Albenga – Associazioni agricoltori bocciano il forno crematorio

di Mary Caridi – Prosegue la battaglia pacifica, ma inflessibile del comitato contrario al forno crematorio che l’amministrazione Guarnieri vorrebbe collocare a Leca d’Albenga e si arricchisce di ulteriori e autorevoli pareri  contrari all’inceneritore.

Prendono carta e penna anche Coldiretti Savona, Cia e Confagricoltura. Nella lettera indirizzata al sindaco Rosy Guarnieri, i Presidenti Gerolamo Calleri, Aldo Alberto e Massimo Rebella scrivono: “la proposta ha evidenziato una forte preoccupazione della nostra base associativa rispetto all’eventualità di possibili residui rilasciati dall’impianto sulle colture tipiche e di pregio coltivate nella Piana albenganese, partendo dalla consapevolezza che nessun impianto di questo tipo può quantomeno ritenersi esente da rischi ambientali causati da fattori esterni alle caratteristiche costruttive dell’impianto stesso”.

Nel far presente che i prodotti della piana hanno principalmente un mercato estero e vengono commercializzati in paesi che hanno norme stringenti e analisi, esprimono la preoccupazione del possibile danno che comporterebbe la presenza di residui  sui prodotti. La piana di Albenga è considerato territorio luogo di eccellenza e la prsenza di un impianto crematorio porterebbe danni sia all’immagine dei prodotti che alle aziende che li commercializzano.

A conclusione, in sintesi,  scrivono: “in virtù del principio di precauzione da adottarsi in questioni scientifiche particolarmente controverse, esprimono un giudizio negativo di non opportunità ed esprimono parere negativo al forno crematorio nell’area cimiteriale a Leca d’Albenga”.

Il progetto ha avversari interni alla maggioranza e numerose voci contrarie nella cittadinanza, e se ora si aggiungono i pareri autorevoli delle associazioni di categoria, il percorso è ormai in salita e probabilmente da accantonare.

10 Commenti

  1. Io penso che il forno crematorio non si debba fare. É un’opinione personale che ho maturato facendo tutte le ricerche possibili sull’argomento. Perché questo letargo della ragione dell’amministrazione comunale? Se la provincia di Savona avrà il suo polo crematorio per 6’000 salme, che senso ha mettere un polo crematorio concorrente ad Albenga. Vogliamo ragionare in termini di programmazione su tutta la Regione Liguria oppure continuare a far finta di non vedere il degrado ambientale e sociale che aumenta nei luoghi in cui viviamo. Non é possibile che ogni comune messo in condizione di ricevere un project financing si entusiasmi per costruire un forno crematorio in ogni angolo vicino ad un cimitero. Questi impianti sono degli INCENERITORI, vanno isolati e costruiti nel minor numero possibile, massimizzarne l’efficenza per sostenere la domanda delle cremazioni e minimizzare gli impatti negativi delle emissioni nocive in atmosfera ( mi riferisco alle diossine, mercurio, furani, ossidi di zolfo e le altre sostanze tossiche rilasciate entro i limiti di legge ). Di fronte a queste poche argomentazioni l’amministrazione prenda la giusta decisione: abbandonare l’idea del forno crematorio. Che la forza sia con voi.

  2. Il discorso non fila, non mi sta bene che si dica che il forno inquina poco rispetto agli altri inquinanti usati in agricoltura, la direzione giusta è quella di ridurli gli inquinanti (piano piano, anche poco per volta) quindi, se la direzione è quella significa che non bisogna metterne di altri di inquinanti, quindi NO FORNO

  3. ..no no non voglio dire che non inquini e i prodotti di combustione delle salme, visto il campionario di materiali presenti delle bare è certamente quello che sei andato a leggerti, ma facevo solo un rapporto alle altre fonti inquinanti tra calderine per ricaldamento che bruciano ancora olio pesante o gasolio e tutte quelle sorgenti poco controllate. I termini non sono solo quantitativi ( peraltro, già che cerchi vai anche a cercarti la qualità delle emissioni di calderine a gasolio o metano NON a basso NOX o NON a condensazione…. moltiplicale per i camini che vedi dall’alto e poi fai la somma di quegli inquinanti con quelli del forno crematorio…) La mia non è una difesa del forno crematorio ma sollevavo anche altri problemi di inquinanti per l’agricoltura. Queste cose le hai certamente lette bene ma ti guardi bene di commentare, come anche tutto il resto del mondo si guarda bene dal indagare. volevo solo far presente che prima di togliersi una pagliuzza dall’occhio bisogna essere sicuri di essersi tolti anche la trave infilata nel bulbo oculare.
    Spero che qualcuno si prenda la briga di andare a cercare gli inquinanti derivati dell’acqua che dico perchè nemmeno abbiamo la certezza che dalla falda irrigua inquinata non arrivano in quella potabile.
    Questo, spiace dirlo, ma se fosse accertato, sarebbe anche grazie a molti pozzi a uso irriguo NON DICHIARATI e fatti non correttamente che mettono in comunicazione le due falde.
    Lo sapevi?
    Tutto qui.
    Bardenolla, pensa a quello che sai te e rimugina su quello che devi imparare invece di fare propaganda.

