Sinistra per Pietra Ligure: una proposta per l’ex cantiere navale Rodriquez

interrogativi luminosi

Pietra Ligure. Dalla vicenda opaca e tormentata che ha riguardato la dismissione dell’ex cantiere navale Rodriquez era uscito un progetto di recupero di quelle aree che prometteva di restituire alla cittadinanza uno spazio destinato a nuova attività produttiva, per quanto ridimensionata rispetto al passato, e altri a disposizione della comunità (giardini, passeggiata, attività commerciali e ricreative).


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«Occorre constatare che quel progetto è rimasto sospeso nel limbo della campagna elettorale e che ciò che ne rimane oggi sono solo 44.000 m2 di devastante scenario post industriale» sostiene l’associazione politica “La Sinistra per Pietra Ligure” che ha già anche un gruppo di lavoro per l’elaborazione della parte del programma elettorale dedicata al recupero delle aree dell’ex cantiere Rodriquez, affidandone il coordinamento all’ultimo operaio del cantiere stesso, Pier Giorgio Pavarino, il quale sarà candidato alle elezioni amministrative previste per il 2019.

«Quando il cantiere è stato chiuso, nel 2007, dava lavoro a circa 400 dipendenti e, grazie anche all’indotto che favoriva albergatori, commercianti, erogatori di servizi, si ritagliava uno spazio di assoluta centralità nell’economia cittadina e non solo. Il nuovo cantiere avrebbe dovuto essere realizzato entro il 01.01.2010 e avrebbe dovuto reintegrare i dipendenti messi in cassa integrazione. Dopo 8 anni di inutili attese, invece, i dipendenti sono stati abbandonati al loro destino e il cantiere non ha mai ripreso la sua attività, con un costo per la collettività di circa 10 milioni di euro, ossia 2 volte e mezzo quello preventivato per la realizzazione del nuovo cantiere. Il progetto in questione comportava un tale impatto ambientale da configurare scenari apocalittici: la costruzione della diga foranea, per esempio, avrebbe devastato gli arenili, la cui conservazione, invece, dovrebbe costituire una priorità per una località a prevalente vocazione turistica; l’immane colata di cemento avrebbe compromesso per sempre il fragile equilibrio delle correnti, dei corsi d’acqua, della biodiversità di un importante tratto della fascia costiera».

«Alla luce di queste considerazioni – precisa una nota di de La Sinistra per Pietra Ligure” –proponiamo l’esproprio delle aree edificabili vendute; la loro riqualificazione come spiaggia libera comunale e parco pubblico; il recupero della zona interessata secondo i criteri della sostenibilità e eco – compatibilità. Questo provvedimento sembra essere del tutto improcrastinabile per il rilancio del turismo, rimasta ormai pressoché l’unica fonte di reddito e di lavoro per la cittadinanza pietrese. Per gli edifici tutelati da vincolo paesaggistico (archeologia industriale) proponiamo il loro recupero e la successiva destinazione in parte all’istruzione superiore e universitaria, in collaborazione con l’Ospedale Santa Corona, in parte a uso uffici comunali. La Sinistra per Pietra Ligure si impegna a garantire ogni sforzo necessario affinché nelle aree dismesse siano realizzate opere che contribuiscano al progresso e al bene collettivo; affinché sia assicurata la tutela ambientale e la difesa di un territorio fragile, martoriato e che, come accaduto di recente, può rivelarsi pericoloso per chi non lo rispetta».