Commercio e deregulation, le iniziative di mobilitazione sindacale contro le aperture festive

Il giorno di festa non può essere dedicato al lavoro. Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno sono giornate da dedicare agli affetti ed alla vita di relazione anche per gli oltre 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori del commercio e della grande distribuzione organizzata. La Fisascat Cisl ribadisce la forte contrarietà alle aperture degli esercizi commerciali nelle giornate di festività, sdoganate dal 2011 con l’approvazione del Decreto Salva Italia.

Numerose le iniziative di mobilitazione indette unitariamente dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. In Lombardia le tre sigle hanno proclamato lo sciopero da svolgersi al livello territoriale; in Veneto, dove si è insediato il tavolo etico in Regione tra le rappresentanze sindacali e imprenditoriali, i sindacati hanno optato per una divulgazione del diritto sancito dalla costituzione sul “godimento delle festività”; in Liguria dai sindacati di categoria Fisascat Cisl e Uiltucs arriva un appello all’astensione; in Piemonte, in Emilia Romagna e in Umbria i sindacati regionali hanno invitato i lavoratori ad astenersi dal lavoro nelle giornate del 25 aprile e del 1° maggio; in Alto Adige le federazioni sindacali hanno avviato una campagna di sensibilizzazione per la volontarietà del lavoro festivo ed hanno sollecitato la revisione delle norme di legge “nell’interesse delle condizioni di vita e di lavoro”; in Toscana sarà sciopero domani 25 aprile perché “la festa non si vende”; nel Lazio, in Puglia e in Sicilia sarà sciopero per l’intero turno di lavoro del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno.

Per il segretario generale della Fisascat Cisl Pierangelo Raineri, «è giunto il momento di approntare seriamente un percorso concertativo tra enti locali e sindacati al quale affidare la competenza sul calendario di aperture commerciali». «La liberalizzazione degli orari di aperura degli esercizi commerciali non ha sortito l’effetto sperato sugli aumenti di fatturato delle imprese ma ha piuttosto generato una concorrenza spietata e amplificato la vertenzialità nel settore del commercio». Il sindacalista posto l’accento sul ruolo della contrattazione decentrata «per regolamentare una flessibilità contrattata e retribuita e la volontarietà della prestazione domenicale e festiva».

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