Il viaggio del Transylvania: una storia di un secolo fa

Continua la rassegna “Mare da vivere” curata dal G.S. Olimpia Sub di Spotorno. L’appuntamento è in piazza della Vittoria il prossimo 23 giugno, ore 21.00: una serata in compagnia di Alex Chiabra – storico – , Maurizio Grosso – disegnatore – e Paolo Curato – Presidente Società Ligure di Salvamento di Noli – con la presentazione del libro e della mostra fotografica annessa “Il viaggio del Transylvania”, per incontrare passeggeri in viaggio nel tempo, nello spazio e nei sogni e ricordare una storia di un secolo fa. La mostra fotografica di cui sopra proseguirà presso la Sala Convegni Palace di Spotorno – Via Aurelia 121 – dal 24 al 30 giugno con orario 20 – 23, con accesso libero e gratuito.


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«Correva l’anno 1917. Il 4 maggio, il transatlantico Transylvania, termina il suo viaggio davanti alle coste di Bergeggi. Un fatto tragico, come tanti accaduti durante la prima guerra mondiale. Un fatto in gran parte taciuto a causa della censura imposta dalla guerra prima, dal regime fascista poi. Nonostante questo, la nave e le migliaia di storie che l’hanno da sempre accompagnata, ha proseguito il suo viaggio nella nostra memoria, lasciando una scia che con un po’ di attenzione è possibile seguire. Gli indizi sono sparsi in tutto il mondo, nascosti magari in piccoli frammenti che via via riemergono o scompaiono. Nei cassetti dei ricordi di chi sopravvisse e tornò in Inghilterra, in alcune foto sbiadite che ormai perdono significato se non si è più in grado di collegarle con i fatti per cui venne scattata. Parlare dell’affondamento del Transylvania non è un semplice esercizio di memoria per non dimenticare, ma un punto di riferimento del tempo per capire cosa è cambiato in Liguria e dentro di noi in un secolo di storia.»

«Per questo è giusto e importante che il Transylvania possa liberamente navigare e continuare il suo viaggio in questo presente che per allora era solo un inimmaginabile e remoto futuro, altrettanto incomprensibile di come può essere per noi ormai pensare il mondo di ieri. Per l’area geografica che va da Savona a Finale Ligure, questo avvenimento – l’affondamento del Transylvania – ha messo in moto una serie di meccanismi legati alla cultura della solidarietà, alla capacità di accoglienza, all’umanità dei singoli, degli Enti e delle Associazioni tali da avere ancora a tutt’oggi degli effetti sulla comunità. Questa tragedia avrebbe avuto conseguenze peggiori se non si fosse messo in moto l’intera popolazione, non solo costiera, del savonese e questo movimento non fu improvvisato ma spesso frutto di una nuova coscienza della comunità. I pescatori di Noli che misero in acqua i loro gozzi per compiere il lungo tragitto fino al luogo dell’affondamento erano in buona parte membri della Società Italiana di Salvamento. A terra, volontari delle pubbliche assistenze Croce bianca e Croce d’Oro (fra le più antiche d’Italia) hanno allestito l’accoglienza dei sopravvissuti, la Croce Rossa Italiana si occupò delle cure mediche, le Società di Mutuo Soccorso aprirono le porte delle loro sedi. Le Istituzioni lavorarono senza soste per affrontare al meglio ogni aspetto, anche logistico, dell’avvenimento. Tantissimi cittadini curarono, ospitarono e in molti casi soccorsero i naufraghi. Da questi fatti nacquero amicizie che in diversi casi durarono intere vite.»

«Il territorio di Savona ricevette le massime onorificenze per quanto fatto soprattutto dal governo inglese. L’affondamento del Transylvania ha fatto emergere un tessuto solidale che nasce diversi anni prima grazie al grande cambiamento sociale in atto in buona parte d’Italia ma particolarmente marcato in alcune zone della Liguria grazie all’industrializzazione e alla conseguente nascita di nuovi ceti popolari e relative nuove esigenze in ogni campo, dalla sanità, ai diritti sindacali, la mutua assistenza, il consumo, la cultura. Questa spinta ha trasformato in maniera radicale la società e continua a farlo, anche a distanza di un secolo. Il progetto “Il viaggio del Transylvania” parte appunto dalla continuità del viaggio di questa nave attraverso un intero secolo, partendo da una tragedia che via via si trasforma in un dono prezioso che va custodito attraverso la memoria e azioni concrete. Nello specifico il progetto si rivolge ai giovani: noi siamo i nipoti dei protagonisti di questa storia e ne portiamo l’eredità, ma i nostri bisnonni erano dei giovani all’epoca dei fatti e il nostro sforzo è di far comprendere che proprio i giovani sono stati i principali protagonisti di questa storia, nel bene e nel male. La memoria e la storia non sono un semplice bagaglio di ricordi e commemorazioni ma una continuità di valori e di insegnamenti e chi crea la storia è semplicemente gente come noi, con gli stessi desideri e gli stessi sogni.»

«Nel 2001 fu realizzato un volume a fumetti che in parte ricostruiva la vicenda storica dell’affondamento e in parte affrontava le tematiche di solidarietà. In questi anni il volume è stato molto richiesto specialmente nelle scuole, venendo utilizzato come strumento didattico per raccontare una fase storica spesso complessa da affrontare in modo efficace. Con la ricorrenza del centenario, gli autori hanno pensato di partire dall’opera precedente per inserire in maniera più completa i valori di questa vicenda, ampliando la parte storica, inserendo numeroso materiale inedito ritrovato in anni di ricerche e inserendo una parte relativa alle importanti scoperte naturalistiche scaturite in maniera fortuita proprio grazie alla ricerca del relitto. Viene usata quindi sempre la tecnica del fumetto per raccontare, ma lo sforzo è quello di creare, per quanto possibile un vero e proprio strumento didattico utile nelle scuole. I curatori del “Viaggio del Transylvania” sono Alessandro Chiabra, storico ed esperto di comunicazione, Giuseppe Milazzo, storico, scrittore e insegnante di storia, Maurizio Grosso, disegnatore oltre a numerose altre collaborazioni.»

Come nelle precedente esperienza del 2001, l’idea degli autori è di devolvere parte del ricavato a progetti ed attività di soccorso sul territorio.