Ultimi appunamenti per il Voxonus Festival

Penultimo appuntamento per il Voxonus Festival, giunto alla sesta edizione, nato da una idea di Claudio Gilio che ne è direttore artistico. Venerdì 11 agosto, nella Galleria di villa Faraggiana, ore 21.15, protagonista il Voxonus Ensemble, diretto dallo specialista Filippo Maria Bressan. Il titolo della serata è “Bach, i concerti a due”.


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La serata propone alcuni tra i capolavori concertistici di Johann Sebastian Bach (1685-1750) dedicati a due solisti, tutti verosimilmente composti in un relativamente ristretto lasso di tempo quando Bach si trovava a Köthen, nel periodo 1717-1723, presso il principe Leopoldo. Bach compose il Concerto in re minore per due violini (BWV1043) avendo in mente gli esecutori dell’orchestra del principe: Joseph Speiss e Martin Friedrich Marcus, entrambi berlinesi. Il concerto presenta una struttura compositiva, sui piani, come dire, del micro e del macro, mirabile. Si apre già da subito con una tipica fuga bachiana. Il Largo è un cullante e cantabile 12/8 tra i respiri dell’orchestra sui quali i solisti tessono un delicato velo melodico. Lo stile ricorderà all’ascoltatore l’aria della suite n.3 (la popolare “aria sulla quarta corda” sigla di Quark). Il finale di una memorabile pagina vede una lunga ed emozionante cadenza.

Il secondo brano è il Concerto per violino e oboe BWV1060, il quale prende a modello gli italiani: Vivaldi, Torelli, Albinoni, Marcello. Si fa subito sentire il raffinato gioco contrappuntistico dei solisti che solo Bach sapeva disegnare. Si apre con un tema incisivo del tutti, ripreso dai solisti che danno il via a elaborazioni del tema di grande sapienza compositiva. L’Adagio è concepito per contrasto, un ampio 12/8, una grande distensione, una sorta di aria, un dolce andamento lirico e un dialogo sereno, ipnotico e calmo tra i due strumenti solisti, in un allungatissimo fugato. Puro Bach.

Il finale vede in grande evidenza i solisti, trattati con grande virtuosismo. Bach dedicò 6 concerti al Margravio (titolo che corrisponde al nostro “marchese”) Christian Ludwig di Brandeburgo. L’organico dei concerti è piuttosto tradizionale (basso continuo, clavicembalo, archi e fiati a dividersi le parti solistiche) così come la divisione (quasi sempre rispettata) in 3 tempi di cui il più lento al centro. Si palesa nell’insieme l’intenzione di esemplificare e tramandare “La” forma di concerto ideale dei suoi tempi.

Il sesto concerto, in programma, fu composto nel 1718 e riprende la partitura per soli archi. Mancano però i violini, e sono le viole ad assurgere ad un ruolo solistico, del tutto nuovo. Una sonorità particolare, più ombrosa e vellutata, per la mancanza di strumenti acuti. Il sesto fu probabilmente il primo dei concerti ad essere scritto, il più classico e dallo stile più arcaico, ma Bach lo mise in ultima posizione forse per dare il senso di chiusura di un epoca, esemplificata inoltre dalla presenza di due viole da gamba, strumenti importanti nel Rinascimento e nel Barocco che andavano però verso un definitivo tramonto.

Il programma è eseguito come sempre su strumenti d’epoca e con prassi filologicamente informata. I solisti sono Fabio D’Onofrio, oboe; Maurizio Cadossi, violino e viola; Claudia Monti, violino; Claudio Gilio, viola. Quindi Enrico Gramigna, violino; Aki Takahashi, violino; Maurizio Less, viola da gamba; Massimo Sartori, viola da gamba; Claudio Merlo, violoncello; Roberto Massetti, violone; Valentino Ermacora, clavicembalo.

Voxonus si concluderà sabato 12 agosto con l’evento speciale (in Cappella, ore 19.00 e 21.15, occorre prenotare) “Quando il cielo bacia la terra” con musiche di Bach eseguite alla viola da Claudio Gilio e letture da “Magnificat” di Alda Merini a cura di Tiziana Bagatella.
Ingresso ai concerti 10,00 euro, biglietteria e parcheggio sul posto, gratuito fino 10 anni, Associati Orchestra e Allievi Accademia Musicale.