Liguria, dal Consiglio via libera alla nascita di ALFA

Il Consiglio regionale ha approvato oggi con 16 voti a favore (maggioranza di centro destra) e 14 contrari (i 3 Gruppi di minoranza) il Disegno di legge 107: Istituzione dell’Agenzia regionale per il Lavoro, la Formazione e l’Accreditamento (ALFA) e adeguamento della normativa regionale.

IL DIBATTITO IN AULA

Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria Salvini), relatore di maggioranza, ha evidenziato che l’argomento, esaminato dalla III Commissione, da lei presieduta, è stato trattato ampiamente, anche con l’ausilio di audizioni. Il consigliere ha sottolineato che «il mutato quadro normativo nazionale  e le nuove scelte politiche  operate dopo l’insediamento della giunta regionale  hanno profondamente mutato  la mission dell’ente strumentale, fino a rendere  necessaria ed urgente  una profonda riforma, anche a seguito  alla Legge regionale sulla Crescita  che aveva posto tra le priorità il raggiungimento di una sinergia  tra il mondo dell’istruzione  e della formazione e il mondo del lavoro».

Il consigliere ha ricordato che la Legge sulla Crescita ha avviato un percorso  per attivare l’accreditamento  dei servizi al lavoro gestiti da soggetti privati, anche in attuazione  del decreto legislativo 150 del 2015 per garantire  al cittadino la libertà  di scegliere tali servizi  nell’ambito di una rete di operatori qualificati. «Al nuovo ente – ha ribadito – vengono pertanto affidati  ruoli gestionali  di supporto alla strategia regionale volta a riorganizzare le politiche del lavoro». Il consigliere ha continuato: «Si procede pertanto con la definizione  degli obiettivi  perseguiti dalla Regione  nell’esercizio delle politiche regionali in materia di formazione  e lavoro, attraverso ALFA , individuandone le funzioni, la definizione della struttura organizzativa, lo stato giuridico del personale, gli organi, il patrimonio, il bilancio  economico di previsione, il bilancio di esercizio  l’individuazione  degli atti soggetti a controllo e vigilanza della giunta sull’operato di ALFA».

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Per Juri Michelucci (Pd) l’istituzione di Alfa «appare come un inutile duplicato di ciò che già esisteva. Una contraddizione e un superfluo aggravio di costi per le casse regionali che non può – ha aggiunto – che vederci fermamente contrari». Il consigliere ha puntualizzato: «Le stesse funzioni, infatti, erano già state previste con l’istituzione di ARSEL (nata dalla fusione tra l’Agenzia Liguria Lavoro e l’azienda ARSSU) tre anni fa». Secondo Michelucci le norme proposte prevedono che ALFA possa svolgere anche altre attività, affidate direttamente e in modo discrezionale dalla Giunta Regionale all’Agenzia.
«Questa previsione di legge – ha commentato –  ci sembra un modo per circoscrivere in spazi sempre più ristretti la funzione di controllo che statutariamente è attribuita al Consiglio Regionale e ci conferma la volontà della giunta regionale di accentrare su di sé poteri sempre più ampi». Michelucci ha inoltre criticato «l’istituzione di una nuova figura dirigenziale» e ha precisato:  «Viene nei fatti sdoppiata la funzione di direzione generale, con un direttore generale e un direttore dell’area diritto allo studio».

Secondo il consigliere «prima di destinare risorse per pagare una nuova figura dirigenziale apicale, sarebbe stato doveroso per la Giunta Regionale approfondire tutte le possibili soluzioni, giuridicamente sostenibili, per cercare di dare risposte ai precari che confluiranno nella nuova Agenzia». A suo avviso, infine, «i risparmi dovuti alla dismissione di strutture in affitto pone interrogativi altrettanto seri» e ha concluso: «Il cosiddetto risparmio si traduce  in minore servizio per gli utenti».

Marco De Ferrari (Mov5Stelle), dopo avere criticato la politica del governo nazionale sui temi del diritto allo studio, ha annunciato il voto contrario al provvedimento: «Questo disegno di legge non prevede garanzie per il turnover dei dipendenti – ha spiegato – e si spende una cifra ingente per lo stipendio di ben due direttori».

Il consigliere ha espresso le perplessità del gruppo anche sul percorso intrapreso dalla giunta con il provvedimento perché non garantirebbe il diritto allo studio mentre «il diritto alla formazione diventa un fattore secondario. Del resto tutte queste perplessità – ha aggiunto – erano già state espresse chiaramente anche nel dibattito in III Commissione».

