Macbettu, Shakespeare trasportato in una Sardegna atavica e misteriosa

Genova. Shakespeare trasportato in una Sardegna atavica e misteriosa e interpretato da soli uomini come nell’epoca elisabettiana. Da venerdì 29 a domenica 31 marzo al Teatro Gustavo Modena va in scena “Macbettu”, che il regista Alessandro Serra ha tratto dal Macbeth. Prodotto da Sardegna Teatro con Teatropersona, lo spettacolo ha debuttato nel 2017, vincendo sia il Premio Ubu che il Premio della critica come migliore spettacolo. Acclamato dalla critica per il rigore estetico e per l’originale uso degli archetipi, il visionario Macbettu – interpretato daFulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino – in questi due anni ha affascinato il pubblico, in Italia come in Sudamerica come in Scandinavia.


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Una formazione teatrale che si rifà a Grotowski, Mejercho’ld, Yves Lebreton, una tesi di laurea sulla drammaturgia dell’immagine, Alessandro Serra ha fondato la compagnia Teatropersona nel 1999. Di origine nuorese da parte di padre, racconta di essere rimasto colpito dalle sorprendenti analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna mentre faceva un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. «I cupi suoni prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali e le corna, la potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno». Così l’antica Sardegna pastorale presta suoni, usi e costumi agli eroi shakespeariani, che Serra veste di velluto nero e fa parlare in limba sarda, grazie alla consulenza linguistica di Giovanni Carroni. «La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura» afferma ancora Serra nelle note di regia.

Lo spettacolo è sovra-titolato ma è chiaro che a parlare sono soprattutto il linguaggio corporeo e il paesaggio visivo creato da Serra, che firma anche scene, luci e costumi. «Pietre, terra, ferro, sangue, posture di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve». Accompagnato dalla musica prodotta dalle pietre sonore di Pinuccio Sciola (le celebri opere di basalto e calcare che emettono suoni al tocco delle mani),Macbettu valica i confini della Scozia medievale per riprodurre un orizzonte ancestrale, evidenziando l’universalità e la pienezza di sentimenti della vicenda scespiriana. Orario spettacoli venerdì e sabato ore 20.30, domenica ore 16. Biglietti da 12 a 27 euro. Info teatronazionalegenova.it