Kronostagione, il teatro che fa riflettere

di Alfredo Sgarlato – Albenga. Nuovo appuntamento allo Spazio Bruno per la rassegna curata da Kronostagione. La compagnia Quotidiana.com, Paola Vannoni e Roberto Scappini, presenta “Io muoio e tu mangi”, seconda parte della trilogia “Tutto è bene quel che finisce”, iniziata con l’ottimo “L’anarchico non è fotogenico”, visto un paio di anni fa.


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In questo nuovo testo c’è una struttura narrativa più forte rispetto ai precedenti lavori della compagnia: una donna, che si prende cura del padre morente, racconta al compagno la sua giornata. I due siedono uno di fronte all’altro, in un palcoscenico quasi spoglio, solo un trofeo e un’icona, e dialogano. Questa è la cifra stilistica del duo che, come ci raccontano prima dello spettacolo, lavora per sottrazione: lasciare in scena solo quello che del teatro è fondamento, le parole, togliendo tutto il resto.

Quello che viene tolto nella messa in scena è recuperato in densità e profondità del testo: l’argomento forte crea un fortissimo coinvolgimento emotivo, che gli autori/interpreti mettono continuamente alla prova con giochi di parole, gesti insensati, false banalità, e anche battute fulminanti che scatenano le risate del pubblico contrastando la tensione. C’è anche un momento di metateatro in cui i due riflettono sul proprio stile, prendendo a prestito frammenti critici che, tolti dal contesto, diventano frasi fatte e vuote, per quanto elogiative. Appaiono anche, molto appropriate, alcune citazioni dantesche, mentre non c’è musica.

Mentre in altri spettacoli Vannoni e Scappini sceglievano la totale immobilità come contraltare al raffinato assurdo dei dialoghi, qui, dove il testo è più ancorato a una problematica sociale particolarmente sentita in questi giorni, e non mancano accenni di satira politica, abbiamo una maggiore gestualità, anche sganciata dal contesto, oppure volta a crearlo (il mimare la porta che si apre e chiude); e sono proprio i gesti a spiazzare lo spettatore, che altrimenti sarebbe troppo rapito dal testo, che Paola e Roberto porgono quasi sussurrando.

Uno spettacolo potente, vario nei registri stilistici, densissimo di contenuti, sebbene apparentemente spoglio, quotidiano, appunto, che il pubblico presente ha gradito molto. Nel prespettacolo, quando la compagnia ha presentato il proprio lavoro, il Presidente di Iniziativa Laica Ingauna Piero Corradi ha parlato della possibilità di presentare al Comune di Albenga il proprio testamento biologico.  Venerdì prossimo, sempre allo Spazio Bruno, si chiude la trilogia con “Lei è Gesù” riflessione sui ruoli maschile/femminile e vi segnaliamo, sabato 25 dalle 10 a Palazzo Oddo la tavola rotonda, sempre a cura di Kronoteatro, “Quale Pubblico? Quale teatro?”