Giovanni Battista Pastorino (Rete a Sinistra) ha espresso critiche per l’incremento dei costi legati alla nomina di due direttori: «Ritengo legittimo che quando una giunta si insedia rimoduli le strutture a livello apicale, ma non vorrei queste siano le sole iniziative che vengono fatte e che, peraltro, determinano aumenti dei costi». Pastorino ha rilevato che le risorse destinate al secondo dirigente avrebbero potuto essere utilizzate per la stabilizzazione di almeno una parte dei 36 lavoratori precari di Arsel anche grazie al prepensionamento al quale altri dipendenti della stessa agenzia si erano dichiarati disponibili. «E’ difficile dare una valutazione positiva ad un intervento legislativo – ha concluso – che si poteva rimodulare e che non aumenta i servizi alla fascia studentesca, perché i posti letto nelle strutture residenziali restano invariati».

Secondo Sergio Rossetti (Pd), «questa trasformazione è una retromarcia rispetto a quanto fatto nel precedente ciclo amministrativo. Con la creazione di Arsel era stata compiuta un’azione di semplificazione e di riduzione dei costi con una integrazione e razionalizzazione fra i processi legati al diritto allo studio e l’avviamento al lavoro». Rossetti ha criticato il fatto che ,nella nuova azienda i due percorsi sono stati divisi in due settori. Secondo il consigliere, inoltre, in vista delle imminenti modifiche in corso a livello nazionale sulle politiche del lavoro, la giunta avrebbe dovuto attendere prima di modificare la struttura regionale corrispondente.

Rossetti, inoltre, ha criticato il fatto che i risparmi sul progressivo piano dei pensionamento non siano utilizzati per stabilizzare il personale precario, ma – ha detto – saranno impiegati per coprire i costi dell’indennità del secondo direttore. «Trovo questa riforma – ha concluso – intempestiva, immotivata e che lascerà a casa, al prossimo rinnovo di contratto, coloro che avrebbero diritto a lavorare mentre non manda in pensione quelli che ne avevano diritto». Il consigliere, infine, ha criticato che il provvedimento non preveda un incremento dei posti letto per gli studenti nelle strutture residenziali.

Per la giunta ha risposto l’assessore alla scuola Ilaria Cavo Cavo. Questa è una riforma doverosa per garantire efficienza sui territori e di un ente che da ARSEL diventa ALFA, in due ambiti che sono esattamente quelli delle politiche della formazione e del lavoro e del diritto allo studio». Cavo ha assicurato che «non c’è nessun indebolimento della funzione del diritto allo studio, ma l’area, anzi, avrà un suo direttore ad hoc con poteri pieni sulla gestione del diritto allo studio. Ci sarà una particolare nuova attenzione a questo aspetto – ha spiegato – togliendo quella confusione di funzioni a cui, invece, abbiamo assistito in questi mesi in cui ARSEL è diventato qualcosa di diverso dall’ente per cui era nata, qualcosa di diverso e di confuso a un certo punto per l’eccesso di funzioni non distinte. Con questa riforma – ha specificato – si pone la distinzione delle funzioni».

L’assessore, inoltre, ha assicurato che con le nuove residenze i posti per gli studenti saranno implementati e non ci saranno carenze nel servizio. Rispetto agli obbiettivi di ALFA per la formazione Cavo ha spiegato: «La giunta intende continuare una politica della formazione che sia sempre più vicina al mondo delle aziende, una formazione non fine a se stessa, ma legata al possibile inserimento occupazionale dei giovani» e ha illustrato le iniziative già avviate in tal senso.

Rispetto alla necessità di stabilizzare il personale, l’assessore ha ribattuto alle critiche della minoranza: «È stato fatto riferimento a due pensionamenti, che erano stati chiesti, e alle procedure di pensionamento avviabile da parte di ARSEL. È stata fatta una verifica, – ha spiegato – ed è stato fatto anche un incontro ieri in INPS per verificare questa possibilità. Non c’è la volontà di ARSEL di attivare questa procedura perché 2 persone coinvolte bloccherebbero il ricambio di 9 figure professionali. Per quanto riguarda la stabilizzazione del personale a tempo determinato, abbiamo già dato il via libera – ha concluso – e la scelta di stabilizzare 2 delle persone a tempo determinato nelle prime due posizioni che si liberano, come dimostrazione della volontà di questa Giunta di andare nella direzione di una stabilizzazione, ove si aprano le possibilità finanziarie per farlo». Infine l’assessore ha spiegato che la copertura finanziaria arriverà dal risparmio derivato dalla rescissione del contratto di affitto, molto oneroso, della residenza universitaria di via delle Fieschine, a Genova, e da due pensionamenti.

LA LEGGE: COME NASCE E COSA SARÀ L’ALFA

Il provvedimento riorganizza e razionalizza da un punto di vista amministrativo ARSEL, ente strumentale che svolge funzioni operative in materia di istruzione, formazione e lavoro. Questa riorganizzazione, che prevede la nascita di una nuova Agenzia, profondamente rinnovata, denominata “Agenzia regionale per il Lavoro, la Formazione e l’Accreditamento” (di seguito ALFA), è necessaria a seguito della stratificazione di importanti provvedimenti normativi intervenuti successivamente alla costituzione di ARSEL, avvenuta con la legge regionale n. 43 del 24 dicembre 2013 (Istituzione dell’Agenzia regionale per i servizi educativi e per il lavoro).

