Consiglio regionale: respinta la mozione di censura per l’assessore all’agricoltura Stefano Mai

Nella foto: Stefano Mai, assessore regionale all’Agricoltura e allo Sviluppo dell’Entroterra

Respinta la mozione di censura per l’assessore all’agricoltura Stefano Mai. Il Consiglio regionale ha respinto con 16 voti contrari (maggioranza di centro destra) e 13 voti a favore la mozione di censura, firmata dai consiglieri Fabio Tosi, Alice Salvatore, Gabriele Pisani, Andrea Melis, e Marco de Ferrari del Movimento5Stelle, Juri Michelucci, Giovanni Lunardon, Luca Garibaldi, Valter Ferrando e Giovanni Barbagallo del Pd e Gianni Pastorino di Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria), in cui si esprimeva censura nei confronti dell’assessore all’agricoltura Stefano Mai in relazione alla seduta del 5 maggio scorso in cui è stata discussa, dopo un anno e mezzo dalla presentazione e con un rinvio in Commissione, la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle sulle 45 discariche abusive nel Parco di Montemarcello Magra.

«L’assessore ha proposto, nella seduta stessa, una modifica al testo – ha spiegato il consigliere – e la maggioranza ha votato contro l’atto originale senza, quindi, dare ascolto alle indicazioni dell’assessore. Siamo di fronte ad un atto di irresponsabilità totale da parte della Giunta e della maggioranza, che dimostrano di non avere alcuna volontà di risolvere questo caso e garantire il mantenimento del Parco come presidio chiave e come collettore in grado di attrarre i fondi del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020. A fronte della mancata volontà della Giunta di attivarsi entro il breve periodo rischiano di essere persi 313 milioni di euro».

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha illustrato la mozione poi, rivolgendosi ai consiglieri di centro destra, ha aggiunto: «Come maggioranza dovete chiarire i rapporti al vostro interno, visto che anche un vostro consigliere ha presentato una proposta di legge per abolire il parco di Montemarcello Magra».

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Giovanni Lunardon (Pd) ha dichiarato: «L’episodio oggetto della mozione è solo l’ultimo di una lunga sequenza di atti mancati». Il consigliere ha imputato all’assessore la responsabilità della mancata assegnazione di 16 milioni di euro del Governo destinati alle imprese agricole alluvionate e i ritardi nell’assegnazione dei fondi del Programma di sviluppo rurale. Lunardon ha invitato Mai «a non rinunciare alla collaborazione anche dei gruppi consiliari di minoranza» e ha concluso chiedendo informazioni chiare sulla futura politica sui parchi della giunta, rilevando che il consigliere di maggioranza Andrea Costa (Gruppo misto-Liguria Popolare) ha proposto con una legge specifica l’abolizione del Parco di Montemarcello Magra.

Juri Michelucci (Pd) ha dichiarato: «L’agricoltura e il territorio sono soli e non hanno appoggio concreto e sicuro a seguito di scelte scellerate che oggi vogliamo provare a censurare». Michelucci ha continuato: «Se l’assessore ritiene di non avere idee così forti da sottoporre al Consiglio,  è ora che inizi a cercare di occuparsi di altro» e ha ribadito: «Servono politiche serie ed efficaci», sottolineando che sono necessarie risorse disponibili, a supporto di chi ogni giorno è impegnato sul territorio. Tra le critiche mosse a Mai, la mancata attivazione di una elevata percentuale di bandi e finanziamenti legati al Psr e la perdita dei finanziamenti per i danni subiti dall’agricoltura, a seguito degli eventi alluvionali, nel ponente ligure.

Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha ribadito piena fiducia nell’operato dell’assessore: «Mai si è sempre dimostrato competente e preciso e ha lavorato per il bene della Liguria». Il consigliere ha aggiunto di condividere pienamente la proposta di legge di Costa sull’abolizione del parco di Montemarcello Magra e, facendo riferimento alla propria esperienza di amministratore comunale, ha aggiunto: «Ho verificato che i parchi hanno sempre creato dei problemi» auspicando che le risorse destinate ai parchi siano assegnate ai Comuni, affinché le impieghino nella cura del territorio.

Gianno Pastorino (Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria), al di là del caso specifico, ha criticato più in generale il ruolo politico dell’assessore: «Su un settore importante come l’agricoltura non c’è una regia politica eppure è evidente che questo settore non decolla ed è ancorato al passato». Secondo il consigliere le critiche a Mai sono «valutazioni negative di carattere politico e non personale» e riguardano il fatto che «il settore non è sufficientemente controllato». Il consigliere, infine,,ha rilevato alcuni elementi di contraddizione nella gestione dell’assessorato e nell’assenza – ha detto – di un coordinamento politico fra Mai e la maggioranza.

Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle) ha detto che la mozione di censura ha lo scopo di chiedere «chiarezza», anche in base all’articolo 9 della Costituzione, su quanto si intende fare  a tutela  del paesaggio, la lotta al dissesto idrogeologico, la  tutela dei prodotti locali. Il consigliere ha evidenziato il fatto che per le piccole e micro imprese agricole è ora complicatissimo accedere ai bandi del Psr : «Siamo di fronte all’ennesimo passo falso – ha aggiunto – di una vecchia politica che  non tutela chi presidia il territorio». De Ferrari, infine, ha ricordato che negli ultimi dieci anni c’è stata una pesante diminuzione delle piccole imprese agricole ed un drammatico aumento del rischio  di dissesto idrogeologico.

Luca Garibaldi (Pd) ha ribadito che  è necessario «fare il punto su quello che è un assessorato fondamentale per Liguria, che non è presidiato». Il consigliere ha puntualizzato che non si sta facendo una valutazione su di un fatto singolo, ma si esprime  «un giudizio di merito rispetto ad un assessorato che in questi anni, pur avendo ricevuto un’eredità positiva, di fatto  si è fermato.  Dopo due anni i risultati – ha detto – sono sotto occhi  di tutti». Garibaldi ha, inoltre, ricordato il fatto che il settore agricolo ein attesa di risposte per quanto riguarda il Psr  e su altre importanti questioni.

Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) ha ricostruito nel dettaglio il dibattito sulla mozione sul parco di Montemarcello Magra rilevando che non c’era stato uno scontro politico fra assessore e maggioranza ma erano sorti problemi di natura tecnico-regolamentare. Nel merito della mozione di censura Piana ha aggiunto: «Così come è stata formulata non sembra una mozione di censura ma di sfiducia, perché si fa riferimento ad una valutazione negativa rispetto al lavoro svolto dall’assessore, quindi va respinta con forza». Il consigliere, inoltre, ha respinto le accuse di arroganza rivolte a Mai spiegando che sul piano personale e caratteriale queste critiche non corrispondono alla realtà.

Francesco Battistini (Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria) ha illustrato le proprie critiche: «L’assessorato è pesantemente presidiato a livello politico nel dialogo con gli uffici e con la maggioranza». A questo proposito ha citato un altro episodio, avvenuto in IV Commissione su due provvedimenti sulla rete escursionistica, in cui sarebbe stata chiara la mancanza di comunicazione fra l’assessore e il centro destra. «Per questi motivi era necessaria una mozione di censura, non per motivi personali perché la valutazione sul suo operato è solo politica». Rivolgendosi alla maggioranza Battistini ha concluso: «Volete cominciare a governare questa Regione? L’assessorato vuole iniziare a dialogare con la sua maggioranza e smettere fare confusione in aula con un vero presidio sulla materia?».

Angelo Vaccarezza (Forza Italia) ha puntualizzato: «Voterò convintamente a favore dell’operato di Mai». Respingendo, quindi,  in maniera netta il contenuto della mozione di censura il consigliere ha ribadito che nel documento si lega, a suo avviso in maniera del tutto inadeguata, il mantenimento del Parco con il Psr. Vaccarezza ha, quindi, ribadito che l’assessore Mai nella seduta a seguito della quale è stata presentata la censura, in realtà si è comportato in maniera adeguata, «da persona perbene», mettendosi a disposizione dell’aula per poi recarsi ad un incontro con il sottosegretario del governo.

Di parere differente Sergio Rossetti (Pd), il quale ha rimarcato che a suo avviso c’è stato «un mancato rispetto dell’aula». Il consigliere ha aggiunto: «Se l’assessore ha un impegno istituzionale lo dica con chiarezza e non si presenti». Rossetti si è quindi soffermato sull’operato dell’assessore, sottolineando, tra l’altro, che  «si arriverà alla fine di questa legislatura senza che sia stato attuato un intervento sull’agricoltura sociale, perché – ha aggiunto ironicamente – forse qualcuno ha detto a Mai che con il settore potrebbe essere coinvolto qualche immigrato».

Luigi De Vincenzi (Pd), in relazione all’intervento di due parlamentari Pd (Giacobbe e Vazio) per recuperare i fondi destinati alle imprese alluvionate, ha sottolineato: «Questa vicenda dovrebbe insegnare che si deve andare oltre all’appartenenza politica e partitica e spesso si ha bisogno di tutti e, anche se ci sono posizioni diverse, occorre darsi da fare. Credo – ha concluso – ci debba essere una forma di collaborazione a tutti i livelli».

Raffaella Paita (Pd) ha ribadito che la mozione non è un attacco personale ma politico e ha accusato la giunta di non occuparsi adeguatamente del settore dell’agricoltura: «In questa Regione, dove c’è stato il crollo delle partecipazioni statali, si punta su questo settore che ha una storia rilevantissima ma occorre avere le idee chiare circa la rotta da seguire». Paita ha rilevato che circa 313 milioni di euro di fondi del Programma di sviluppo rurale non sarebbero stati ancora utilizzati e ha ricordato i ritardi della Regione nell’accedere ai fondi nazionali destinati alle imprese agricole alluvionate.

