Agricoltura sociale, concluso il primo ciclo di incontri

Si è concluso il primo ciclo di incontri di presentazione delle opportunità offerte dal Piano di sviluppo rurale sull’avvio di progetti innovativi di agricoltura sociale.

Cinque incontri nelle 5 Asl liguri, il primo a La Spezia (Asl5) il 28 maggio scorso, l’ultimo a Savona (Asl2) questo pomeriggio, per sensibilizzare Sindaci, associazioni agricole e soggetti operanti in ambito sanitario sull’importanza della costituzione di gruppi di cooperazione per la fornitura di servizi sociali e assistenziali d’avanguardia: una novità assoluta nel panorama ligure, un nuovo modello di sviluppo dei territori, da promuovere in vista dell’apertura dei bandi regionali a settembre (Misura 16.09 “Sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare”).

«L’agricoltura sociale è la disponibilità delle aziende agricole ad erogare servizi sociali e aiutare le persone a costruirsi un futuro – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai – si tratta di una misura delicata, perché coinvolge le cosiddette “fasce deboli”, ma è anche una delle più belle del Piano di Sviluppo Rurale, poiché il fine è quello di far sì che dopo i 3 anni di durata del progetto, questo continui a vivere ed andare avanti anche senza risorse regionali perché divenuto una fonte autonoma di sostentamento per i soggetti coinvolti», conclude Mai.

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«L’agricoltura sociale – commenta la vicepresidente e assessore alle Politiche Sociali di Regione Liguria Sonia Viale – rappresenta l’incrocio perfetto tra l’offerta, rappresentata dalla disponibilità all’accoglienza da parte delle imprese agricole, e le necessità delle famiglie e delle persone più fragili di poter vivere autonomamente e in modo indipendente. Pensiamo, ad esempio, ad una famiglia con un figlio disabile: avere l’opportunità di portarlo in un’azienda agricola per svolgere attività compatibili con le sue condizioni di salute costituisce una risposta innovativa ad una domanda di aiuto e accoglienza. Si tratta di un modello che si sta creando ora, sulla scia di prassi già collaudate di collaborazione tra i Comuni e le Asl come il Rei o il “Dopo di noi”», conclude Viale.

«Obiettivo strategico di Regione e Anci è individuare in una “casa comune”, quali sono le Asl, quel luogo in cui le autonomie locali liguri possano svolgere la funzione di “motore del territorio” – afferma il direttore generale ANCI Liguria Pierluigi Vinai – Come è sempre stato nei secoli, l’agricoltura include, accoglie, aiuta gli svantaggiati; grazie al ruolo così importante che quest’ultima esercita per lo sviluppo locale, dobbiamo considerare il nuovo modello di agricoltura sociale come una “start up” in cui, appunto, l’agricoltura non viene più vista come una componente residuale bensì uno strumento dall’alto valore produttivo. In questo modo saremo preparati per il futuro, perché questo modello verrà sicuramente valorizzato dai nuovi bilanci comunitari», conclude Vinai.