Scrittori di culto: Romain Gary, il partigiano dandy

di Alfredo Sgarlato – Nel corso del 2014 vi abbiamo presentato molti scrittori di culto che avrebbero festeggiato il centenario: eccone ancora uno, Romain Gary. Nato Roman Kacev (o Kacew, a seconda delle traslitterazioni usate), a Vilnius in Lituania, l’8 maggio 1914, la famiglia fuggì in Francia, quando la Lituania fu annessa alla Polonia e iniziarono le persecuzioni verso gli ebrei. Studente eccellente in lettere e mediocre nelle altre materie, inizia a scrivere ma rifiuta il contratto quando la rivista che lo pubblicava, “Gringoire”, assume posizioni di estrema destra. Quindi si arruola in aviazione e durante la guerra si unisce alla resistenza. Decorato con la Legion d’Onore diventa un diplomatico e finalmente può scrivere. Racconta l’esperienza di partigiano in “Educazione europea”, considerato il suo capolavoro.


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Si racconta che fosse un uomo bellissimo, con grandi occhi verdi. Era quel che si suole definire un dandy, un uomo ossessionato dalla bellezza, delle donne e della vita. Ebbe molte compagne, sposò l’attrice Jean Seberg, la protagonista di “Fino all’ultimo respiro” di Godard, fu anche regista, ma con poco successo, al contrario che come scrittore. Quando seppe che la Seberg lo tradiva con Clint Eastwood sfidò a duello il “pistolero americano”, ma si limitò a divorziare. Nel 1979 Jean Seberg morì in circostanze misteriose, sicuramente suicida (ma ci sono molte teorie complottiste, ovviamente, sulla sua morte) e Gary ne rimase molto colpito.

Negli anni ’70 Gary era abbastanza dimenticato; solo dopo la morte si scoprì che un altro grande scrittore, Èmile Ajar, era sempre lui, che mandava un cugino a impersonarlo nelle occasioni pubbliche. Eppure lo scrittore aveva inserito degli indizi: “gary” in russo significa “brucia!” e “ajar” “brace”, e non era la prima volta che usava sinonimi, come Shatan Bogat o Fosco Sinibaldi (omaggio a Garibaldi). Fu così che Romain fu l’unico scrittore a vincere il prestigioso premio Goncourt (che si può vincere una sola volta nella vita). Eppure Ajar è uno scrittore molto diverso da Gary, più vicino al surrealismo e ai giochi di parole di Queneau e Vian, e se lo leggerete scoprirete da chi è andato a lezione Pennac… Nel 1980 Gary si vedeva troppo vecchio e non aveva più voglia di vivere. Il 2 dicembre si vestì tutto di rosso, per non far risaltare il sangue, e si sparò. Lascio un biglietto che diceva “non date la colpa a Jean Seberg”.