supera quella soglia non puรฒ accedere al regime forfettario. Abbiamo chiesto che questo limite venga eliminato, perchรฉ evidentemente il pensionato o il lavoratore dipendente che volesse svolgere unโattivitร accessoriaโฆ
Quello che una volta si chiamava secondo lavoroโฆ
Esattamente. Dovrebbe poterlo svolgere indipendentemente da quello che รจ lโassegno pensionistico โ che si sarร guadagnato con il versamento dei contributi e dal lavoro dipendente โ perchรฉ magari ha necessitร o esigenze famigliari di avere un ulteriore reddito. Se questi soggetti aderiscono, invece, a un regime ordinario al di lร di avere una tassazione maggiore quel reddito viene a sommarsi a quello da lavoro dipendente o di pensione e quindi lโeffetto delle aliquote progressive dellโIrpef diventa estremamente pesante.
In questo regime, quindi, il reddito derivante dallโattivitร non vieneย sommato ad altri?
Il regime forfettario, essendo tassato con imposta sostitutiva, non si va a sommare ad altri eventuali redditi. Prendiamo, ad esempio, il soggetto che gode di un reddito da locazione. Se fosse in un regime normale, andrebbe a sommarsi al reddito da lavoro professionale o dโimpresa. Nel regime forfettario questo non avviene, perchรฉ non cโรจ assimilazione, essendo un reddito tassato Irpef. Rimane il limite, per chi ha giร un reddito di 30mila euro lordi (sia per chi ha pensione sia chi reddito da lavoro).
ร uno strumento che puรฒ essere utile ai giovani?
Sicuramente. Eโ giร molto utilizzato anche dai giovani professionisti, perchรฉ evidentemente allโinizio hanno agevolazioni di tassazione e di costi. Anche il costo di un consulente per la contabilitร รจ estremamente ridotto. Non sono previste le scritture contabili anche se รจ sempre bene avere sottโocchio sia gli acquisti โ perchรฉ le fatture ancorchรฉ non deducibili vengono emesse da fornitori che vengono a contatto con i soggetti forfettari โ sia soprattutto le fatture o i corrispettivi emessi. Va tenuto sotto controllo anche il livello di ricavi. Questo per ย monitorare un eventuale passaggio al regime ordinario lโanno successivo, perchรฉ le soglie previste per le singole tipologie di attivitร dโimpresa o professionale sono state superate
Togliere il limite dei 30mila euro cui accennava รจ un obiettivo importante per il superamento del lavoro in nero?
Esattamente, soprattutto riguardo a pensionati e lavoratori dipendenti. Con la legge di stabilitร 2016 cโera giร stato un miglioramento rispetto allโanno precedente. Prima il limite era legato al fatto che lโattivitร di lavoro autonomo o dโimpresa in regime forfettario fosse superiore al reddito di lavoro dipendente o allโassegno pensionistico. Eโ stata poi modificata introducendo il non superamento del tetto dei 30mila euro, un miglioramento che ha permesso ad alcuni soggetti di utilizzare questo regime forfettario agevolato. Tuttavia, occorre migliorare ancora.
Come?
Abbiamo chiesto che i limiti rispetto al reddito da lavoro dipendente e di pensione venissero esclusi. Ce ne sono anche altri, come quello di non avere beni strumentali per un importo superiore a 20 mila euro. Si tratta di attivitร che impieghino pochi mezzi e abbiano costi relativi. Se ho tanti costi, anche se inizio lโattivitร probabilmente non mi conviene il regime forfettario perchรฉ, ad esempio, per investimenti fatti per un esercizio o due esercizi, vado in perdita. Se sono in regime ordinario, godo delle perdite e quindi non avrรฒ tassazione mentre nel regime forfettario vengo comunque tassato, essendoci una forfettizzazione dei costi deducibili. Insomma, vanno fatte delle attente analisi.
Ci sono altri elementi a cui prestare attenzione?
Non รจ necessario avere i registri. La legge non lo prevede. Non cโรจ lโapplicazione della ritenuta dโacconto anche per attivitร professionali, e quindi non ci saranno dichiarazioni da presentare come il modello 770. Ovvero il riassuntivo delle ritenute versate. Ma in sede di dichiarazione dei redditi vanno indicati alcuni costi, come i rapporti con soggetti a cui potenzialmente si dovrebbe applicare la ritenuta, che vanno indicati in appositi righi. Quindi alcuni dati contabili devono essere inseriti comunque in dichiarazione. Per queste ragioni รจ bene che almeno ogni tre, sei mesi si faccia ordine con metodo. Altrimenti ci si trova a fine anno con problemi nella compilazione della dichiarazione dei redditi.
A conti fatti, che giudizio dร sul regime forfettario?
