Su la Testa 2015 seconda serata

 

di Alfredo Sgarlato – La seconda serata della decima edizione di Su la Testa si apre con The Niro, musicista romano autore di quattro album, che ha mantenuto come pseudonimo il nome del suo primo gruppo. Da solo con la sua chitarra, le sue composizioni sono ipnotiche, basate su giri di arpeggi circolari. Ha una voce molto bella e versatile, alterna inglese e italiano, le canzone in lingua madre mi sembrano ancora più affascinanti. Un’altra rivelazione per il pubblico del Teatro Ambra che applaude calorosamente.

niro

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Secondo set con due beniamini di Su la Testa, Silvia Barba e Pippo Matino, ovvero Bass Voice Project. Pippo Matino è uno tra i migliori interpreti del basso elettrico in Italia, ne sa sfruttare tutte le possibilità facendone uno strumento armonico e solista, non solo ritmico. Silvia Barba ha una grande presenza scenica, la gestualità accompagna le sue ottime capacità vocali. Alternano brani propri con canzoni di Dalla e Fossati, che mettono in luce il bel timbro della voce di Silvia e la versatilità di Pippo nelle quattro corde.

barba

Dopo l’intervallo Finaz, chitarrista della Bandabardò, da solo con la sua acustica. Ha appena pubblicato un nuovo disco, “Guitar revolution” di cui presenta alcuni brani alternandoli con quelli dai dischi precedenti. Suona con una dimestichezza pazzesca, a velocità incredibile, sfruttando poco le possibilità dell’elettronica, al massimo qualche delay. Atmosfere sognanti oppure fortemente ritmiche, suoni mediterranei e rock. Finaz sa bene che una musica strumentale molto tecnica potrebbe diventare stucchevole, e allora tira fuori un altro aspetto del suo fare musica, l’essere anche capace di divertire il pubblico con gag visive e musicali. Annuncia un brano come “il più tamarro mai scritto” e il pubblico ride più che ad uno spettacolo di cabaret. “Does humour belong to music?” si chiedeva Frank Zappa (che avrebbe compiuto gli anni ieri): nel caso di Finaz sì.

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Gran finale con i Musici di Francesco Guccini, in formazione più ridotta rispetto a quello vista al Premio Tenco, con il Maestro Vince Tempera a piano e tastiere, Juan Carlos “Flaco” Biondini alla chitarra e voce, Antonio Marangolo al sax, Pierluigi Mingotti al basso e Ivano Zanotti alla batteria. Le canzoni del Maestrone, come lo chiamano gli amici, sono tra quelle che fatichi a immaginare cantate da coloro che non siano l’autore, con la sua fortissima personalità, e invece, eseguite da altri interpreti acquistano ulteriore fascino, mostrando la grandezza del cantautore di Modena.

In questa serata i Musici aprono con una swingante “Noi non ci saremo”, poi scelgono una dimensione più intimista con canzoni struggenti come “Il vecchio e il bambino” o “Canzone delle osterie di fuori porta”, ma non può mancare “La locomotiva”, che scatena e commuove gli ascoltatori. La scelta di canzoni soprattutto d’atmosfera non fa mancare però di mettere un luce le capacità soliste dei cinque, con Marangolo che sottolinea al sax con interventi gustosi e grintosi, e tutti prendono begli a solo, compreso il potente batterista Zanotti. Bis chiesto a gran voce, sarà il blues “Statale 17”.

Oggi non mancate per il gran finale, alle 17,30 a Palazzo Scotto Niccolari con “Cala la notte”, recital di poeti, e poi, dalle 21 all’Ambra, Malvezzi, Mimosa, Edoardo Chiesa e Bandabardò.

*Foto di Paolo Moretti