Liguria, Rixi: “solidale con la protesta del mondo dell’autostrasporto”

«Sono solidale con la protesta del mondo dell’autostrasporto che questa Edoardo Rixi 1G00mattina è sceso in strada a Genova e come Lega Nord, anche in Parlamento europeo, attraverso il nostre segretario Matteo Salvini, sosterremo le legittime istanze di un settore che subisce la concorrenza sleale dei Paesi dell’Est Europa con il rischio reale che si scateni una guerra tra poveri».

Così interviene Edoardo Rixi, consigliere regionale della Lega Nord Liguria, che questa mattina ha ascoltato le proteste e le istanze di alcuni lavoratori del settore dell’autotrasporto, oggi in corteo per le strade del capoluogo ligure.

«Occorre mettere un freno al fenomeno del dumping economico tra i diversi inquadramenti contrattuali tra lavoratori italiani e quelli dell’Est – spiega Rixi – altrimenti sarà inevitabile si scateni una guerra tra poveri che penalizza tutti: i lavoratori italiani che perdono il posto perché considerati troppo “cari” e una corsa al ribasso salariale per quelli dell’Est. Le conseguenze si allargheranno inevitabilmente anche sulla sicurezza stradale con autisti che, sempre più stanchi e sfruttati, saranno costretti a mettersi alla guida, magari dopo aver riposato qualche ora in una piazzola di sosta. Purtroppo sono già molto frequenti i casi di camionisti dell’Est che si rendono protagonisti di incidenti stradali o manovre azzardate che mettono a repentaglio la vita degli altri utenti della strada”.

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“Se si è arrivati a questi punti – prosegue il consigliere regionale della Lega – è a causa del mancato chiarimento normativo nell’ambito dell’autotrasporto che ricade nella competenza della direttiva n. 96/71/CE che permette la libera circolazione del personale e la libera prestazione di servizi da parte di società con sede in un qualsiasi Paese Ue. In base a questo principio si verifica che diverse agenzie e società estere propongono e vendono un distacco o una somministrazione di personale intracomunitario. Il che si traduce che un autista è inquadrato, per esempio, con i contratti in vigore in Romania, ma a tutti gli effetti lavora quotidianamente in Italia. Il vantaggio economico del distacco del personale è dato dal tentativo di pagare gli autisti distaccati con uno stipendio medio mensile di 200/400 euro circa, sul quale le aziende versano la contribuzione nei vari Paesi dell’Est Europa, in aggiunta ad un’indennità di disagio – fino a circa 70 euro al giorno – sulla quale non esiste nessuna tassazione, né da parte del lavoratore né, tanto meno, da parte delle aziende. Il dumping economico tra i due diversi inquadramenti risulta essere di 6000-7000 euro netti annui a danno del lavoratore, tenuto conto che in quei Paesi non esistono gli istituti contrattuali della tredicesima, della quattordicesima e del trattamento di fine rapporto, e di altrettanti 10mila euro circa a danno dell’erario italiano».

«Sempre più spesso inoltre si verifica che il lavoratore è licenziato dall’azienda italiana e successivamente riassunto attraverso agenzie interinali in Bulgaria o Romania con contratto estero, per poi essere somministrato nella medesima azienda che ha prodotto il licenziamento».

«A fronte di questa situazione, sono indispensabili rigidi controlli e l’applicazione del Codice della Strada, della direttiva sull’orario di lavoro e le norme d’igiene del lavoro anche nel trasporto merci su gomma. Inoltre, è urgente porre un freno al fenomeno della delocalizzazione che consente oggi di spostare la sede dell’azienda all’estero, in Paesi (come quelli dell’Est Europa) dove ci sono ben altri costi di lavoro, di gran lunga inferiori a quelli in vigore in Italia. Stratagemma che permette alle imprese delocalizzate di offrire servizi di trasporto sottocosto a danno dei camionisti onesti del nostro Paese, composto anche da migliaia di padroncini, costretti a fare i salti mortali tra i mille vincoli burocratici, tra cui il Sistri, e la concorrenza feroce dei lavoratori dell’Est che arrivano a lavorare per 80 centesimi a km percorso», conclude Rixi.