Non รจ una panacea. Ma non esiste un regime che sia la panacea delle difficoltร burocratiche. In molti casi รจ un buon regime, da sfruttare positivamente per chi inizia unโattivitร e questo indipendentemente dallโetร . Chi inizia unโattivitร โ giovane o meno giovane che sia โ ha sempre le stesse difficoltร . Ovviamente, un regime che sia premiante nella riduzione dei costi e nella non applicazione degli studi di settore, permette a chi inizia attivitร o ha certi livelli di ricavo di essere meno angustiato dalla burocrazia contabile che effettivamente a volte eccede un poโ in quelle che sono le ragioni di avere una contabilitร . I soggetti forfettari, non essendo soggetti Iva, sono al di fuori degli adempimenti normali. Esclusi anche dallo spesometro.
Se vuole una valutazione complessiva e sintetica sul sรฌ o no al regime forfettario, propendo decisamente per il sรฌ.
Parlando delle partite Iva in generale, pensa ci sia attenzione sufficiente da parte del governo?
Uno degli ultimi atti rispetto alle partite Iva โ che sono soggette ai contributi della gestione separata โ รจ stato quello della riduzione dellโaliquota dal 27 al 25%. Detto cosรฌ (due punti in percentuale) puรฒ sembrare poco e probabilmente lo รจ, ma il vero valore รจ stato quello di scongiurare lโaumento sino al 32%, previsto dai provvedimenti precedenti, che sarebbe stato disastroso. Attualmente, cโรจ ancora in discussione il disegno di legge sul lavoro autonomo, che dovrebbe, ad esempio, ย dare delle opportunitร alle lavoratrici autonome con partita Iva, con gestione separata, in termini di maternitร e di congedo parentale e permettere una maggiore detrazione dei costi collegati allโaggiornamento professionale. Purtroppo bisogna segnalare che allโinterno del ddl sono state inserite, non presenti nella prima scritturazione, norme che oltre a burocratizzare ancora di piรน la vita dei contribuenti,ย tengono solo conto del settore professionale ordinistico e non di quelloย associativo, come puntualmente Confassociazioni ha evidenziato nellโambito dellโaudizione parlamentare in Commissione Lavoro. Un ddl che si sta snaturando rispetto agli originari obiettivi.
Complicato seguire il tutto. La semplificazione dove sta?
Le varie norme, che nel tempo si sono susseguite, hanno creato una sorta di sedimentazione. Anno dopo anno si รจ creato un carico burocratico. Il nostro sistema fiscale รจ complesso. Eโ giusto perseguire la semplificazione ma facendo attenzione a non usare la scimitarra. Potrebbe andare a detrimento dellโequitร e soprattutto la recente storia della semplificazione fiscale insegna che la soppressione di alcuni adempimenti รจ stata poi seguita dallโintroduzione di altri obblighi anche piรน complessi.
Ma la complicazione non viene a favore dei professionisti? Con tutti gli adempimenti, norme e cavilli ci si perde e si deve ricorrere a un professionista, non crede?
ร un luogo comune che non corrisponde a veritร . I professionisti (del settore tributario contabile) nellโimmaginario c ollettivo sono quelli che dovrebbero godere della complicazione ma, ahimรจ, non รจ cosรฌ. Anche perchรฉ si perde quello che รจ il valore del proprio mestiere professionale, che รจ quello della consulenza, per diventare compilatori di modulistica.
Se al mio cliente invece di fare 30 telefonare allโanno per dire cโรจ da versareโฆ cโรจ da presentareโฆ ho il tempo di fare della consulenza anche per aiutarlo a pianificare i costi o analizzare i costi di impresa o le opportunitร di detrazione, nellโambito della correttezza e del rispetto della norma, probabilmente il mio cliente sarร anche piรน contento di pagarmi la parcella anzichรฉ vedere in me un โavvisatoreโ di scadenze di versamento.
Alla fine cโรจ il rischio di diventare anche antipaticiโฆ
Assolutamente sรฌ! Cโรจ anche il rischio che qualcuno creda che prendiamo delle percentuali, inveceย siamo intermediari a costo zero per lo Stato. La complicazione penalizza lโazienda ed anche il consulente.
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โฆ
Riccardo Alemanno รจ Vice Presidente Vicario con delega alle Relazioni Istituzionali di Confassociazioni. Tributarista e revisore legale. Nel 1984 intraprende lโattivitร professionale nel settore tributario. Nel 1987 รจ presidente provinciale della Lapet, guidata da Giusepe Oca, nel 91 entra in Consiglio Direttivo e poi ne diventa Segretario nazionale. Dal 1995 รจ iscritto nel Registro dei Revisori Legali.ย Dal 1997 รจ Presidente Nazionale dellโINT, Istituto Nazionale Tributaristi. Nel 2006 รจ stato insignito dal Presidente Giorgio Napolitano dellโOnorificenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Eโ Presidente dellโUNITRE ed รจ stato Assessore al Bilancio e Patrimonio della Cittร di Acqui Terme, membro dellโOsservatorio sulle professioni del CNEL, Presidente della societร Sistemi Spa, Vice Presidente della societร Nuove Terme, membro del Tavolo tecnico permanente e del Gruppo di lavoro su Bilancio e spesa pubblica del MEF. ร membro di Collegi sindacali di varie societร .