Camille Claudel arte e “Teatro in Fortezza’”

Lisa Galantini (foto di scena: ph. Donato Aquaro)

Savona / Finale Ligure. Il quarto appuntamento di Teatro in Fortezza – alla Fortezza di Castelfranco – mercoledì 17 luglio alle 21.30, è con la scultrice Camille Claudel, la protagonista di “MOI. Dedicato a Camille Claudel”. Il testo di Chiara Pasetti vede in scena nel ruolo dell’artista francese Lisa Galantini sotto la guida registica di Alberto Giusta. Lo spettacolo sarà precedutoalle ore 21.00 e sempre sul palco di Castelfranco– dalla presentazione del volume Mademoiselle Camille Claudel e moi di Chiara Pasetti (ed. Aragno), a cura della Libreria Centofiori di Finale. (Ingresso spettacolo 20 euro; ridotto 16 euro under 25 / over 65).

Personaggio straordinario, Camille Claudel, è stata una scultrice di grandissimo valore; nell’immaginario collettivo però il suo nome vive raramente di vita propria ma è invece spesso unito a quello di Auguste Rodin, scultore di chiara fama, di cui Camille fu collaboratrice e la grande passione di una vita. Fu una costante della sua vita l’essere accostata alla figura di un uomo, prima di suo fratello Paul Claudel, poeta e scrittore, poi di Rodin, ma Camille non aveva bisogno di nessuna figura maschile per scintillare: sin da giovanissima fu attratta dalla scultura e si cimentò con l’argilla, modellandola e producendo piccole sculture, molto apprezzate dal padre, che la sostenne per tutta la vita in questa sua inclinazione artistica che Camille trasformò in un vero e proprio mestiere.

Sottolinea Chiara Pasetti: «Conoscevo Camille Claudel soltanto, e ora di questo me ne vergogno, per essere stata l’allieva, la modella, la “musa” e la grande passione dello scultore Auguste Rodin. Quando, nel 2013, ho visto le sue sculture in una mostra realizzata nell’ospedale psichiatrico di Montfavet, vicino ad Avignone, dove fu internata trent’anni e dove terminò i suoi giorni nel 1943, ho capito davvero chi è stata Camille Claudel: un’artista di grandissimo talento, che ha vissuto esclusivamente per la sua arte.Mi sono accostata alle sue opere con ammirazione e passione, e alla sua vita (e alla sua morte) con un misto di rispetto e di rabbia per ciò che ha subito. Ho deciso così di raccontare la sua storia; grazie alla regia intelligente, acuta e sensibile di Alberto Giusta e all’interpretazione caleidoscopica di Lisa Galantini ho cercato di ridare voce a questa complessa, emozionante, straordinaria figura di donna.»

Advertisements

Alberto Giusta nelle note di regia racconta il suo incontro con Camille: «Considero un privilegio oggi incontrare un personaggio come Camille Claudel. Non la conoscevo. Come ho fatto a essere così cieco e sordo! Una donna unica nella sua arte e nella sua umanità. Di lei ci si innamora quasi immediatamente. Sono sicuro che aveva delle mani bellissime. E comprendo il povero Rodin che ha bruciato d’amore per lei. Non è una femmina facile da raccontare. Ci vuole follia e pragmatica lucidità. Incarna quell’universo femminile scomodo perché di talento eccelso. Si muove sul palcoscenico della vita come un animale ruvido e al contempo fragile. Non si comporta mai da vittima anche se è vittima della società maschilista in cui vive.Sapientemente dipinta dall’autrice Chiara Pasetti che con originalità la anima, Camille non poteva che essere impersonata da un altro animale, da palcoscenico questa volta,come Lisa Galantini, capace di renderne concrete e moderne le sfumature. Semplicità intesa come ricchezza, cura febbrile del particolare al servizio del tutto chediventa sublime è la lezione artistica ed umana che Camille ci regala».