Liguria, polemica Viale – Pd sull’accoglienza dei profughi

“La Regione Liguria non farà alcun passo indietro rispetto alla linea intrapresa fin dall’inizio del proprio mandato di governo. Ribadisco, pertanto, l’assoluta indisponibilità ad aprire immobili di proprietà della Regione Liguria per l’accoglienza di presunti profughi, posizione che confermeremo anche al nuovo ministro agli Interni Minniti nella conferenza Stato Regioni di giovedì”.

Lo dichiara la vicepresidente e assessore regionale all’Immigrazione Sonia Viale in merito ai contenuti emersi durante l’ultimo direttivo di Anci Liguria, del 13 gennaio, dedicato alla ‘questione migranti’ a seguito della circolare, dello scorso 5 gennaio, del Ministero degli Interni per l’accoglienza di immigrati nei Comuni che ancora non hanno dato disponibilità di strutture sul proprio territorio.

“L’Anci – spiega la vicepresidente Viale – ammette che la grande maggioranza dei sindaci liguri si oppone a ulteriori arrivi e chiede alla stessa Anci di farsi interprete di questa istanza. Ci aspettiamo, quindi, dall’associazione che, da statuto, si dovrebbe porre come ‘sindacato’ dei sindaci, di rendersi tramite della richiesta dei Comuni liguri e non di perorare la causa di un governo che, senza tenere in alcuna considerazione il parere espresso dalle Regioni per esempio nel caso di zone di confine come quella di Ventimiglia, continua a chiedere sacrifici ai Comuni e ai cittadini in nome di un’emergenza senza fine. Ricordo che l’area metropolitana di Genova, come dichiarato dall’Anci stessa, ha un tasso del 4 per mille di accoglienza, il doppio rispetto alle stesse quote fissate dal ministero. Secondo il ministero la Liguria dovrebbe accogliere 6mila nuovi immigrati, per il 50% sul territorio dell’area metropolitana di Genova e per il 50% nelle altre province. Regione Liguria, come Veneto e Lombardia, che hanno sottoscritto la ‘carta di Genova’, continuerà a opporsi alla politica dell’accoglienza senza limiti proposta fino a oggi dai governi di centrosinistra che si sono avvicendati negli ultimi tre anni, capaci di trovare risorse illimitate per un’immigrazione fuori controllo per cui sono stati stanziati 100 milioni di euro, solo nell’ultima finanziaria, e ‘bonus’ da 500 euro una tantum, a fondo perduto, per ogni presunto profugo accolto”.

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Gruppo Pd: “la giunta Toti scarica solo su alcuni comuni l’emergenza profughi per meri fini elettorali”

Sulla questione è intervenuto anche il Gruppo Pd in Regione Liguria, che critica la linea seguita dall’amministrazione regionale: «La Giunta Toti non aprirà gli immobili della Regione (Arte e Asl) ai profughi, lasciando soli i Comuni liguri che al momento si stanno occupando dell’accoglienza. L’esempio più lampante è quello del Comune di Genova e di altre 20 amministrazioni del territorio metropolitano (su 67 totali) che, in solitudine, stanno affrontando quest’emergenza umanitaria. Un modo decisamente rivoltante di fare campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative, perché se da una parte Toti, Viale e co. difendono i loro sindaci di centrodestra che si sono opposti all’accoglienza, dall’altra tentano di portare al collasso chi finora si è fatto carico, con grande senso di responsabilità, di questa emergenza. Il tutto sulla pelle dei cittadini liguri e su quella dei profughi, che l’assessore continua a chiamare “presunti”, senza alcun rispetto nei confronti di chi fugge da guerra, fame, disperazione e morte».

«Se i migranti fossero distribuiti in tutti i Comuni della regione i conflitti e le paure sarebbero ridotti al minimo, si riuscirebbe a dare dignità e sicurezza a chi ospita e a chi viene ospitato e si eviterebbe che la Prefettura facesse azioni di forza. Certo, la Giunta Toti dovrebbe comportarsi come le Giunte di Lombardia e Veneto, dove le Regioni hanno assunto un ruolo di coordinamento, per l’accoglienza diffusa in tutti i Comuni. Da tempo l’Anci chiede all’ente regionale un tavolo per affrontare quest’emergenza in maniera globale, ma Toti e Viale preferiscono ignorare i sindaci e giocare allo scaricabarile elettorale, alimentando le tensioni e soffiando sul fuoco delle polemiche per parlare alla pancia dei cittadini» concludono i consiglieri del Gruppo Pd in Regione Liguria.