Il chitarrista Riccardo Pampararo incanta l’Auditorium San Carlo

 


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di Alfredo Sgarlato – Albenga. Secondo appuntamento ingauno per l’Associazione Musicale G. Rossini, purtroppo l’ultimo di questa stagione per la cronica mancanza di fondi che affligge il mondo della cultura. All’ Auditorium San Carlo si presenta Riccardo Pampararo, che come i super-eroi ha una doppia vita: veterinario tra i più apprezzati e chitarrista classico di grande valore. “Classico” nel senso più onnicomprensivo del termine, poiché oggi, come ci ha dimostrato, è giusto considerare classici non solo Bach o Händel ma anche Piazzolla o i Beatles.

La prima parte del concerto, aperto dalla “Romanza in la minore” di Paganini, è incentrato su autori spagnoli e sudamericani, alternando brani impetuosi come la “Danza del molinero” di Manuel De Falla a brani d’atmosfera come “Son de carrilhòes” del brasiliano João Pernambuco. Tutti i brani sono interpretati secondo la sensibilità di Pampararo, che in un paio, anticipando quello che avverrà nella seconda parte del concerto, inserisce a sorpresa citazioni da Queen e AC/DC. Non mancano incursioni nella milonga, con “Recuerdo pampeano” di Abloniz, l’ormai irrinunciabile “Libertango”, e una sognante “Un dia de noviembre”, del poco noto compositore cubano Leo Brouwer.

Nella seconda parte abbiamo una disinvolta commistione tra i generi musicali: un traditional irlandese, la “Marcia di Brian Boru” (ideata per arpa celtica) si fonde con Simon & Grafunkel, “Greensleeves”, che la leggenda attribuisce ad Enrico VIII, si fonde coi Beatles. Non mancano due classici del rock “Starway to heaven”, che come fa notare Pampararo, ricorda le ballate italiane del ‘500, e “Horizons”, dal capolavoro dei Genesis “Foxtrot”, che si rifà a Bach.

Pampararo omaggia il suo maestro, il grande Pino Briasco, mancato tre anni fa,  con un tema che Briasco dedicò al padre di Riccardo, “Danza per Edo”, quindi finale e bis che costituiscono un ideale messaggio contro le guerre, col tema da “La vita è bella” e la “Cavatina” di Stanley Myers, da “Il cacciatore” di Michael Cimino.

Una bellissima serata, chi ama la musica ama tutti gli strumenti, ma pianoforte e chitarra acustica hanno un fascino che nessun’altra invenzione sonora ha. Il Maestro Pampararo suona con tocco finissimo, non indulge nel virtuosismo fine a sé stesso, ha una grandissima cultura musicale. I presenti che hanno riempito l’Auditorium San Carlo hanno apprezzato molto un concerto raffinato e toccante.