Save the Children: Italia, in disagio abitativo più di un minore su 10

Disagio abitativo: Save the Children, in Italia più di un minore su 10 inizia il nuovo anno in condizioni di severo disagio abitativo. Il 14,8% delle famiglie con bambini non riesce a riscaldare adeguatamente la casa. Necessario un impegno straordinario per garantire ad ogni bambino di crescere in salute e sicurezza |


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In aumento gli sfratti subiti da nuclei familiari che nel 70% dei casi comprendono minori. Urgente un piano nazionale per contrastare il disagio abitativo e il riconoscimento, da parte dei sindaci, dell’iscrizione anagrafica delle famiglie in condizioni di precarietà abitativa, per garantire l’accesso ai servizi essenziali.

Più di un bambino su 10 (l’11,2%) in Italia sta affrontando l’inverno in condizioni di severo disagio abitativo ((Fonte: Eurostat, 2016. Il dato italiano si attesta ben 4 punti sopra la media dell’Unione europea del 7,2% ed è secondo solo a quello della Polonia su 10 paesi Ue analizzati (Germania, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Svezia, Regno Unito).)) e il 14,8% delle famiglie con bambini non riesce a riscaldare adeguatamente l’abitazione in cui vive ((Fonte: Eurostat, 2016.)). Alla vigilia del 2018, Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro sollecita un intervento straordinario per fronteggiare la grave situazione abitativa che pregiudica la crescita di tanti bambini e adolescenti.

In soli dodici mesi, in Italia il numero di minori in povertà assoluta è aumentato del 14% arrivando a 1.292.000 minori, dei quali oltre un terzo ha meno di 6 anni ((Fonte: Istat, 2016.)), mentre dal 2008 al 2016 il numero di bambini in condizione di severo disagio abitativo è cresciuto del 15,5% ((Fonte: Eurostat, 2016.)). Il 20,3% dei minori – più di uno su cinque – vive in case con problemi strutturali quali umidità, tracce di muffa alle pareti, soffitti gocciolanti, infissi rotti (media Ue del 17,7%) ((Fonte: Eurostat, 2016. Sui 10 paesi analizzati l’Italia è seconda dopo il Portogallo per numero di minori che vivono in abitazioni con problemi strutturali. Dal 2008 il dato nazionale ha registrato un aumento dell’1,5%.)) e il 5,3% in strutture poco luminose ((Fonte: Eurostat, 2016.)). Particolarmente preoccupante il dato relativo alle famiglie con bambini impossibilitate a riscaldare l’abitazione in modo sufficiente, che supera la media dell’Unione europea di oltre 6 punti percentuali e che, dal 2008, ha registrato un incremento del 28,7% ((Fonte: Eurostat, 2016.)).

È aumentato, inoltre, il numero delle esecuzioni di sfratto con forza pubblica – 35.336 nel 2016, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente ((Fonte: Segreteria Nazionale Unione Inquilini.)) – così come quello di richieste di esecuzione di sfratto (158.720), il 3% in più. Si stima che nel 70% delle famiglie soggette a sfratto siano presenti minori ((Fonte: Segreteria Nazionale Unione Inquilini.)).

“In un paese dove la povertà minorile rappresenta una vera emergenza, tantissimi bambini vivono in alloggi fatiscenti, senza la possibilità di crescere in salute e sicurezza. I dati sul disagio abitativo, già così preoccupanti, sono sottostimati: tengono conto delle sole famiglie con residenza, escludendo quei nuclei con minori in emergenza abitativa che vivono, per esempio, in rifugi di fortuna” commenta Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children. “Sempre più spesso, al Nord come al Sud, nei quartieri più svantaggiati, ci troviamo a fronteggiare, con le associazioni e i servizi sociali territoriali, casi di emergenza abitativa che colpiscono i bambini, con conseguenze molto gravi per la loro salute, il percorso scolastico, la vita familiare. È indispensabile rafforzare gli strumenti di protezione per scongiurare il ripetersi di queste situazioni”.

“Chiediamo che il 2018 sia un anno decisivo nel contrasto alla povertà estrema dei minori.  Nel 2017 è stato introdotto uno strumento importante per le famiglie in povertà socio-economica, il ‘reddito d’inclusione’, ma alle famiglie non iscritte all’anagrafe è preclusa la possibilità di presentare la domanda per il beneficio. Con il decreto legge 14/2017 si è data ai sindaci la possibilità di derogare al divieto di iscrizione anagrafica per chi vive in strutture abusive, nel caso di nuclei familiari dove sono presenti dei minorenni, a tutela delle condizioni igienico-sanitarie. Chiediamo ai sindaci di applicare questa deroga per consentire sempre alle famiglie in difficoltà socioeconomica l’accesso ad un sostegno anche materiale da parte dei servizi sociali, così come a servizi vitali come la luce e il riscaldamento e, allo stesso tempo, chiediamo che si attivi, a livello nazionale, un piano di contrasto alla povertà abitativa, a partire dalle famiglie con bambini e dalle persone più vulnerabili” conclude Raffaela Milano.