In seguito all’approvazione della legge n. 56 del 7 aprile 2014 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusione dei comuni), la cosiddetta Legge Delrio, che ha ridisegnato i confini e le competenze delle amministrazioni locali, la precedente Giunta regionale aveva operato la scelta di riaccentrare presso di sé  le competenze in materia di formazione professionale, che prima spettavano alle Province, trasferendone poi la gestione ad ARSEL. Questa avrebbe dovuto altresì svolgere il delicato ruolo di organismo intermedio del Fondo Sociale Europeo (FSE). In pratica, a poco più di un anno dalla sua nascita, ARSEL si trovava a dover svolgere tutte quelle mansioni che fino a quel momento svolgevano le Amministrazioni Provinciali, dovendo perciò acquisire anche competenze molto tecniche e complesse, legate alla formazione ed alla gestione dei fondi europei.

Attraverso la Legge regionale 10 aprile 2015 n.15 (Disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014 n.56) l’allora legislatore regionale di fatto si era limitato a giustapporre ad un ente appena nato ed ancora in fase di consolidamento, nuovi compiti e un nuovo ruolo estremamente complesso e bisognoso di un’organizzazione specifica ed articolata anche su base territoriale. Nei fatti tale scelta non si è rivelata idonea dal punto di vista dell’operatività proprio per la sua complessità: era quindi necessario avere da una parte,  uno strumento operativo agile e adeguato ai bisogni dei cittadini, in grado di supportare la Regione nell’attuazione della sua attuale e futura programmazione, dall’altra “un’antenna” sul territorio per intercettare i bisogni formativi e lavorativi della popolazione, con una particolare attenzione alle esigenze delle imprese per favorire la crescita economica ed il rilancio occupazionale della nostra regione.

Come si evince dalla legge regionale sulla crescita (Legge regionale 16 febbraio 2016, n. 1 “Legge Sulla Crescita”, cd. growth act), la volontà politica della nuova Giunta regionale è conseguire la maggior omogeneizzazione possibile delle politiche attive del lavoro e della formazione, politiche che devono procedere in maniera coordinata ed interconnessa per garantire un miglior servizio all’utenza, l’ottimizzazione nell’utilizzo dei fondi pubblici a disposizione, e il maggior risultato possibile in termini occupazionali. Tali finalità vengono perseguite attraverso una nuova organizzazione ed un potenziamento del nuovo ente che metterà a sistema l’esperienza di ARSEL e l’apporto delle nuove professionalità pervenutegli dalle amministrazioni provinciali. Per questo le sedi territoriali vedranno rimodulata la propria organizzazione.

L’inizio del 2017 vedrà, inoltre, l’Agenzia impegnata in una nuova funzione: diventare tecnostruttura per la gestione degli accreditamenti dei servizi al lavoro e per i connessi necessari controlli di qualità sul servizio erogato, sulla base del d.lgs. 150/2015 (cd job act). Questa forma di accreditamento va ad aggiungersi, e dovrà integrarsi,  alle altre due forme di accreditamento la cui gestione tecnica è già annoverata tra le funzioni dell’ente, l’accreditamento degli organismi formativi e l’accreditamento degli organismi formativi che effettuano corsi di formazione in obbligo di istruzione. Questa riorganizzazione deriva anche dalla necessità di rispettare pienamente i dettami di Bruxelles garantendo una reale separazione tra le funzioni di organismo intermedio del FSE e gli  altri importanti compiti che ALFA eserciterà. Tale separazione deve essere pienamente operativa anche presso le sedi territoriali sulla base della normativa europea relativa alla programmazione 2014/2020.

Poiché ALFA, infine, ha come core business primariamente lavoro e formazione, e l’attuazione della necessaria interconnessione tra le due materie, viene potenziata l’area diritto allo studio istituendo un’area specifica alla quale è preposto un direttore d’area, proprio per separare nettamente funzioni profondamente e storicamente diverse, quale quelle delle politiche di istruzione, formazione e lavoro e quelle relative alla materia del diritto allo studio universitario, più strettamente operative e gestionali (case dello studente, mense, borse di studio), più legate al rapporto con Università e studenti (sportelli di ricevimento studenti e domande bandi) nonché storicamente facenti capo ad enti autonomi (prima ERSU poi ARSSU), disciplinati da leggi regionali specifiche. In tale direzione sono rivolti gli emendamenti approvati in Commissione consiliare, volti a potenziare e a delimitare con maggiore precisione le competenze dell’Area Diritto allo studio.

Durante la votazione sono stati approvati alcuni emendamenti della giunta di natura tecnico-finanziaria e, con alcune modifiche proposte dalla giunta, due emendamenti presentati dal Pd volti a favorire la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato e il collocamento anticipato a riposo del personale.