Casa della Legalità: “Savona, il Mannarà minaccia, ma noi non ci pieghiamo”

«Il noto Mannarà Davide, figlio d’arte, recentemente condannato per traffico internazionale di stupefacenti con beni sequestrati per le attività di riciclaggio promosse dallo stesso attraverso banche, compraoro e società varie, nel pomeriggio di martedì 17 dicembre 2013, si è recato presso la Libreria Ubik di Savona cercando di intimidire con il classico atteggiamento mafioso il responsabile Stefano Milano, arrivando per qualche minuto anche ad impedirgli di poter uscire dal suo ufficio». Così in una nota la Casa della Legalità.

«Il Mannarà – precisa l’associazione – era convinto che Stefano Milano fosse Christian Abbondanza, il presidente della Casa della Legalità – Onlus, che nei giorni scorsi ha denunciato la presenza alla guida della mobilitazione del “coordinamento 9 dicembre” (meglio conosciuto come “forconi”) a Savona proprio del Mannarà, indicandolo sia attraverso il web, sia alla conferenza stampa pubblica in Corso Italia a Savona nel pomeriggio di sabato, sia nell’intervista trasmessa dalla trasmissione PiazzaPulita su La7. La “maschera” che cercava di costruirsi è caduta miseramente. Tale atteggiamento dimostra, chiaramente, ancora una volta, la pericolosità sociale del Mannarà Davide per cui si procede ad apposita denuncia all’Autorità Giudiziaria».

«Nell’esprimere piena solidarietà a Stefano Milano ed agli altri ragazzi della Libreria Ubik per quanto avvenuto, è doveroso sottolineare che tale realtà rappresenta un patrimonio della società civile e della cultura a Savona, sempre attiva nell’azione di promozione della cultura della legalità e dei diritti. Tale realtà, inoltre, deve essere tutelata affinché tali episodi non si ripetano. Se il Mannarà pensa di piegare o frenare l’attività della Casa della Legalità con le sue minacce si sbaglia di grosso. Il Presidente della nostra associazione, già più volte minacciato anche di morte da esponenti di diverse cosche della ‘ndrangheta, non si piega alle intimidazioni mafiose e continuerà ad operare anche senza alcuna scorta, come ha sempre fatto, dimostrando che la dignità non si piega alla prepotenza mafiosa e alle intimidazioni e minacce di chicchessia».