  4. Io ho il dubbio signor “?” Che lei sia della concorrenza. ..di Albenga non lo è sicuro..ne parla male e vorrebbe peggiorarla….e poi “?” perche? Fa domande perché ignora ? o perché non sa nemmeno lei quello che dice?..??????

  5. Il forno non si farà, la maggioranza è spaccata e non ci sono i numeri per approvarlo, visto che a quanto sentito dire al bar sarebbero contrari Pollio, Cangelosi, Maccarone, Chirivì e Barbo, oltre ad Aicardi che è diventato contrario da quando invece che a Leca lo vogliono fare a Lusignano dove lui ha le terre, per cui in consiglio non passerà mai.

  6. Caro “?”
    Premetto che “punto interrogativo” é uno pseudonimo adatto a quello che dici, infatti mi hai lasciato un dubbio.
    Mi spiego meglio: se ho capito bene ,stai dicendo che gli agricoltori inquinano, ne sei sicuro, quindi secondo te é giusto mettere lì nel mezzo ai campi un’altra fonte inquinante. Se ho capito bene, per te il forno crematorio emette in atmosfera gli stessi fumi delle vecchie caldaie per le serre. (Probabilmente pensi che siamo tutti zucche vuote ed ignoranti? Sappiamo tutto degli inquinanti degli inceneritori di salme, non scherzare!) Ma non hai ascoltato il sindaco parlare? É già stato programmato “il Polo Agrotecnologico”: ci hanno detto che la piana di Albenga è l’unico polmone agricolo serio della Liguria. Un patrimonio da valorizzare, salvaguardare e implementare per rimanere competitivi con le altre parti d’Italia e con l’estero… tutti bei propositi. Però ho questo dubbio che mi hai fatto venire tu quando hai fatto il paragone tra le caldaie ed il forno crematorio. Il dubbio é questo: vorresti il polo crematorio, per bruciare migliaia di salme all’anno ad Albenga così con i guadagni della cremazione potremmo sostituire le vecchie caldaie per scaldare le serre? Oppure proponi di usare le polveri sottili contenenti diossine, mercurio, ossidi di zolfo, eccetera, provenienti dal camino del forno per fare l’aerosol agli agricoltori così da migliorar loro la salute. Sciogliamo questo dubbio mister, o farei meglio a dire miss “?”: secondo te é veramente vantaggioso avere un forno crematorio per l’agricoltura nella piana albenganese?

  7. “..l’eventualità di possibili residui rilasciati dall’impianto sulle colture tipiche e di pregio coltivate nella Piana albenganese..” ???
    Non si sa se è una battuta o se parlano sul serio ….

    I possibili residui di un impianto del genere sono equiparabili alle emissioni in atmsfera sono certoinferiori a quelle delle arcaiche caldaie del riscaldamento che si usano per scaldare le serre o forse anche delle motozzappe o frese motocarri scarburati che circolano per la piana.
    Invece di attaccarsi a stè cose perchè non si pensa invece ad altri inquinanti che derivano da
    – colture floricole ( e relativi fitofarmaci ovviamente visto che vanno sui fiori..poco igienici ..usati ) VICINE di fianco alle colture di ortaggi che la gente si mangia…
    – acqua della prima falda usata a scopo irriguo per le colture e relativi fitofarmaci DERIVATI mai controllati certamente presenti ( ma se si andasse ad analizzare la falda inferiore , quella ad uso potabile… i pozzi realizzati siamo sicuri che non abbiano messo in comunicazione la falda irriguainquinata con quella potabile? ..e siamo sicuri che se si cercassero i FITOFARMACI DERIVATI in quella potabile non se ne troverebbero?)..e molto altro che anche i sassi lo sanno….
    La faccenda del forno crematorio è l’ultimo dei problemi dell’agricoltura. Diciamo invece che la cosa ha preso una piega politica e si faceva prima a dire apertamente che questo forno crematorio è di sicuro un business.
    Ma su questi argomenti, di lavoro per il M5S ce nè tanto da fare invece di pensare a stà baggianata delle emissioni del forno crematorio .

  8. Mary Caridi lei è sempre chiara e giusta..mi piacciono molto i suoi articoli..difficili da commentare dicono già tutto

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