Utilizzo del sottosuolo come fonte energetica rinnovabile

L’Ordine dei Geologi della Liguria, con il patrocinio di Distav – Università degli Studi di Genova di Regione Liguria e di Unione Geotermica Italiana, organizza il workshop “Utilizzo del sottosuolo come fonte energetica rinnovabile: progettazione, sostenibilità e quadro normativo dei sistemi geotermici a bassa entalpia” il 24 luglio 2018 alle ore 9 all’Auditorium Banca Carige (via D. Chiossone 3 – Genova).


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La geotermia sfrutta il calore naturale che proviene dalla Terra. L’energia geotermica a bassa entalpia (a basse temperature), a differenza di quella ad alta entalpia, non serve per produrre elettricità, ma per riscaldare e raffreddare abitazioni e strutture grazie all’utilizzo di pompe di calore geotermiche.  E’ una fonte di energia rinnovabile che ha numerosi vantaggi per l’uomo e per l’ambiente. Inoltre lo sfruttamento dell’energia geotermica sarà fondamentale per lo sviluppo energetico del Paese: l’Unione Europea ha da poco approvato l’obiettivo di coprire entro il 2030 il 32% dei consumi energetici a livello europeo tramite fonti di energia rinnovabile.

“Con la geotermia a bassa entalpia – commenta Carlo Civelli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Liguria- è possibile utilizzare il calore naturale del terreno  a basse temperature per scaldare o raffreddare a seconda della stagione con un basso costo d esercizio (alleggerendo il costo delle bollette degli italiani) e con zero emissioni di anidride carbonica e impatto ambientale. Il workshop che abbiamo organizzato vuole mettere l’accento sull’energia geotermica, ancora poco diffusa in Liguria, promuovendone l’attività”.

Come funziona la geotermia? Si fanno delle perforazioni nel terreno, si mettono delle sonde per lo sfruttamento della differenza di temperatura tra la superficie e la profondità. Da questo si trae energia che deve poi essere abbinata a pompa di calore – tramite energia elettrica o fotovoltaico.

In Italia non c’è ancora una legge nazionale sulla geotermia: “Lombardia ed Emilia Romagna sono più avanti, – dichiara Civelli- mentre in Liguria, come anche in altre regioni, non c’è una normativa e nemmeno un catasto o un censimento. Ci sono delle problematiche di tutela delle falde: perché bisogna evitare di mettere in comunicazione falde che prima risultavano isolate, è necessario essere sicuri di non fare perforazioni in zone sensibili, per esempio in aree soggette a frana o in una zona di tutela per la presenza di falde della risorsa idrica potabile. Ad oggi prima di iniziare a perforare per impianti a circuito chiuso (che sono i maggiormente diffusi) occorre soltanto fare una comunicazione di inizio lavori agli uffici del comune. I geologi che lavorano in questo settore stanno facendo molto: nella progettazione di impianti efficaci verificando anche la tutela dell’ambiente, ma è necessario facilitare lo sviluppo di queste energie rinnovabili e per far questo serve un quadro normativo chiaro e univoco”.

Il workshop organizzato a Genova ha lo scopo di far incontrare professionisti, istituzioni e studiosi per confrontarsi sul tema della geotermia e per diffonderne la conoscenza, fornire supporto dai professionisti e stimolare la nascita di un regolamento, almeno regionale, per sfruttare questa risorsa.