Imprese liguri nella “gabbia” della burocrazia

Giancarlo Grasso
Nella foto: Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria

Dai tempi della giustizia a quelli di pagamento, dalle pratiche online alla corruzione. Ecco come emerge la Liguria sulla base dei 10 indicatori che compongono l’Indice della Burocrazia di Confartigianato. Grasso: «Una giungla burocratica che mette le nostre micro imprese in forte difficoltà. Semplificazione, efficienza e velocità per liberare energie produttive e aumentare la ricchezza del territorio».


Trova il regalo perfetto in Amazon
Regali! Tante idee e tante promozioni

*–*

Tempi della giustizia civile e della giustizia tributaria, tempi di pagamento degli enti pubblici, lunghezza delle code negli uffici che erogano servizi, pratiche online, durata delle opere pubbliche. E ancora, corruzione, indice di qualità di governo, assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici e creazione di valore delle partecipate. Sono i 10 indicatori presi in esame dall’Ufficio studi Confartigianato per comporre l’Indice della Burocrazia e stilare una classifica regionale in cui a valori più elevati corrispondono i territori con una maggiore pressione della burocrazia sulle imprese e dove sono più carenti le tutele dei diritti delle imprese in campo civile e tributario, i servizi e la loro efficienza. (Fonti dei dati Istat, Inps, ministeri dell’Economia e della Giustizia, Corte dei conti e Agenzia coesione territoriale).

Come se la cava la Liguria in questo quadro? La nostra regione si piazza a metà classifica, in linea con la media nazionale, con un valore dell’indice pari a 551,4. Il dato più alto è l’802,6 della Sicilia, seguito dal 786,5 della Calabria e dal 725,4 della Campania. Complessivamente, il Mezzogiorno guida la classifica con un valore pari a 704,9 e stacca il Centro con un indice pari a 572,7 seguito dal Nord-Ovest con 438 e il Nord-Est con 384,5.

«Sotto molto aspetti, in primis l’utilizzo del web per lo svolgimento delle pratiche comunali, la Liguria è ancora molto indietro. In altri casi, siamo allineati con la media nazionale, ma i dati ci confermano che c’è ancora un ampio margine di miglioramento: ne va della competitività delle nostre piccole imprese – sostiene Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Non ci stancheremo di sottolineare quanto una burocrazia meno oppressiva, una giustizia civile più veloce, ridotti tempi di attesa e servizi più puntuali costituiscano un presupposto essenziale per permettere alle imprese di lavorare nelle migliori condizioni, e quindi di liberare le energie produttive dei territori e aumentarne la ricchezza».

Analizzando i singoli indicatori, la Liguria spicca al primo posto in Italia per il minor numero di pratiche online seguite dai Comuni, appena 1,4 contro una media italiana di 3,1 e 3,6 del Centro-Nord. Terzo posto per la durata delle opere pubbliche (media di 5 anni), seconda solo a Sicilia (6,9) e Basilicata (5,8). In Italia la media è di 4,5 anni. Al di sotto della media nazionale i tempi della giustizia civile (1.118 giorni contro i 1.494 di media italiana) e di quella tributaria (1.341 giorni contro 1.492). Leggermente inferiori alla media italiana anche i tempi di pagamento degli enti pubblici (54 giorni contro 58) e l’assenteismo dei dipendenti pubblici per malattia (262 giornate ogni 100 dipendenti contro le 272 di media italiana). Perfettamente in linea con il dato nazionale è quello sulla lunghezza delle code agli uffici che erogano servizi: in media il 33,2% delle persone indicano un’attesa superiore ai 20 minuti. Il dato sulla corruzione è invece di poco superiore a quello italiano: l’8,3% di famiglie liguri (7,9% la media italiana) ha vissuto almeno un fenomeno di corruzione. L’indice di qualità del governo (*) – punteggio standardizzato ponderato con la popolazione – è pari a -1,22, il dato nazionale è -1,07. Infine, il saldo sul valore della produzione delle partecipate (**) dagli enti territoriali è uno dei più alti, pari a 304,7 contro il 110,5 dato medio nazionale.

(*) Si tratta di uno degli 11 pilastri che compongono l’Indice di competitività regionale (Rci) ed è composto da 17 variabili nazionali (riguardanti appalti pubblici e sistema giudiziario) e 3 regionali (valutazioni dei cittadini su corruzione, qualità e imparzialità del settore pubblico, delle istituzioni e dei servizi che offrono), fonte dati: Commissione europea.

(**) Saldo (utili-perdite) su valore della produzione. Rilevazione dell’11 settembre 2017 su 5.869 organismi degli enti territoriali, fonte dati: Corte dei Conti.