Albenga, mostra conclusiva del progetto “Sinfonie di colori”

Albenga. Il giorno 12 maggio 2017 alle ore 17,00 avrà luogo nelle sale del Palazzo Oddo e della Biblioteca Civica “ S. Comanedi “ di Albenga l’inaugurazione della mostra conclusiva del progetto “Sinfonie di colori”, realizzato grazie al contributo della Fondazione “A. De Mari” di Savona.
La mostra sarà visitabile fino al 21 maggio , con orario: dal martedì alla domenica 10.30-12,30/15,30-18,30 Palazzo Oddo-3^piano; dal lunedì al venerdì 10 /19 – sabato 10/15 presso la Biblioteca Civica S.Comanedi.
Il progetto, esteso sul territorio savonese, è stato attuato dalle insegnanti e dagli allievi delle scuole primarie appartenenti agli I.C. di Albenga1- plesso Vadino, Albenga2 – plesso di Villanova d’Albenga, Ceriale – plesso Leca d’Albenga, Andora -plesso Laigueglia, Borghetto Val Varatella -plesso sede, Loano- plesso Valerga, Pietra Ligure – plesso La Cornice, Finale Ligure-plesso sede, Spotorno e Noli – plesso Noli, per un totale di 12 classi e 307 allievi.
L’iniziativa, curata dalla Prof. Cinzia Vola, è stata sostenuta dal Comune di Albenga, dalla Coop Liguria, dal Caffè Matteotti di Albenga, e dallo Studio Grafico FiveO’Clock di Finalborgo.

Ad illustrare il significato del progetto pedagogico è la stessa Cinzia Vola: «Con questa iniziativa ci si è proposti di sondare le affinità tra i linguaggi comunicativi della pittura e della musica. Esplorando le modalità espressive primigenie della pittura e della musica , si è voluto cogliere l’afflato universale che ha accomunato in origine, l’uomo al proprio simile, tramite l’espressività artistica , prima che l’evoluzione storica costruisse le barriere delle diversità linguistiche delle nazioni e delle diverse culture.
Si è così individuato un unico significato per tutti i codici comunicativi tipici delle attività artistiche e di ingegno, siano esse musicali, pittoriche, o letterarie.
Il tentativo è stato quello di esaltare una lingua archetipica e astorica, del cuore e del sentimento, la lingua che tutti i popoli parlavano molto tempo addietro, e ancora oggi vi è più, in quest’epoca di costruzioni di barriere deve essere diffusa e intesa, ovvero la lingua comune a tutti gli uomini, ora che quelle barriere li hanno divisi per sempre».

«La pittura e la musica dimostrarono sempre un interesse reciproco, non solamente a livello iconografico, ma soprattutto come suprema espressione di sentimenti e di emozioni e non per caso, musica, musicisti e, strumenti musicali, furono protagonisti di tanti dipinti di George Braque, Pablo Picasso, Juan Gris, Fernand Leger , Henri Matisse, Wassilij Kandiskiy e Marc Chagall. Lo stesso linguaggio ci offre una preziosa testimonianza della connessione esistente fra musica e pittura : colore , timbro, tonalità, armonia, ritmo, movimento, struttura, composizione, sono solo alcuni dei tanti termini comuni alle due discipline.
Una familiarità ancestrale che divenne oggetto di vere e proprie teorizzazioni, dapprima durante il Simbolismo, che proponeva una corrispondenza fra tutte le arti, poi in modo più strutturato con le avanguardie storiche, protese alla ricerca di un lessico che potesse essere interscambiabile ed adatto sia alla musica che alla pittura».