Claudio Muzio (Forza Italia) ha detto che la mozione di censura era di natura «esclusivamente politica», evidenziando che gli interventi erano tutti di polemica politica ed ha ironicamente sottolineato  che, così come formulato, il documento rappresenta «un’autocensura per chi lo ha firmato». Muzio ha, quindi, difeso l’operato di Mai evidenziando, tra l’altro,  che diversi bandi sono stati i attivati con successo e ricordando, a proposito del Psr, l’azione svolta dall’assessore nei confronti di Agea, l’agenzia a carattere nazionale che di fatto  – ha detto – blocca i lavori che devono portare al nulla osta per il rilascio dei  finanziamenti.

L’assessore all’agricoltura Stefano Mai ha puntualmente replicato alle accuse della minoranza ricostruendo nei particolari la seduta in cui era stata affrontata la mozione sulla discarica di Montemarcello Magra e che ha spinto la minoranza a presentare una mozione di censura. «Non mi sottraggo mai al confronto – ha aggiunto – e questo credo che sia ampiamente dimostrato». Rispetto alla politica della giunta e della maggioranza sui parchi Mai ha precisato: «Sui parchi credo che ci sia una discussione molto serena e democratica tra la maggioranza; un consigliere ha tutti i diritti di proporre o comunque di esternare il suo pensiero su alcune politiche anche applicate dalla Giunta». L’assessore ha ribadito: «I parchi così come sono stati gestiti o, meglio, abbandonati dalla politica non funzionano, quindi o si fa qualche cosa oppure si passa alle maniere forti». Rispetto alla presentazione nella IV Commissione di due provvedimenti sull’escursionismo, rispettivamente da parte di un gruppo di maggioranza e dell’assessore, Mai ha precisato: «Sull’escursionismo la legge era la stessa, vi era un’iniziativa del Consiglio e una della giunta che toccano la stessa legge, ma non vanno a trattare gli stessi argomenti». L’assessore ha, inoltre, replicato alle accuse sui presunti ritardi della Regione nell’accedere ai risarcimenti dei danni alluvionali. «Per quanto riguarda il PSR, fino ad oggi – ha aggiunto – abbiamo aperto ventisei bandi, dieci sono stati riaperti e abbiamo messo a bando 120 milioni di euro» specificando che sono stati rilasciati già alcuni nullaosta. Mai ha ricordato che sul ritardo di certe misure ha gravato il commissariamento di AGEA.

Il presidente della giunta, Giovanni Toti, in merito alle politiche dell’agricoltura portate avanti dall’assessore Mai, ha assicurato: «Non solo hanno la mia completa fiducia, ma sono certo ce l’abbiano di tutta la nostra maggioranza, considerato che non c’è mai stato un voto in dissenso da quanto fatto dall’assessore all’agricoltura». Il presidente ha quindi polemizzato con i firmatari della censura: «Una mozione di censura non è quello che ho sentito dire in quest’aula» e ha spiegato: «Una mozione di censura vuol dire un atto con cui si censura, si richiama, si stigmatizza un grave comportamento lesivo per la dignità del ruolo che si ricopre e dell’aula, se mi consentite anche dal dolo, oltre che dalla colpa, perché, altrimenti, una mozione di censura non ha senso».  Toti ha aggiunto: «La mozione di censura deve essere utilizzata quando questo Consiglio, per colpa di qualcuno di noi, dolosamente, è messo nelle condizioni di minore onorabilità rispetto a quella che c’era. Io non credo che il fatto che l’assessore Mai abbia lasciato quest’aula per un impegno istituzionale con un sottosegretario del governo sia un atto che ha tolto dignità a quest’aula. Credo che fosse un atto dovuto da parte dell’assessore andarsi a confrontare con il governo in quel momento». Il presidente ha concluso: «Una mozione di censura è una cosa seria, la si fa quando qualcosa ha gravemente turbato gli equilibri e la dignità delle istituzioni che tutti rappresentiamo. In questo caso le uniche cose che credo siano state turbate sono due mattinate spese per discutere di una cosa che non esiste»,

Giovanni Barbagallo (Pd) ha annunciato il voto favorevole alla mozione di censura e, ricordando la propria esperienza di assessore all’agricoltura nella precedente legislatura, ha aggiunto: «Noi avevamo un rapporto costante con la minoranza e posso dire che molti provvedimenti erano passati all’unanimità, con questa giunta succede esattamente l’opposto e c’è una totale chiusura senza contare il rischio di perdere i fondi del Programma di sviluppo rurale».