Pastorino: “l’ospedale San Paolo di Savona sta ancora aspettando un angiografo”

Savona / Genova. Non sono bastate le 14.000 firme della petizione, né l’interrogazione consiliare, né l’unanime consenso dei comuni dell’entroterra e del consiglio comunale di Savona. Nonostante una vasta mobilitazione politica e sociale protagonista, il blocco operatorio dell’ospedale San Paolo di Savona sta ancora aspettando un angiografo. «In compenso arriverà al Santa Corona di Pietra Ligure il prossimo ottobre, tramite un affitto di 8 anni siglato da ASL2 con una spesa di 658 mila euro. Operazione resa possibile soltanto stralciando una gara d’acquisto già in itinere. Una scelta per noi incomprensibile: in questo senso, l’ospedale savonese ci sembra fortemente discriminato – dichiara il capogruppo di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino -. Avevamo promesso ai savonesi che avemmo seguito la vicenda passo a passo, quindi ci aspettiamo che l’assessore Viale e i vertici di ASL2 spieghino e motivino questa disparità di trattamento. Non vorremmo che questa scelta mettesse nuovamente in discussione l’apparecchiatura per il San Paolo; o allungasse ancora i tempi della burocrazia, visto che l’ASL dovrà modificare l’atto di gara rimodulandolo in un unico lotto. Altrimenti sarebbe un danno con chiare responsabilità politiche».

«Eppure lo scorso 15 gennaio, rispondendo a una nostra interrogazione in consiglio regionale, l’assessore Viale aveva tracciato una strada ben precisa: angiografo assicurato entro i primi 3 mesi del 2020, una volta espletata la gara di acquisto e la formazione del personale sulla scorta delle proiezioni di utilizzo formulate dall’azienda sanitaria – ricorda Pastorino -. L’Ospedale San Paolo è un DEA di Primo Livello, è l’ospedale di riferimento del territorio di ASL2: serve un bacino di 165.000 abitanti e oggi si trova a subire una disparità di trattamento, in termini di servizi erogati, sia rispetto al resto della provincia savonese sia rispetto al San Martino di Genova. È evidente che l’angiografo al San Paolo sia per tutti una priorità, anche perché l’ultima apparecchiatura è giunta a fine servizio nel 2018. E invece ecco arrivare questa mossa, ancora da spiegare, che a noi leggiamo come una sorta di “declassamento” tutto politico».