Economia italiana sempre più terziarizzata

Economia italiana sempre più terziarizzata con un valore aggiunto che sfiora il 40% del mercato e supera il 70%  in termini occupazionali, con oltre 16milioni di dipendenti, su 23milioni e 475mila lavoratori, segnala l’Istat, concentrati nel settore dei servizi, nel commercio e nella ristorazione. Negli ultimi 10 anni, secondo l’istituto di statistica, l’incremento dell’occupazione nel terziario privato è stato del 5,83%, pari a 888mila nuovi posti di lavoro dal 2009.  Crescono anche i rapporti di lavoro a determinato che si concentra per oltre il 50%, con 2milioni e 669mila dipendenti, proprio nel settore nei servizi; maggiore anche l’incidenza delle posizioni a tempo parziale – nettamente più elevato per le imprese della piccola distribuzione (56,9%) e nella grande distribuzione organizzata (45%) – e del lavoro in somministrazione cresciuto dal 2016 del 53% con oltre 458.600 lavoratori, stima l’Ente Bilaterale Ebitemp, per circa il 40% occupati nel  settore terziario.


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Uno scenario in evoluzione, in cui nuove norme, precarietà e rinnovati bisogni di tutela dei lavoratori dovranno cercare una sintesi. Il sindacato è pronto a raccogliere la sfida ed intende giocare un ruolo da protagonista come ha messo in chiaro a Roma durante i lavori del consiglio generale la Fist, la federazione dei sindacati del terziario della Cisl. «Siamo consapevoli della crescente precarizzazione dell’occupazione nel terziario privato che peraltro potrebbe subire una ulteriore flessione in seguito all’applicazione dei recenti provvedimenti normativi sul mercato del lavoro varati dal Governo, con la stretta sui contratti a termine e in somministrazione, e con la manovra di bilancio che rischia di avere un effetto crescita di natura transitoria se non supportata da investimenti strutturali sullo sviluppo» ha dichiarato il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri a margine dell’assise.

Il sindacalista ha rilanciato sulle politiche contrattuali da attuare nei percorsi di rinnovo dei contratti nazionali di lavoro che le categorie di seconda affiliazione della Fist, Fisascat Cisl e Felsa Cisl, – rispettivamente del lavoro dipendente nel commercio, turismo e servizi e del lavoro somministrato, autonomo e atipico –  si appresteranno a portare avanti nelle prossime settimane. «I contratti di lavoro nel terziario, oltre a regolare l’importante l’aspetto salariale e l’incremento retributivo connesso alla crescita di produttività e redditività aziendale, dovranno sempre più intervenire, attraverso la bilateralità, sugli aspetti connessi al sostegno al reddito, con la costituzione dei fondi di solidarietà bilaterali, e al welfare, con particolare riferimento all’assistenza sanitaria integrativa, da estendere ai familiari, e alla long term care considerando che le dinamiche demografiche porteranno il nostro Paese tra i più anziani del mondo» ha sottolineato il sindacalista. Ma non solo.

«Attraverso i contratti occorrerà sempre di più assicurare nel terziario un lavoro dignitoso, con un mercato del lavoro sempre più inclusivo e non discriminante delle varie forme di lavoro, ma anche un futuro previdenziale dignitoso» ha poi aggiunto Raineri rilanciando sul secondo pilastro pensionistico «opportunità offerta dalla contrattazione ma che purtroppo registra oggi tassi di adesione residuali rispetto al bacino occupazionale di riferimento».

Per il segretario confederale Cisl Andrea Cuccello intervenuto all’assise «gli sforzi dovranno convergere nel ribadire la centralità della contrattazione, strada maestra per raggiungere un lavoro dignitoso in questi settori privati ed abbattere le discriminazioni che le diverse forme di lavoro determinano, insomma costruire un mercato del lavoro sempre più inclusivo in cui sia possibile anche un futuro previdenziale dignitoso».