Stella, Festa della Liberazione: seduta solenne del Consiglio regionale

Regione Liguria. Questa mattina nel centro polivalente della parrocchia di San Giovanni, a Stella, si è svolta la Seduta solenne del Consiglio regionale per celebrare la Festa della Liberazione. Alla cerimonia hanno assistito le massime autorità civili, militari e religiose.


Trova il regalo perfetto in Amazon
Regali! Tante idee e tante promozioni

Ad accogliere consiglieri e assessori c’erano anche gli studenti della I e III classe della scuola media inferiore di Stella

SALUTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE BRUZZONE

La seduta è stata aperta dal presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone, il quale ha sottolineato che è la prima volta nella storia della Regione Liguria che una Seduta solenne viene celebrata fuori dalla sede istituzionale di Genova: «Seguendo un nuovo sentire, il Consiglio regionale, di comune accordo con il Presidente Toti, ha voluto che l’annuale cerimonia dell’Anniversario della Liberazione si tenesse, d’ora innanzi là dove, simbolicamente, nell’immaginario collettivo è più forte il legame con l’antifascismo e la Resistenza. Ricorrendo quest’anno il 120° anniversario della nascita di Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica – ha spiegato – è parso quasi naturale che la scelta cadesse su Stella, paese al quale il Presidente Pertini rimase legato tutta la vita. Per me, che vi risiedo, è un’emozione davvero particolare».

Dopo avere salutato le autorità e, in particolare, il sindaco di Stella Marina Lombardi, il parroco don Giuseppe Pometto e Giacomo Ronzitti, già presidente del Consiglio regionale e attualmente presidente dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Bruzzone ha aggiunto: «L’anniversario della Liberazione è innanzitutto una festa. Festa di libertà, assaporata per la prima volta 71 anni fa, tanto intensamente come mai prima di allora. La Liberazione è, più di ogni altra, una festa di popolo ma in primo luogo è la festa di giovani. Erano giovani, a volte anche troppo, i protagonisti di questi fatti. A loro non cesseremo mai di rivolgere un pensiero colmo di gratitudine e di riconoscenza. Come allora anche oggi sono soprattutto i giovani a sentire vivo il desiderio, l’urgenza etica ed ideale di fare di questo mondo un mondo migliore».

ORAZIONE UFFICIALE DEL PROFESSOR AGOSTINO GIOVAGNOLI

L’orazione ufficiale è stata tenuta da Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Lo studioso ha esordito ricordando il ruolo di Pertini che, divenuto presidente della Repubblica, ha saputo «proporre una memoria della Resistenza che non era da consegnare semplicemente agli storici ma era un patrimonio di tutta la società». Giovagnoli ha puntualizzato che la Resistenza non è stata un fenomeno solo italiano perche tanti altri Paesi «hanno difeso un’idea di Europa che era opposta a quella nazista, basata sulla superiorità della razza ariana. L’Europa della Resistenza era l’Europa delle leggi e del diritto contro la tirannia». Dopo avere ricordato il ruolo di Genova, unica città italiana in cui le truppe tedesche si arresero alle formazioni partigiane e non all’esercito degli Alleati. Giovagnoli ha sottolineato il ruolo svolto nella Resistenza dalle donne, che spesso si offrivano come staffette per i partigiani, di parte del mondo cattolico, che non appoggiò il fascismo, e ha ricordato gli scioperi nelle fabbriche del Nord. Secondo lo storico l’8 settembre è stato «l’inizio di tanti nuovi percorsi»: da quella data «la scelta di prendere le armi è stata graduale e solo nel tempo aumentò la capacità organizzativa delle formazioni partigiane». Giovagnoli ha ribadito che «le ragioni della Resistenza sono state prima di tutto morali più che ideologiche» e nella fase costituente proprio questa spinta morale ha permesso di superare le divisioni. «Nella Costituzione c’e lo spirito della Resistenza e i partiti – ha detto – sono stati in grado di convergere su un unico lavoro costituente». Questa perfetta sintesi ha determinato – ha aggiunto – la longevità della Costituzione italiana che «rappresenta una lezione ancora attuale». «Invece le ultime modifiche della Costituzione – ha concluso – sono state introdotte da maggioranze. Questo è del tutto legittimo ma le Costituzioni modificate a maggioranza sono qualcosa di diverso da una Costituzione scritta dalla convergenza di tutte e forze politiche».