Loano entra a far parte di “Avviso Pubblico”

il sindaco di Loano Luigi Pignocca
Nella foto: il sindaco di Loano Luigi Pignocca

Il Comune di Loano è entrato ufficialmente a far parte di “Avviso Pubblico”, l’associazione che si propone di favorire e tutelare la pratica della buona politica e di rendere il più trasparente possibile l’azione amministrativa delle istituzioni pubbliche. Il 26 marzo scorso l’ufficio di presidenza ha dato parere favorevole alla richiesta inviata dall’amministrazione del sindaco Luigi Pignocca a novembre dello scorso anno. Il percorso che ha portato Loano a dialogare con “Avviso Pubblico” parte dall’istituzione del “Tavolo della Sicurezza” che ha l’obiettivo di favorire la “partecipazione dei cittadini alla sicurezza e cura dello spazio pubblico”.


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Nell’ambito del “Tavolo della Sicurezza” è stato presentato il progetto di adesione all’associazione “Avviso Pubblico” in qualità di soggetto erogatore di iniziative di formazione congiunta sulle tematiche della sicurezza e della legalità destinate ai coordinatori locali. L’associazione “Avviso Pubblico” collabora inoltre in maniera stabile con il Forum Italiano per la Sicurezza Urbana (Fisu), al quale il Comune di Loano ha aderito già nel 2017, e con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) di cui Loano fa parte. È noto inoltre che con la legge regionale numero 7 del 5 marzo 2015 riguardante le “Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità” Regione Liguria ha istituito il “Tavolo della Legalità”.

Nei giorni scorsi, aderendo all’invito del vice presidente della Regione, Sonia Viale, il Comune di Loano ha partecipato all’incontro del “Tavolo della Legalità” finalizzato a un aggiornamento, attraverso la condivisione e il confronto con gli esponenti della società ligure, sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, della sua prevenzione e della promozione della cultura della legalità. Nel corso della riunione è stato presentato il 10^ Rapporto sulla Sicurezza Urbana e la Criminalità in Liguria, redatto dall’Università degli Studi di Genova, alla quale sono state affidate le funzioni di “Osservatorio regionale per la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini” e di “Osservatorio indipendente per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza”.

Per quanto riguarda la criminalità organizzata, nel corso della presentazione dello studio, è stato dato risalto alla gravità di quei fenomeni criminosi che non si misurano soltanto dal numero di omicidi consumati o dalle manifestazioni di degrado urbano, ma dall’uso della violenza, dalle intimidazioni, dalla capacità di infiltrarsi in ambiente “sani”, fino ad imporsi nel tessuto sociale. Alla luce di ciò, è tanto più rilevante mettere in atto iniziative volte a garantire un’amministrazione inattaccabile dalla criminalità organizzata. L’associazione “Avviso Pubblico” è nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella pubblica amministrazione e sui territori da essi governati.

La Carta di “Avviso Pubblico” è composta da 23 articoli e indica concretamente come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione. Questo al fine di mettere in atto, nella pubblica amministrazione, attività di contrasto a fenomeni quali il conflitto di interessi, il clientelismo, le pressioni indebite ed attuare i principi di trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica, scelte pubbliche e meritocratiche per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni, la piena collaborazione con l’autorità giudiziaria in caso di indagini e l’obbligo a rinunciare alla prescrizione o l’obbligo di dimissioni in caso di rinvio a giudizio per gravi reati (come mafia e corruzione).

“In vaste zone del paese – spiega il sindaco di Loano Luigi Pignocca – un vero e proprio ‘contropotere’ criminale si oppone alla legalità democratica, fondandosi sull’accumulo di ricchezze illegali, esercita il dominio dei più forti sui più deboli attraverso l’uso della violenza, nega i più elementari diritti di cittadinanza, tenta di piegare ai suoi scopi le istituzioni democratiche, inquinando pertanto la società e l’economia. L’influenza delle organizzazioni criminali non è più limitata alle tradizionali zone d’insediamento; le enormi fortune acquisite con il traffico della droga vengono reinvestite nei circuiti finanziari e penetrano nell’economia legale, nuove attività criminali danno vita ad un vorticoso giro d’affari, si stringono patti perversi con ogni forma di potere occulto e con il sistema della corruzione”.

