Kronostagione, gran finale con Babilionia Teatri

 


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di Alfredo SgarlatoAlbenga. Seconda parte del dittico che la Kronostagione ha dedicato a Babilonia Teatri, con “Jesus”, opera distinta dalla precedente ma non distante nei temi. Ancora una volta Valeria Raimondi, autrice del lavoro insieme a Enrico Castellani e Vincenzo Todesco, è sola in scena, Castellani la raggiungerà solo nel finale. Il palco dello Spazio Bruno è ingombro di oggetti e le musiche, governate da Luca Scotton al mixer, sottolineano continuamente il testo, spaziando dal flamenco alla classica al rock, sempre con Gesù come filo conduttore.

Tema dello spettacolo è la presenza di Gesù nella società di oggi, che sembrerebbe laicizzata e invece è pervasa dalla sua presenza, spesso ridotta a sola immagine, anzi immaginetta, come quelle che vengono sparate in quantità sul pubblico o, appunto, mero personaggio letterario. La riflessione si interseca con quelle sulle altre ossessioni contemporanee, l’immagine ovviamente, la cucina, si parla della morte, come in “The end”, del Paradiso, che gli autori vorrebbero per tutti (ma proprio per tutti? Io non sarei d’accordo), fino al commovente finale in cui gli interpreti si baciano nudi, in penombra, sulle note di “Hallelujah” (nella versione di Rufus Wainwright), che contrariamente a quanto si crede non è una canzone religiosa, suggerendo forse che la salvezza stia in noi e non altrove.

Valeria Raimondi ha una presenza scenica fortissima, canta, balla, alza pesi, alterna italiano e veneto con la recitazione straniante, quasi a filastrocca, che è cifra tipica della compagnia, mantenendo alta l’attenzione del pubblico che ha affollato lo Spazio Bruno e poi si è trattenuto soddisfatto, a discutere del lavoro visto e mi ha riferito le forti emozioni provate. Un bel finale per una stagione teatrale di alto livello, che ci ha fornito, come avviene da anni grazie a Kronoteatro, un’ottima panoramica sulle tendenze del teatro italiano contemporaneo, che riesce a supperire con la creatività alle sempre maggiori ristrettezze economiche.