Trony, la curatela fallimentare formalizza 458 licenziamenti

interrogativi luminosi

Verso l’epilogo la vertenza che ha coinvolto i lavoratori dei 35 negozi del marchio Trony in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Puglia e Basilicata e della sede di Milano a gestione Dps Group in fallimento, sospesi e senza retribuzione da diversi mesi. La curatela fallimentare ha formalizzato la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 458 dipendenti; i sindacati di categoria hanno intanto trasmesso la richiesta di incontro per l’avvio dell’esame congiunto previsto dalle norme di Legge.

Nel corso dell’ultimo confronto al ministero dello Sviluppo Economico il curatore aveva annunciato l’avvio del bando di gara pubblica per la cessione delle attività dichiarando l’esistenza di un’offerta di acquisto parziale che riguarderebbe solo 8 punti vendita.
Mentre rimarrà aperto il tavolo al dicastero per la Fisascat Cisl «è necessario incentivare le proposte di acquisto che tenderanno a salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro» ha dichiarato il segretario nazionale della categoria Mirco Ceotto.

«Con l’apertura della procedura di licenziamento e l’avvio del bando di gara pubblica tenteremo di percorrere la strada della ricollocazione in altri players del settore, ma per la maggior parte dei lavoratori del marchio si apriranno purtroppo le porte della disoccupazione, sprovvisti di un ammortizzare sociale ad hoc considerato che sono esclusi dai trattamenti ordinari di sostegno al reddito» ha aggiunto. «E’ una vertenza che lascia grande delusione per l’esito di un fallimento emblematico dello stato di sofferenza del retail dell’elettronica di consumo schiacciato dalla concorrenza dell’e-commerce e dall’incapacità aziendale di rilanciarsi sul mercato» ha concluso il sindacalista.

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