“Le mafie non sono dunque solo un problema di ordine pubblico, né costituiscono un pericolo solo per le regioni meridionali. Rappresentano la più forte insidia alla convivenza civile, alla saldezza e alla credibilità delle istituzioni democratiche, al corretto funzionamento dell’economia. Impediscono lo sviluppo della democrazia e il pieno esercizio dei diritti dei cittadini. Il diritto al lavoro, all’istruzione, alla sicurezza, alla giustizia non potranno essere goduti da nessuno se non si sconfigge l’illegalità organizzata. In questa battaglia, in prima fila, vi sono i corpi dello Stato, impegnati nell’azione di repressione. Ma al loro fianco, in questi anni, si è mobilitata gran parte della società civile, giovani, uomini e donne, associazioni del volontariato laico e cattolico. Un vasto variegato mondo dell’impegno civile che chiama le istituzioni, di ogni ordine e grado, a svolgere un ruolo di stimolo, di coordinamento e di sostegno all’azione di contrasto alla criminalità”.

“Ogni istituzione – aggiunge l’assessore alla polizia municipale Enrica Rocca – deve fare la propria parte e tanto più devono farla le istituzioni più vicine ai cittadini, oggi fortemente legittimate dal voto popolare diretto. In esse, una nuova classe dirigente sta seriamente lavorando, pur tra mille ritardi e difficoltà. Una leva di amministratori che, al di là dell’appartenenza politico-ideologica, colloca il bene comune al di sopra delle proprie posizioni, si cimenta con l’etica della responsabilità, ricerca un dialogo con i cittadini e ne sollecita la partecipazione. A tale classe dirigente spetta oggi il compito di ‘organizzare la legalità’ offrendo ai cittadini le occasioni e gli strumenti per sottrarsi all’invasione del contropotere criminale”. “Gli scopi e le finalità della Carta di Avviso Pubblico sono perfettamente aderenti alle intenzioni di questa amministrazione e perciò essa può rappresentare un utile strumento di riferimento dal quale ogni ente locale potrà attingere per cercare di agire concretamente sul versante della prevenzione delle nuove e più insidiose forme di corruzione e per promuovere la cultura della trasparenza e della legalità”, conclude Enrica Rocca.

Il comandante della polizia municipale Gianluigi Soro aggiunge: “Le cronache giudiziarie confermano che il nostro territorio non è immune da fenomeni criminali di stampo mafioso ed il nome della nostra città compare purtroppo in diverse indagini. I Comuni non dispongono degli strumenti dello Stato idonei ad un contrasto ‘di polizia’ e perciò la lotta alle mafie è perlopiù di natura culturale. Il Comune è chiamato a testimoniare e divulgare una cultura antimafia. Ma le amministrazioni dispongono ugualmente di spazi concreti per affermare i principi antimafia. Uno di questi, ad esempio, è la gestione della programmazione commerciale: il Comune può adottare politiche restrittive nei confronti delle sale da gioco e di contrasto alla diffusione dello stesso, fenomeno prodromico all’usura. Un altro ‘spazio’ è la gestione degli appalti che può essere affidata (come ha fatto il nostro Comune) alla Stazione Unica Appaltante regionale messa a disposizione dalla Regione per prevenire e contrastare i tentativi di condizionamento della criminalità organizzata e mafiosa nelle pubbliche amministrazioni, nonché favorire un utilizzo ottimale delle risorse pubbliche”.

“Ancora, i principi antimafia passano tramite il recepimento del codice di autoregolamentazione approvato il 18 febbraio 2010 dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. O tramite la costituzione di parte civile in tutti quei procedimenti penali, relativi a fatti commessi nel territorio del comune, per delitti di mafia”. “Nel Comune di Loano, in linea con la legge regionale numero 7 del marzo 2012, che invita a promuovere iniziative per la diffusione della cultura della legalità, nonché ad attivare iniziative di formazione volte a diffondere la cultura dell’etica pubblica, il fenomeno criminale è stato preso in carico nel proprio ‘Piano triennale di prevenzione della corruzione’, nella formazione ad esso dedicata e nella individuazione delle materie nei bandi di concorso”.