L’economia italiana è sempre più terziaria: Fist Cisl a Congresso

L’economia italiana è sempre più terziaria anche per effetto della deindustrializzazione generata dalla globalizzazione e dall’avvento dell’innovazione tecnologica.


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L’indice di terziarizzazione dell’economia, misurato dal rapporto tra occupati nel settore terziario e occupazione totale, ha superato il 70% nei Paesi più avanzati, come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, e si colloca tra il 60% e il 70% nei Paesi europei. In Italia il terziario occupa complessivamente circa 16 milioni di addetti, secondo i più recenti dati Istat, di cui oltre 6milioni e mezzo attivi nei comparti del commercio, turismo e servizi. L’occupazione nel terziario privato è riconducibile non più solo al lavoro dipendente ma è sempre più rivolta al lavoro somministrato, autonomo e atipico fino alle più recenti forme parcellizzate di occupazione.

Questo lo scenario nel quale si sono aperti oggi a Roma, allo Sheraton Hotel Parco De’ Medici, i lavori del I Congresso nazionale della Fist Cisl, la Federazione dei Sindacati del Terziario nata nel 2014 dalla sinergia di Fisascat e Felsa, rispettivamente la federazione del commercio turismo e servizi e la federazione dei lavoratori somministrati, autonomi e atipici, entrambe affiliate alla Cisl. “Un sindacato allíaltezza delle sfide. Il futuro dei lavori nel terziario” il tema conduttore della kermesse che registra la partecipazione di oltre 350 delegati provenienti da tutta Italia.

«La domanda dei consumatori si rivolge progressivamente a prodotti immateriali e servizi. Nelle società moderne gli addetti direttamente impiegati nella trasformazione materiale sono in diminuzione, sia per l’effettiva dematerializzazione della produzione sia per il decentramento delle produzioni materiali verso i Paesi emergenti e in via di sviluppo» ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri nella relazione introduttiva ai lavori congressuali.

«Per favorire l’effettivo sviluppo dell’economia dei servizi sarà necessario investire nella specializzazione del capitale umano. Un buon grado di istruzione e competenze professionali, informatiche e linguistiche rappresentano oggi il fattore chiave per lo sviluppo dei servizi moderni» ha aggiunto il sindacalista che ha sottolineato il ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva nella tutela del lavoro che cambia.

«Se da un lato è necessario accrescere le competenze e le professionalità attraverso percorsi formativi adeguati garantiti dal sistema della bilateralità prevista dai contratti, dall’altro è necessario tutelare in misura crescente il lavoro che cambia, con l’avvento dell’innovazione tecnologica e della robotizzazione, con una attenzione particolare verso i nuovi rapporti di lavoro non più classificabili prettamente come lavoro subordinato» ha sottolineato Raineri. «In questo senso il completamento dei rinnovi contrattuali nel terziario privato, come anche la definizione del nuovo contratto nazionale del lavoro somministrato, rappresentano una priorità per un sindacato che quotidianamente si confronta con i nuovi scenari economici e sociali» ha aggiunto.

«Il sindacato – ha concluso Raineri – dovrà avere la capacità di rappresentare, attraverso la contrattazione collettiva, le nuove professionalità in un mercato del lavoro in evoluzione dove il rischio, in assenza di regole certe ed esigibili e dei diritti fondamentali, è quello della creazione di lavori poveri e sottopagati, pur in presenza di competenze elevate».
I lavori congressuali proseguiranno domani con una tavola rotonda sul tema “Il lavoro che cambia: quale futuro per il Terziario”.
Al link http://original.livestream.com/fisascat?t=632538 sarà possibile seguire in streaming le fasi salienti del congresso.