Liguria, inchiesta "spese pazze" in Regione: presidente Rosario Monteleone si dimette

Epilogo con dimissioni per il presidente del parlamentino ligure Rosario Monteleone, travolto in questi giorni dall’inchiesta sulle cosiddette “spese pazze”. Con una stringata nota, la Giunta regionale della Liguria ha preso atto delle dimissioni : «La Giunta ringrazia  Rosario Monteleone per il lavoro istituzionale svolto ed esprime il proprio  apprezzamento per lo spirito di  questa  scelta personale di responsabilità, volta anche a preservare la credibilità e l’autorevolezza della Regione. Scelta pienamente coerente con le qualità umane che in questi anni il presidente Monteleone ha dimostrato».

Rosario Monteleone è entrato in aula questa mattina alle 11,47 mentre erano in corso i lavori dell’Assemblea legislativa, che era presieduta dal vicepresidente Michele Boffa, e ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente. Resta consigliere regionale dell’Udc di cui è anche segretario regionale. La decisione, come Monteleone ha spiegato in aula, è maturata in seguito all’eccessivo clamore dell’indagine condotta dalla magistratura sulle spese sostenute dai gruppi consiliari e dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.

Quando il presidente è entrato in aula il consigliere Massimo Donzella (Udc), che stava presentando la mozione “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”, ha sospeso la trattazione per consentire al presidente Monteleone di intervenire. «Collega, mi scusi se la interrompo – ha esordito Monteleone – Dopo una mattinata e una nottata trascorsa a riflettere, anche in condizioni di salute non buone, sono arrivato a una decisione. Non faccio conferenze stampa perché ho grande rispetto delle Istituzioni e dunque delle persone che mi hanno eletto, o che non mi hanno eletto, ma comunque in questi anni mi hanno sopportato e non mi hanno mai fatto mancare la propria stima e la propria fiducia personale. Sono certo di essere finito in un grosso malinteso, che credo sia stato anche ad arte accentuato, forse dalla paura o forse dall’inesperienza. Non sono portato a pensar male. Non fa parte della mia natura voler pensare male. Vedo sempre e ho sempre visto negli altri atteggiamenti rivolti verso il bene, anche se – ahimè – purtroppo le cose non stanno così. Da giorni sono sotto una gogna mediatica immeritata che riguarda due fatture regolarmente rimborsate con gli interessi legali. Quindi, si tratta di un semplice errore di contabilizzazione, infatti i conti, sino a prova contraria, quadrano alla lira».

«Ho delle grandi responsabilità: la più grande, credetemi, è quella di padre. Non so se chi immagina di vendere qualche copia di giornale in più, o chi pensa di speculare, si rende conto del male che fa, condannando e facendo perdere davanti ai propri figli la dignità di uomo e di padre. Non sanno quanto queste cose possano colpire intimamente nell’animo e quanto male possano fare. Questo non lo posso permettere nella maniera più assoluta, come non posso assolutamente permettere che le mie già precarie condizioni di salute continuino a peggiorare ulteriormente per lo stress e perché tutte le volte, quando leggo qualcosa che non corrisponde al vero – vi prego di credermi – fa un male terribile, specialmente per chi in 30 anni di onorata carriera politica, che ha venduto anche migliaia di miliardi di patrimonio pubblico (Monteleone fa riferimento al suo precedente incarico di assessore del Comune di Genova, ndr) non solo in Liguria, non solo a Genova, in Lombardia, in Valle d’Aosta, non è mai stato sfiorato minimamente dal dubbio della correttezza dei suoi comportamenti. Non c’è un ufficio in questa Regione che possa testimoniare, a qualsiasi livello, che il presidente Monteleone si sia mai informato di una pratica, in un senso o nell’altro. I numerosi messaggi e le attestazioni di stima che ho ricevuto in questi giorni ne sono la conferma».

«Questo è il tempo che ci è dato da vivere. A mio figlio che mi chiedeva “papà, perché succede?” ho risposto: c’è un disegno della provvidenza che attraversa tutti quanti noi, ma ci attraversa soltanto. Noi non siamo destinati a comprendere, ma solamente ad accettare il mistero. Ebbene, io con questo stato d’animo, certo che sto accettando un mistero più forte di quello che posso immaginare».

Rivolto ai consiglieri ha aggiunto: «Sono venuto qui in assoluta libertà. Voi sapete come ci siamo comportati in questi anni; voi conoscete l’uso che abbiamo fatto di quei fondi; voi sapete in che modo una modesta persona come me manteneva un gruppo politico del 5 per cento in questa Regione, avendo localizzazione e territorialità in tutte e quattro le Province; voi sapete con quanto sacrificio si fanno queste cose. Solo voi – e insieme con voi – sapete come possiamo condividere questa indagine che è stata volutamente, sotto un certo punto di vista, enfatizzata più del necessario».

«È impensabile che Rosario Monteleone, dopo aver avuto occasioni semmai di fare tante cose, improvvisamente sia diventato così sciocco da farsi coinvolgere in una storia da 15 mila euro. Me ne vado – ha concluso – con un’amarezza: in questa situazione, che è di tutti, sapere che qualcuno vigliaccamente ha voluto colpire alle spalle, immaginando di fare una furbata, non può che crearmi tanto dispiacere e tanta delusione. Siccome il tempo è signore, darà anche a questa situazione la sua giusta chiave di lettura. Colleghi, per la tranquillità di tutti voi, delle Istituzioni, mia e della mia famiglia, consegno adesso al vicepresidente Boffa la mia lettera di dimissioni immediate. Grazie per quello che abbiamo fatto insieme in questi 3 anni». Dopo l’intervento di Monteleone il Consiglio è stato sospeso e aggiornato a giovedì mattina.

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