Turismo, contenimento dei costi e sulla destagionalizzazione

sulle onde del mare

Savona / Roma. Un maggiore riconoscimento dell’attività stagionale svolta dalle imprese e dai lavoratori nel complesso delle attività turistiche quale componente strategica del sistema economico nazionale e l’avvio dell’iter legislativo per favorire una destagionalizzazione dell’attività turistica con relativo beneficio sia per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro sia per il contenimento dei costi organizzativo-aziendali.


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È quanto condiviso in un Avviso Comune trasmesso al Governo siglato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e le associazioni imprenditoriali Federturismo/Confindustria e Confindustria Alberghi, firmatarie del contratto nazionale dell’Industria Turistica applicato ai circa 200mila dipendenti delle grandi catene alberghiere. Le parti invitano l’Esecutivo a modificare in sede legislativa la tutela complessiva dei lavoratori stagionali temporaneamente non occupati con la rettifica della normativa sulla Naspi, che ha fortemente penalizzato i lavoratori stagionali sia sotto il profilo economico che contributivo,  oltre alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali dedicati e dell’esonero del pagamento del contributo addizionale in tutte le ipotesi di stagionalità che attualmente produce un aggravio di costi per le imprese e un aumento del turn over a discapito della continuità occupazionale e della professionalità dei lavoratori del settore. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari «l’Avviso Comune siglato dalle parti accende nuovamente i riflettori su tutte le contraddizioni in un settore strategico dell’economia italiana che tuttavia assiste alla perdurante assenza di politiche volte a potenziare la domanda turistica, anche in chiave destagionalizzazione, e a sostenere lo sviluppo delle imprese e la conseguente capacità di creare e garantire occupazione stabile».

«Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che il Governo prenda finalmente coscienza del valore del settore turistico nel suo complesso, con un Pil superiore al 13% e oltre il 15% dell’occupazione riconducibile al comparto, valorizzando caratteristiche e peculiarità delle imprese con un occhio di riguardo alla prestazione lavorativa dei circa 2milioni di addetti che vi operano».