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«“Sinfonie di Colori”, prende le mosse dal soggetto iconografico della Natura Morta legata all’allestimento degli strumenti musicali che, secondo precise regole illusionistico-spaziali, come genere pittorico autonomo si configura solo nel XVII secolo.
Sono stati confrontati i diversi esempi che si sono susseguiti dall’antichità per giungere al Cubismo e abbiamo così approfondito sia la mera rappresentazione dei soli oggetti musicali sul tavolo che l’innovativo binomio cubista della natura morta di strumenti musicali e finestra.
Della poetica cubista, che ha permesso agli artisti di mettere insieme l’istanza del paesaggio (che indirizza lo sguardo verso un punto di fuga esterno al quadro) con quello della natura morta, che si struttura su forme spaziali completamente diverse abbiamo interpretato alcune opere di Braque, Picasso e Gris.
Così agli elementi formali del cubismo sintetico, in cui la scomposizione della realtà oggettuale degli strumenti è mostrata simultaneamente da molteplici punti di vista, è stata affiancata la semplificazione bidimensionale delle composizioni cromatiche di Matisse, nella quale invece, si esprime il momento del “ jouer- e dell’azione del suonare”. E così, la ripresa degli elementi naturalistico- figurativi della tradizione classica legata alla rappresentazione dei musicisti, seppur in chiave avanguardistica, è stata successivamente analizzata dagli alunni, non solo nelle opere dei “Tre Musici” Leger e di Picasso, anche di Braque, ma anche nel “ Violoncellista” di Modigliani, temporaneamente esposto a Genova. Il “Violinista in blu” di Chagall è stato affiancato da quello dipinto da Matisse e, le “Impressioni n.1-2-3” dipinte da Kandinsky e composte per il “Concerto per pianoforte di Arnold Schoenberg” ci hanno permesso di comprendere l’origine dell’Arte Astratta».

«Infine, è stata approfondita l’opera musicale “Pulcinella”, del 1918 dei Balletti Russi dell’impresario teatrale Sergej Diaghilev, della quale Picasso realizzò bozzetti, scene, costumi e sipario, in collaborazione sinergica con il musicista Igor Strawinsky ed il coreografo Leonide Massine; in tal modo è stato possibile analizzare sia il linguaggio musicale, quello visivo e quello del movimento che hanno integrato creando un connubio perfetto.
Gli alunni della classe 5^ di Noli, con l’aiuto dei loro insegnanti, hanno approfondito anche l’ascolto di alcune composizioni di Strawinsky e il libretto/messaggio del balletto: creando con l’ausilio della tecnologia una sintesi di questo incontro tra le arti.
Si è reso così omaggio, anche al Balletto Russo “Parade” del 1917, musicato da Erik Satie, per il quale Picasso dipinse le scene traendo direttamente ispirazione, dai luoghi e dalla cultura partenopea che potè scoprire durante il suo primo viaggio in Italia, che avvenne proprio in quell’anno e per quella occasione. Ed è infatti per ricordare tale evento, che in questo periodo presso il Museo di Capodimonte a Napoli, se ne celebra il centenario attraverso, l’esposizione straordinaria del sipario Parade di mt 17 x 10.
È grazie alla particolare sensibilità della Fondazione “A.De Mari”, finanziatrice del progetto, nonché all’autorevole intervento del Comune di Albenga che l’iniziativa abbia potuto trovare realizzazione. L’ esposizione finale vuole rendere pubblico omaggio a questi Enti che in una dimensione sociale ancora troppo spesso contrassegnata da posizioni di egoistica protezione dei propri interessi e di opportunistico rifiuto apportano il proprio contributo di disponibilità all’accoglienza e all’inclusione delle diverse culture, all’insegna di ideali di civile convivenza e pacifica coesione.
La mostra che prevede l’esposizione di 15 gigantografie, e di numerosi elaborati grafici degli alunni, che si sono confrontati con le opere pittoriche di Pablo Picasso, Fernand Leger, Henri Matisse, costituirà spunto di riscoperta e valorizzazione del territorio esaltandone le risorse; fra l’altro, i visitatori potranno, prima di proseguire il “viaggio”, effettuare una sosta presso il Caffè Matteotti di Albenga, ove troveranno specialità dolciarie provenienti anche dal meridione d’Italia».